tag:blogger.com,1999:blog-16677656791465112062024-02-20T01:59:26.178+01:00Antonio Cattino Poeta e ScrittoreAntonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.comBlogger171125tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-30307895154787715532021-12-10T16:30:00.001+01:002021-12-10T18:54:07.164+01:00PRESENTAZIONE "RIME PELORITANE" DI ANTONIO CATTINO<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjF7DESw9abGrnji1K2G46Qp9N-Uq31abXcOmqpkdJn6LTy-loAWU7No2e5vRQsidnTLfwES_8m8ON9FbVsNPrLP85xorlrDBbPaJm_Xyunbe-da6wnznh8l-FTTaEXHjOYcHRQkbeUjdaIp6q77b9I5jZmoq-KXrRakurouWjmVzPVbg-csvOFVSkMnQ=s927" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="927" data-original-width="631" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjF7DESw9abGrnji1K2G46Qp9N-Uq31abXcOmqpkdJn6LTy-loAWU7No2e5vRQsidnTLfwES_8m8ON9FbVsNPrLP85xorlrDBbPaJm_Xyunbe-da6wnznh8l-FTTaEXHjOYcHRQkbeUjdaIp6q77b9I5jZmoq-KXrRakurouWjmVzPVbg-csvOFVSkMnQ=s320" width="218" /></a></div><br /> <p></p>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-79474387080300770692021-11-28T08:30:00.085+01:002021-11-28T09:00:08.754+01:00 Per Eliana Giorli La Rosa --- di Antonio Cattino<p> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEind2sBhrGj5O5JSsBJG0mXoq7KCAG2YTUWOg8BpGA9gZ_VE4Ooa0yz229BACPidGGxFAiCDrVGySG24lMAFlwwYD0fSP5fQwcajSph-xYj1JP6bkd5HhM0Aa7fCRPLJ5IN_gfaTs6ZnCgG/s960/87271809_4032616743422486_2796685130364616704_n+Eliana.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEind2sBhrGj5O5JSsBJG0mXoq7KCAG2YTUWOg8BpGA9gZ_VE4Ooa0yz229BACPidGGxFAiCDrVGySG24lMAFlwwYD0fSP5fQwcajSph-xYj1JP6bkd5HhM0Aa7fCRPLJ5IN_gfaTs6ZnCgG/s320/87271809_4032616743422486_2796685130364616704_n+Eliana.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Eliana Giorli ragazza</td></tr></tbody></table><br /><br /><br /> <br /><br /> <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcW9z-IdWIEIyI3DZYaTJlwCnLIckiBvCc3bwh6jy9egE7Kbyme5q3zuE-bZHgeFHx4o8KVF6Itx45qLIJmgt35Z5RCTI0MGVFm7lPiBWG7lO2cpH6MuooPrJgGSudaJhKs4_ip1uwOj0Z/s1932/244625492_1289975101423166_2060157084486793603_n+Eliana+e+figli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1932" data-original-width="1449" height="394" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcW9z-IdWIEIyI3DZYaTJlwCnLIckiBvCc3bwh6jy9egE7Kbyme5q3zuE-bZHgeFHx4o8KVF6Itx45qLIJmgt35Z5RCTI0MGVFm7lPiBWG7lO2cpH6MuooPrJgGSudaJhKs4_ip1uwOj0Z/w304-h394/244625492_1289975101423166_2060157084486793603_n+Eliana+e+figli.jpg" width="304" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Eliana con Elisa e Santì ai suoi 90 anni</td></tr></tbody></table></p><p>Ho voluto partecipare a questo concorso della FilicusArt, intitolato a Eliana Giorli La Rosa, non con animo competitivo ma per testimoniare il mio indelebile ricordo versouna donna speciale, compagna di un altrettanto uomo speciale che fu Tindaro La Rosa. Un amore di gioventù colmo di passione ed idealità, suggellato dalle identiche idee politiche progressiste e sempre in difesa dei più deboli e degli sfruttati.</p><p>Conobbi Eliana Giorli nel periodo della mia permanenza a Milazzo quale responsabilezonale della CGIL, già conoscevo Tindaro La Rosa, con cui intrattenevo un solido rapporto fatto di reciproca stima ed amicizia. Era il periodo in cui Elisa e Santì si erano trasferiti a Firenze per studiare - talvolta Tindaro mi invitava a casa sua a cena - così conobbi Eliana. L’impressione che mi fece quella donna fu molto positiva. Si, è vero, in lei c’era un’aura sognante, una innata gentilezza, un animo buono ma fermo nelle proprie ideedi giustizia sociale, un forte slancio alla solidarietà ed un anelito a superare le ingiustizie che attanagliavano le classi popolari. Lei toscana per nascita, venendo a Milazzo, si era integrata nel tessuto sociale in maniera esemplare, mettendosi a capo delle donne gelsominaie e dei magazzini ortofrutticoli, portandone avanti le rivendicazioni. La sua passione sociale e politica aveva qualcosa di religioso, il suo animo era aperto alla speranza di un miglioramento sociale che riscattasse quelle donne lavoratrici dal bisogno e dall’emarginazione.</p><p>Ricordo che quando le portai la notizia che nei magazzini ortofrutticoli si sarebbe applicato, seppur per scaglioni temporali nella parte salariale, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, dopo uno sciopero totale del settore e la solidarietà dei lavoratori dell’industria - il suo volto s’illuminò di un radioso sorriso, forse stava pensando che il suo sogno, portato avanti in tanti anni di lotte, si era avverato.</p><p>In quella casa di Eliana e Tindaro si respirava un’aria di onestà e dignità, loro, tra l’altro avevano agevolato la decisione di Elisa e Santì di studiare a Firenze; i quali però rendendosi conto delle difficoltà e dei sacrifici dei genitori, dopo poco tempo si resero autonomi, in quanto oltre a studiare lavoravano. Tindaro che era il più aperto alla discussione, parlava spesso di loro e ne esaltava l’attaccamento ai genitori, le loro qualità morali, i loro progressi negli studi.</p><p>Da Eliana non seppi mai che scriveva poesie, questa sua attività la conobbi di recente, grazie alla vostra iniziativa del concorso ed all’omaggio, da parte di Elisa, di una copia del libro di poesie scritte da Eliana, curato e prefato dall’amica Graziella Giorgianni “Il senso sognante della vita”. La professoressa Giorgianni nella sua prefazione ha bene inquadrato il carattere sognante ma fecondo di Eliana, il suo sogno per l’uguaglianza sociale, la sua esaltazione della solidarietà, il suo pacifismo ed il suo attaccamento ai valori semplici ma allo stesso tempo grandi, della famiglia e del diritto al lavoro per tutti, la sua vigilanza per la difesa della libertà, così duramente conquistata e quindi della Costituzione repubblicana.</p><p>Una grande donna, Eliana, venuta poco più che ragazza da Poggibonsi nel Senese, che stabilendosi a Milazzo, condivise il destino di questa sua nuova patria, non dimenticando quella natia che l’aveva formata umanamente e culturalmente, cercando, con le sue lotte e con la sua innata umanità, di migliorare la condizione delle lavoratrici della piana e con esse dell’intera comunità milazzese. È indicativa a tal fine la sua attività di organizzazione che svolse insieme all’UDI (Unione Donne Italiane), della prima giornata dell’8 Marzo delle donne a Milazzo. Grazie per avermi consentito di ricordare questa donna, </p><p>Onore quindi ad Eliana Giorli anche per i pensieri che ci ha trasmesso con le poesie da lei scritte con “sognante innocenza ed immediatezza espressiva”, proiezione poetica della sua ricchezza interiore.</p><p>Ringrazio anche la Giuria del Concorso per avermi concesso l’onore del primo premio alla poesia <br />“Al Crepuscolo”, premio che dedico alla memoria della nostra Eliana Giorli La Rosa.</p><p><br /></p><p>Antonio Cattino, Poeta – novembre 2021</p><p><br Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-57728552208420134892021-11-24T09:05:00.003+01:002021-11-24T09:41:19.780+01:00Alcune mie poesie contro il femminicidio - Antonio Cattino<p><br /> <br /><br /><br /><br /><br /><br /></p><div style="text-align: center;"><br /></div> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigt5mhNPiLOVFNlyiIb5Dldl6pCVJkrN6n6nC5hTo96gNysHlrOClHfEV660MxvDUm_bw61lxsFK_cc26FPAUVS4SLPucc-s1brFWP-8UIAdg5Nj_VjxtjFG0YlpwpsEnO1SlwoKN5q9rx/s2048/257209065_2022521427914949_4252336552262105639_+posto+occupato.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1532" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigt5mhNPiLOVFNlyiIb5Dldl6pCVJkrN6n6nC5hTo96gNysHlrOClHfEV660MxvDUm_bw61lxsFK_cc26FPAUVS4SLPucc-s1brFWP-8UIAdg5Nj_VjxtjFG0YlpwpsEnO1SlwoKN5q9rx/w239-h320/257209065_2022521427914949_4252336552262105639_+posto+occupato.jpg" width="239" /></a><br /><br /><br /><br />Quest'anno, per il 25 novembre, Giornata Internazionale contro il Femminicidio, indetta dall'ONU,<br />a cui l'Italia aderisce con convinzione, ho voluto partecipare pubblicando quattro poesie tematiche<br />inserendo per prima l'ode "Per Omamya Bengalloum" la mediatrice culturale tunisina di 33 anni, uccisa selvaggiamente dal marito il 4 settembre del 2015, al culmine di una lite, per una esplosione di gelosia unita ad forte stato di assurda ripicca verso il ruolo che Omamya aveva conquistato nella società messinese e nella stessa famiglia, esercitando brillantemente il ruolo di mediatrice culturale ed interprete per la Questura di Messina. Lui muratore disoccupato, si sentiva sminuito dal lavoro della moglie, lavoro che permetteva alla famiglia, composta dalla coppia e quattro bambine, di tirare avanti dignitosamente Oggi nella questura di Messina vi è una stanza intitolata ad Omayma con una sedia occupata a suo nome.<br /><br /><div style="text-align: center;"> </div><br /><p></p><p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYmPMfzJtkjIbxzsHcklPljmgso2RklVggNytu72YVLq_8XNXzu1QJPiwu3x_2_GNykGxkwxIEpx2Io3BxKvmJaFG_8OM6c3rSsm26W3zEbBhOann5x8dlXDKRTfYCMF5NK6PuiMPExaT4/s117/resizer+omamya.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="117" data-original-width="102" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYmPMfzJtkjIbxzsHcklPljmgso2RklVggNytu72YVLq_8XNXzu1QJPiwu3x_2_GNykGxkwxIEpx2Io3BxKvmJaFG_8OM6c3rSsm26W3zEbBhOann5x8dlXDKRTfYCMF5NK6PuiMPExaT4/w228-h255/resizer+omamya.jpg" width="228" /></a>Omamya Benghalloum</div><br /><br /><p></p><div style="text-align: center;"><br /></div><br /><br /><br /><br /><span style="color: #cc0000;"><span style="text-align: center;">P</span>ER OMAYMA BENGALLOUM, </span><p></p><p><span style="color: #cc0000;">uccisa dal marito per possesso di corpo e d’anima</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Dimmi Omayma <br />se ora hai trovato<br />la pace<br />nelle braccia del cielo<br />e se il sorriso che ci hai negato<br />sia tutt’uno <br />con la luna e le stelle,<br />i prati immensi<br />dipinti di verde,<br />dove nei sogni,<br />coi capelli sciolti,<br />vai incontro<br />alle tue bambine.<br />Messina piange<br />per il tuo nome.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">O quella notte scura,<br />bagnata di sangue<br />per mano di bestia<br />travestita d’uomo,<br />che solo per orpello<br />ti teneva legata.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">O donna speciale,<br />l’onore in faccia poi ti gettava <br />a colpi d’insulti e maldicenze,<br />come se il tuo lavoro <br />fosse maledetto,<br />mentre alle tue figlie<br />donavi il respiro.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ora ti penso, <br />vento di Zeffiro,<br />mentre aleggi<br />fra le stelle. <br />Il breve tempo <br />che ci hai concesso <br />facciamolo speranze<br />e ammonimenti.<br />Esempio d’onesta <br />comunione,<br />di lotta per una nuova<br />convivenza,<br />dove l’amore<br />in ogni contrada<br />sia rosa odorosa<br />di rugiada perlata<br />e mai possesso e imposizione,<br />occhi di sangue<br />e pugnali nel cuore.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ora tu dormi, <br />o stella d’Oriente,<br />mentre non dorme <br />il tuo assassino<br />stretto nel fianco<br />del tavolato, <br />forse lui piange <br />la sua sventura<br />d’uomo di niente,<br />come dice la gente.<br /><br /></span></p><p><span style="color: #cc0000; font-family: verdana; font-size: medium;">TRAMONTI DI SANGUE</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span>Echi d'amore frantumati<br /></span><span>Da impulsi di morte<br /></span><span>In pensieri gridati:<br /></span><span>In quella casa di ghiaccio<br /></span><span>Gelido ricordo dei giardini di Eros.<br /></span><span>Prende vita una ragnatela perversa<br /></span><span>Di consapevolezze e rimpianti,<br /></span><span>Di squarci di vita<br /></span><span>Che affiorano insolenti:<br /></span><span>Mutazione repentina?<br /></span><span>Forse no —<br /></span><span>Incomprensione latente,<br /></span><span>Non comunicazione,<br /></span><span>Solitudine —<br /></span><span>Falsi sorrisi che segnano distanze,<br /></span><span>Precursori di cupe insofferenze<br /></span><span>Coltivate negli angoli bui dell'anima,<br /></span><span>Esplosive sentenze inappellabili</span></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span>- Violenza annunciata - devastante -<br /></span><span><br />Di rosso sangue il tramonto<br /></span><span>Stasera si tinge.<br /><br /></span></span></p><p><span style="color: #cc0000; font-family: verdana; font-size: medium;">AMARO SIGILLO</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span>Il cuore squarciato da un lampo<br /></span><span>che riluce di voglia assassina,<br /></span><span>i capelli chiazzati di rosso<br /></span><span>d’un sangue che invade il cuscino;<br /></span><span>un rantolo insegue la vita,<br /></span><span>poi nulla, la vita è fuggita.<br /></span><span>Una porta si chiude,<br /></span><span>di passi spediti risuona il selciato.</span></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span>Diventa sepolcro quel nido<br /></span><span>un tempo di rose adornato.<br /></span><span>Sigillo è un cuore spezzato<br /></span><span>da incerto amore agognato,<br /></span><span>illusione di anni perduti<br /></span><span>rincorrendo uno sguardo gentile.</span></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span>Il vento scuote la siepe,<br /></span><span>i bianchi gelsomini rapisce.<br /><br /><br /></span></span></p><p><span style="color: #cc0000; font-family: verdana; font-size: medium;">VIOLENZA VISSUTA</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><span>Rimpianto e dolore<br /></span><span>-violenza vissuta-<br /></span><span>mentre i ricordi dell'amore<br /></span><span>pervadono il tuo cielo,<br /></span><span>librandosi verso<br /></span><span>i profondi grigi dell'anima<br /></span><span>dove le speranze svaniscono<br /></span><span>ed i demoni banchettano<br /></span><span>d'orrido pasto<br /></span><span>di cuori lacerati e derisi.</span></span></p><div><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></div><br /><p></p>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-20626420037489529712021-11-03T02:21:00.004+01:002021-11-03T09:33:23.587+01:00Caxxo! Quell'attimo - Storie di tutti i giorni - Romanzo di Enzo Meli<p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgcYBMky0wLhc4Bs-ehQbWbdBf5WbA5O8QXjI8Sh1h64omPrqRkAItuIAzYhbfTGFE1HCZpvI8nyWOJrbJawPZl-lq8MyXxbU5PHzz6CEOeeuvyAGkhThfVD1jG5aZGGcx9KVFsB9BF0Y6/s441/copertina+meli+%25282%2529.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="441" data-original-width="349" height="351" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgcYBMky0wLhc4Bs-ehQbWbdBf5WbA5O8QXjI8Sh1h64omPrqRkAItuIAzYhbfTGFE1HCZpvI8nyWOJrbJawPZl-lq8MyXxbU5PHzz6CEOeeuvyAGkhThfVD1jG5aZGGcx9KVFsB9BF0Y6/w289-h351/copertina+meli+%25282%2529.jpg" width="289" /></a><br /><br /></div><br /><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj20caMvI2rrqxVG2kNqBvkZUUyLFfTGxIdYQQs51wOXJ9gFEqDf-MvPYoMsxHl139xo2mBflTcWXbBGHvsAFGQYTVN3bSLZUAyCcqv285kTkFvjbmW4_5ozUIHzr4hYbqgyp_HLXknIAG-/s625/Copia+di+IMG_2142+%25281%2529+enzo+meli.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="625" data-original-width="550" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj20caMvI2rrqxVG2kNqBvkZUUyLFfTGxIdYQQs51wOXJ9gFEqDf-MvPYoMsxHl139xo2mBflTcWXbBGHvsAFGQYTVN3bSLZUAyCcqv285kTkFvjbmW4_5ozUIHzr4hYbqgyp_HLXknIAG-/s320/Copia+di+IMG_2142+%25281%2529+enzo+meli.JPG" width="282" /></a></div> Enzo Meli</span><p></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">“Un piccolo grande romanzo", non tanto piccolo però da classificarlo tra i romanzi brevi, cento pagine nette, un condensato di emozioni, che avvinghiano il lettore dalla prima all’ultima pagina, presenta un aspetto dolente della vita nella società contemporanea che si sviluppa in maniera altrettanto dolente, ma nell’ombra, i cui episodi sono quasi sempre sussurrati, perché interessano anche le famiglie, le amicizie più strette, non solo coinvolte ma letteralmente stritolate da quel nero fenomeno che è la diffusione di massa fra i giovani ( e non solo) della droga.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Questo libro di Enzo Meli ha il pregio e la convinzione di divenire, fin dal titolo, </span><span style="font-family: verdana; font-size: large;">a dire il vero molto originale(…), un grido di dolore per questa nuova piaga universale che, fino agli anni ’50 del secolo scorso interessava quasi esclusivamente i ceti agiati della nostra società, ma che oggi inghiotte e distrugge una quantità enorme di giovani vite, a volte insieme alle loro famiglie.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Questo fenomeno, a detta di molti studiosi di cose della società, di filosofi e di storici, rappresenta uno dei sintomi della decadenza delle società occidentali.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Il teatro della storia narrata è Torino, ma si potrebbe svolgere in una qualsiasi città italiana o europea. Solo che questa in particolare è una storia vera, certo trasfigurata per opportuni motivi, ma si è svolta a Torino.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ed allora ci domandiamo qual è il ruolo della famiglia oggi, rispetto alla formazione delle coscienze dei giovani ragazzi, o quello importantissimo della scuola nella stessa direzione. E quindi - nelle famiglie qual è il grado di dialogo genitori-figli che affronti i problemi che i giovani pongono rispetto ai loro conflitti interiori. </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Problemi e domande che restano insoluti o letteralmente inevasi, che quindi </span><span style="font-family: verdana; font-size: large;">diventano drammi se non affrontati con l’aiuto di un’autorità genitoriale comprensiva seppur autorevole.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Una società quindi, quella odierna, spesso fortemente inquinata a dismisura dalla febbre consumistica e competitiva della nuova globalizzazione, che richiede come unici totem la prestazione e l’immagine e quasi mai il valore interiore della persona.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Allora davanti all’angoscia dei loro conflitti non risolti, le uniche soluzioni che i giovani intravedono sono la fuga nei paradisi artificiali della droga o quella, ahinoi in continuo aumento, del suicidio. </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Si comincia con il fumo dello spinello d’erba, per poi passare quasi sempre all’assunzione delle droghe, via via sempre più pesanti, fino alla cocaina.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Lo Stato annaspa, i fiumi di droga che arrivano in Italia sono COSA delle cosche mafiose di ogni derivazione (mafia, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita), oramai fanno le cose in grande in maniera manageriale. Il problema non è per loro quanti spacciatori vengono pizzicati e mandati in carcere, tanto sono figure facilmente sostituibili, ma quanta materia prima arriva in Italia e come viene distribuita ai grossisti.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Enzo Meli, in questo suo romanzo alza il tiro dell’indignazione e della denuncia, </span><span style="font-family: verdana; font-size: large;">evidenzia con forza come questo fenomeno della droga annienta i cervelli e le personalità di coloro che ne divengono succubi, li fa scivolare verso una condizione subumana, verso una vita di “Merda” dove l’unico pensiero è quello di assicurarsi, con ogni mezzo, la dose quotidiana di questa “Merda” per stare qualche ora bene e poi domani sarà la stessa storia.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Un mondo subumano quindi, di estrema solitudine, un mondo che porta a delinquere, a prostituirsi, al tracollo economico delle famiglie… che tirano fin quando possono e poi si arrendono e soccombono.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Enzo usa un linguaggio duro che raggela ma che va a segno, nella sua scrittura impiega un sovrapporsi di concetti e di ricordi, smembrati, come smembrati sono i cervelli dei drogati, ricordi che di conseguenza non seguono un filo cronologico coerente, ma sono caratterizzati da flash back a caso e che a caso si sovrappongono.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Nel libro di Enzo Meli ho trovato una sorpresa, assolutamente inaspettata: fra i personaggi che si affacciano alla storia narrata, nel “Cuntu” come lui ama definire i suoi romanzi, mutuando dalla lingua siciliana, vi è il professore Enrico Caltagirone, glottologo e grande poeta italiano, comune nostro amico, di cui mi onoro della sua amicizia, già autore di una appassionata quanto impegnata nota introduttiva al libro.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Un libro da leggere questo <b>“Ca**o! Quell’attimo…”</b></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Un piccolo grande romanzo scritto per una finalità alta, la sconfitta della droga!</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><i>Il romanzo ha ricevuto l’Encomio della sezione italiana dell’Associazione Dico NO alla Droga “…per aver permesso di realizzare un Evento contro la droga molto efficace e di successo.”</i><br />Antonio Cattino<br /><br /><span style="color: #2b00fe;">Coloro che volessero acquistare il romanzo <b><Caxxo! Quell'attimo></b> possono mettersi in contatto in privato con Enzo Meli su Messanger di Facebook o su WhatsApp-oppure per E Mail <</span></span><span face="helvetica, arial, verdana, sans-serif" style="background-color: white; white-space: pre-line;"><span style="color: #2b00fe; font-size: medium;">enzomeliscrittore@virgilio.it></span></span></p><br /><p><a data-ved="2ahUKEwiWs_awgPvzAhWygP0HHdiBBc4QFnoECAgQAQ" href="https://www.whatsapp.com/?lang=it" ping="/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.whatsapp.com/%3Flang%3Dit&ved=2ahUKEwiWs_awgPvzAhWygP0HHdiBBc4QFnoECAgQAQ" style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0.1); background-color: white; color: #1a0dab; font-family: arial, sans-serif; font-size: small; outline: 0px;"></a><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Brevi note biografiche dell' autore:<br /><i>Enzo Meli - discendente del grande poeta siciliano Giovanni Meli, è nato a Comiso (Ragusa) nel 1945 dopo avere frequentato nella sua città natale l'Istituto d'Arte, si trasferì a Torino, avendo lavorato nel campo della moda, nel 1974 inventò un nuovo uso del Lurex, il nuovo<br />tessuto jeans in lamè, che tanta fortuna ebbe negli anni successivi.<br />Dal 1976 si è occupato di radio e televisione, inventando e producendo centinaia di format televisivi. Autore e produttore televisivo, è stato precursore delle radio e televisioni commerciali private.<br />Ha esordito nella narrativa con il romanzo "I delitti del santo di maggio"<br />che avendo avuto un certo successo è stato subito seguito da una continuazione "Il Nodo".<br />Qualche anno dopo ha pubblicato il libro autobiografico "Io & Paulo Coelho".</i></span></p>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-24781795162092583292021-10-09T07:41:00.005+02:002021-10-09T16:54:40.022+02:00GENIUS LOCI - Romanzo di Maria Grazia Genovese -- una novità interessante nel panorama della narrativa - Intervista all'autrice<p></p><div style="text-align: right;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh-zGbEIC0dAO_EY9eKdb7GVcaBYoygi0Psd9urLWQ0gkjp0FBAVYUrqVfBY5PJE8BMTJ8CwYS1BTEXn7Hf2U7UH57D7KvGoFaS9Ap2AxgLBpI5ihodf708gr7RfnV-MeGXfdNzKENBieI/s2048/img038+%25282%2529+genius+loci.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1405" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh-zGbEIC0dAO_EY9eKdb7GVcaBYoygi0Psd9urLWQ0gkjp0FBAVYUrqVfBY5PJE8BMTJ8CwYS1BTEXn7Hf2U7UH57D7KvGoFaS9Ap2AxgLBpI5ihodf708gr7RfnV-MeGXfdNzKENBieI/w440-h640/img038+%25282%2529+genius+loci.jpg" width="440" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La copertina del libro</td></tr></tbody></table><span style="font-size: large;"> </span><span style="font-size: large;"><br /><br /></span><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_IAO8XREaZ1JMTWRB3RdqzeWjhCg4GUkCi-ZU6EH3BSOZpSizaIrzImWkHP1Tv7qWTGoDD-X1ZfxVgLRuwiEHY9IuSWXVcwl94EXY4MNWOS3Rd8i1J1N1H8nSdBMmr3j5UyCgtZJp2-L-/s955/maria+grazia.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="955" data-original-width="716" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_IAO8XREaZ1JMTWRB3RdqzeWjhCg4GUkCi-ZU6EH3BSOZpSizaIrzImWkHP1Tv7qWTGoDD-X1ZfxVgLRuwiEHY9IuSWXVcwl94EXY4MNWOS3Rd8i1J1N1H8nSdBMmr3j5UyCgtZJp2-L-/w240-h320/maria+grazia.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Maria Grazia Genovese</td></tr></tbody></table><br /><br /><p></p><p><span style="font-size: x-large;">La decisione di Maria ed Alessandro di lasciare l’anonimo appartamento cittadino, acquistando una vecchia villa di campagna, in una contrada agricola vicina alla città, apre a Maria la scoperta di un orizzonte antico, da cui lei proviene e se ne sente parte.</span></p><p><span style="font-size: x-large;">Scopre infatti in un vecchio scrittoio, semidistrutto dal tempo e dall’incuria, tre diari redatti da una certa Matilde, il primo inizia dal 19 marzo 1859 e l’ultimo si conclude il 27 dicembre del 1908, un giorno prima del grande terremoto di Messina e Reggio che distrusse le due città.<br /></span><span style="font-size: x-large;">Con grande sorpresa Maria va sincerandosi che Matilde è la sua antenata, in linea diretta con la madre, quindi sua.</span></p><p><span style="font-size: x-large;">La decisione di acquistare e trasferirsi nell’antica villa di campagna dei suoi avi, le appare quindi un segno del destino che la guida a tale ricongiunzione dopo uno spazio di tempo di oltre centocinquant’anni. Il romanzo, Opera Prima di narrativa, della poetessa e musicista Maria Grazia Genovese, partendo da questo incipit, si snoda lungo la vita di Matilde con cui Maria </span><span style="font-size: x-large;">dialoga, commentando il diario in cui, ad un certo punto, comparirà Pietro, l’amore di tutta una vita di Matilde, ed allora la storia fa un salto di qualità, diviene storia di sentimenti, di un amore mai domo tra Matilde e Pietro, rapiti, come sono stati, da una profonda passione d’amore che durerà nel ricordo, ben oltre la morte di Pietro.</span></p><p><span style="font-size: x-large;">Il romanzo rappresenta anche uno spaccato di vita cittadina del periodo pre-terremoto della città di Messina, dalla metà del XIX secolo ai primi anni del novecento: — i fermenti culturali e patriottici nella nobiltà e borghesia messinese, con gli ideali risorgimentali ed unitari, di cui Pietro ne fu combattivo esponente.</span></p><p><span style="font-size: x-large;">Vi è nel romanzo una luce storica sui fatti che accaddero a Messina nel 1860 con l’ingresso dei garibaldini; o nella partecipazione dei patrioti messinesi al tentativo di Garibaldi, di prendere Roma, fallito in Aspromonte nell'agosto del 1862, ed a cui Pietro aveva deciso di partecipare, non senza l’apprensione e la contrarietà di Matilde.</span></p><p><span style="font-size: x-large;">Da parte di Maria Grazia Genovese vi è, in questo suo primo romanzo, lo sforzo ben riuscito di costruire oltre la trama, che si snoda nello scritto, un’architettura testuale composita, moderna ed originale, che va oltre la tradizione diaristica fin ora conosciuta, e che s’incardina in un dialogo virtuale a distanza di oltre un secolo fra le due donne, creando un’opera di alta scrittura creativa.<br /></span><span style="font-size: x-large;">La stessa vicenda amorosa, coi suoi naturali ed intimi incontri d’amore, viene trattata con elegante stile descrittivo, in cui risalta l’Eros come incontenibile moto dell’anima ed in cui si manifesta la reciproca perdurante attrazione.</span></p><p><span style="font-size: x-large;">L’opera “ GENIUS LOCI” è quindi un’opera composita, per certi aspetti innovativa, i diversi colori di stampa tra le pagine del diario di Matilde e la parte narrata di Maria, </span><span style="font-size: x-large;">l’inserimento del dialetto messinese (con traduzione in lingua a margine), fin dal prologo, nella parlata della domestica Rosina, o dei contadini del fondo di San Filippo, disegnano insieme alle poesie dell’autrice di commento dei vari episodi principali, una testura interessante, che rende il romanzo palpitante, vivo e godibile.</span></p><p><span style="font-size: x-large;"><i>Ora leggiamo le risposte dell’intervista che ho realizzato con l’autrice che meglio ci faranno comprendere il variegato quadro del romanzo.</i></span></p><p><span style="font-size: large;"><b>D</b><span> - </span><i>Perchè Maria "parla" in terza persona e Matilde in prima?</i><span> </span></span></p><p><span style="font-size: x-large;">Trovo che il narrare in prima persona faciliti l'emersione delle sensazioni e dei sentimenti più profondi. La formula diaristica, usata per il personaggio "antico" di Matilde, si configura, in effetti, come una lunga, intima, confessione che si dipana nell'arco di cinquant'anni. La protagonista moderna, invece, che vive l'esperienza della lettura dei diari dell'antenata nell'arco di pochi mesi, viene vista dal narratore esterno, ma quando ho sentito la necessità di affondare nei suoi pensieri più nascosti, ho fatto sì che Maria li esprimesse attraverso la poesia o in sue brevi annotazioni in prima persona in prosa lirica.</span></p><p><span style="font-size: large;"><b>D</b><span> - </span><i>Nel racconto coesistono due personaggi sfalsati nel tempo Matilde e Maria; Che funzione ha il personaggio moderno di Maria?</i></span></p><p><span style="font-size: x-large;">Da un lato, Maria fa chiarezza su alcune parti della cronaca familiare (si tratta dei propri avi), dall'altra, anche grazie all'inserimento di alcune "sue" poesie, interrompe ad arte la narrazione per creare momenti di riflessione filosofica, talvolta storica, sicuramente esistenziale.</span></p><p><span style="font-size: large;"><b>D</b><span> - </span><i>Perchè la scelta di usare due colori di inchiostro diversi?</i></span></p><p><span style="font-size: x-large;">Innanzitutto mi si è posta una necessità squisitamente tecnica: ci sono vari registri linguistici e l'uso del dialetto, di alcuni francesismi, oltre che diversi piani temporali che, solo evidenziati dal corsivo, avrebbero potuto finire col confondere il lettore, ma c'è anche un altro motivo: per me il viola è il colore della nostalgia, ecco perchè ho voluto usarlo per il diario ottocentesco. Sono una inguaribile nostalgica del tempo che fu.</span></p><p><span style="font-size: large;"><b>D</b><span> - </span><i>In quale dei due personaggi femminili senti di poterti rispecchiare maggiormente?</i></span></p><p><span style="font-size: x-large;">In entrambe ho riversato lati del mio carattere sognatore, appassionato, riflessivo e forse, a volte, impulsivo. Credo che questa identificazione sia inevitabile, che succeda a tutti i narratori che "aprono" il loro mondo interiore e si lasciano pervadere dalla storia e dalle emozioni che poi riversano sulla pagina. Non puoi parlare di qualcosa che non ti appartiene, anche le narrazioni più fantastiche attingono al mondo di chi le crea: sono trasfigurazioni dello stesso.</span></p><p><span style="font-size: large;"><b>D </b><span>- </span><i>Qual è il significato ultimo che hai voluto affidare al tuo romanzo?</i></span></p><p><span style="font-size: x-large;">Genius Loci è sicuramente un romanzo storico e una cronaca familiare. Ho sempre dato molta importanza al ricordo, all'idea di consegnare spiritualmente qualcosa perchè non vada perduta, perchè se non vieni ricordato, non hai vissuto. Ho anche voluto tramandare, diffondere, gli usi, i modi, la cucina, le credenze, talvolta le superstizioni del popolo siciliano, messinese nella fattispecie, e, non ultimo, il dialetto: come ho già fatto in poesia, ho voluto usare la parrata missinisa* trasmessami da mia nonna, con tutto il calore, la drammaticità e l'ironia che l'accompagna.</span></p><p><span style="font-size: x-large;">Però sono convinta che il mio romanzo sia soprattutto una storia d'amore - vera, peraltro - e dunque il libro è una lunga riflessione sul potere dei sentimenti, dell'amore ieri, oggi, sempre. E sul destino. Se i miei antenati non avessero compiuto alcune scelte, a volte drammatiche, io non sarei qui a raccontare. Da cui la dedica iniziale: all'Amore, al Tempo, al Destino.</span></p><p><i><span style="font-size: medium;">By Antonio Cattino</span></i></p><p><span><span style="font-size: medium;">*La parlata messinese <i>(dialetto-lingua della città di Messina e del suo circondario).</i></span><br /><span style="font-size: x-large;">---------------------------------------------------------------------------------</span><br /><br /><i style="font-size: xx-large;"><span style="color: #cc0000;">Il romanzo 'Genius Loci' verrà presentato alla Biblioteca Regionale Universitaria (salone Eventi) giorno 15 ottobre, venerdì, alle ore 17,00, via 1° Settembre 117 palazzo Arcivescovile. <br />Sono richiesti per l'ingresso il Green Pass e d'indossare la mascherina.</span></i><br /><br /><span style="font-size: x-large;"> </span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxPjlmMtaI4gxFeYjjFyUpoocLizQF-ivy1U37BcaP7S-Gzrve-dR1DYIaWguDUDnQEZnqxr2sR-OJqgeEL7Gqu9LLx-khSpqcxHsxVvwy6-xOohLwfmlMQLrR7LYetJP-HkRAj6lLFh7h/s914/244596538_4385543768195997_5413819304923348740_n+genius+loci.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="914" data-original-width="613" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxPjlmMtaI4gxFeYjjFyUpoocLizQF-ivy1U37BcaP7S-Gzrve-dR1DYIaWguDUDnQEZnqxr2sR-OJqgeEL7Gqu9LLx-khSpqcxHsxVvwy6-xOohLwfmlMQLrR7LYetJP-HkRAj6lLFh7h/w269-h400/244596538_4385543768195997_5413819304923348740_n+genius+loci.jpg" width="269" /></a></div><br /><p></p><p><span style="color: #2b00fe; font-size: medium;"><i><b>ps</b> <b>Coloro che fossero interessati ad acquistare il libro possono mettersi in contatto con l'autrice in privato, su Messanger di Facebook - digitando: Mariagrazia Genovese -</b></i></span></p><p><span style="font-size: large;"><br /></span></p><p><span style="font-size: large;"><br /></span></p><p><span style="font-size: large;"><br /></span></p><p><span style="font-size: large;"><br /></span></p><p><span style="font-size: large;"><br /></span></p><p><br /></p>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-58091048627794767892021-09-28T12:42:00.009+02:002021-10-03T20:00:52.200+02:00Gli SHEKELESH e La Rivoluzione dei popoli del Mare, di Claudio D’Angelo-2021<div class="separator"><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1457" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2Xl9rBffU5jWhPwUqoRelHl8FAZNfFtPmEjAsh5Qnv28zxY6qDyzsW_IXtfCoJu1YC0TZV1Dyf6RIMNALvMFo4GD55TNob_nib9E1y_e-3d6nGPxieX3qgA-Hdtc4k6YSC0fI3ZlNajeD/w339-h400/img037+i+popoli+del+mare+%25282%2529.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="339" /></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I Popoli del mare di Claudio D'Angelo</td></tr></tbody></table><p style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"> <br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /> </p></div><br /><p><span style="font-size: medium;"><i>È uscito dalle stampe quest’estate per i tipi di EtaBeta-ps, Monza-Brianza, il nuovo libro del libero ricercatore storico Claudio D’Angelo, che dopo avere scritto ampiamente sui Siculi, sulla loro lingua e cultura e sui loro percorsi millenari per raggiungere l’Italia e la Sicilia e più complessivamente il mare Mediterraneo, affronta la vicenda bi-centenaria degli Shekelesh (XIII e XII secolo (a.c.), denominazione questa per indicare i Siculi, usata dagli Egizi nelle loro iscrizioni pubbliche. Un libro corposo di oltre 300 pagine, con una ottima prefazione della professoressa Paola Radici Colace, già ordinaria di Filologia Classica all’Università di Messina, la quale compendia ed analizza con puntualità e competenza l’intera opera del nostro Claudio D’Angelo.</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i> Questo libro, che possiamo inquadrare nel genere della Saggistica Storica, è il prodotto di una ricerca molto dettagliata e certosina che ha impegnato D’Angelo in un lungo lavoro innovativo, d’équipe, con contributi del glottologo prof. Enrico Caltagirone, e del geo-archeologo prof. Francesco Torre, dello studioso ed esperto di culture arcaiche Roberto Giacalone, la professoressa Cecilia Marchese, linguista ed antropologa del Sacro, il professore Dario Palermo Ordinario di Archeologia Classica presso le Università di Torino e di Catania. Ma ricordiamo anche Lia Savarino studiosa e collaboratrice preziosa di Claudio D’Angelo, nonché sua compagna di vita. </i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>Gli Shekelesh, sono posti al centro della coalizione dei Popoli del Mare, essendo con i Libu (Nordafricani e Libici) che combattevano prevalentemente da terra, il gruppo più consistente e più agguerrito, essi, spinti come gli altri gruppi dalla grande crisi alimentare causata da una lunga carestia, per l’innalzamento delle temperature e la conseguente persistente siccità, decisero nel corso del 1200 a.c. di darsi alla pirateria per intercettare le rotte dei rifornimenti granari che dall’Egitto percorrevano le rotte commerciali del Medio Oriente.</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>L’Egitto infatti grande produttore di grano, non toccato dalla carestia per effetto della presenza del grande fiume Nilo, riforniva i suoi possedimenti fino alla Palestina ed oltre, i suoi alleati Ittiti, ed attraverso il grande porto di Ugarit le città-stato micenee, nonché il regno minoico di Creta, ed attraverso il corridoio Siro-Palestinese le città ittite dell’interno, ed i regni babilonese e dei Mitanni.</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>In pratica il Medio Oriente era un sistema globalizzato, per lungo tempo ben strutturato, con una rete di rapporti commerciali e di alleanze, in cui l’agricoltura ed il commercio erano i tratti distintivi, sistema che aveva instaurato un lungo periodo di pace e di benessere, veniva sconvolto da questi popoli del mare, che non si limitavano ad intercettare i carichi di grano per mare, ma che assediavano e velocemente distruggevano le città della costa alleate o vassalle dei grandi imperi e delle grandi potenze del tempo. A lungo si è dibattuto negli ambienti storici sulla velocità e imprevedibilità degli attacchi distruttivi dei popoli del mare e soprattutto degli Shekelesh, ma Claudio D’Angelo ci dà una risposta convincente: i Siculi che erano partiti dalla Sicilia e dall’Italia meridionale, dall’Istria e Dalmazia, e dall’Epiro non erano solo dei predatori e pirati, ma portatori di nuove idee, e nuove tecnologie belliche, come le spade più lunghe e resistenti, navi veloci e ben costruite, inoltre la mistura altamente infiammabile tra zolfo, catrame e gesso siciliani veniva utilizzata nel tiro con gli archi lunghi per superare le possenti cinte murarie del tempo, incendiando le abitazioni ed i palazzi che si trovavano all’interno delle mura, mistura che poi i Bizantini chiamarono ”fuoco greco” facendone largo uso nelle loro marina da guerra. Gli Shekelesh avevano la loro base a Dor sulle coste della Palestina, porto e caposaldo da cui partivano per assestare i loro attacchi.</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>A farne le spese di questa lunga guerra non furono solo i grandi regni mediorientali o il sistema Minoico Miceneo, che implosero per non potere difendere le loro città ed i loro cittadini, determinando così lo scollamento di ogni coesione statale. La richiesta di protezione ai nuovi venuti, da parte delle città che si arrendevano ai popoli del mare, completava il quadro. </i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>In Egitto i faraoni persero tutti i possedimenti esterni, per lungo tempo perfino il controllo dell’intero delta del Nilo, larghe porzioni di territorio del confine occidentale, dove dovettero subire la potente pressione dei Libu, arretrarono verso caposaldi sempre più interni, riuscendo a mala pena a difendere le loro città ed i campi di grano addossate al bacino fluviale del Nilo. </i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>Questo libro di Claudio D’Angelo, rappresenta un livello di studio abbastanza alto di quel periodo, nel contempo però la scrittura è scorrevole, a piè pagina vi sono i richiami delle fonti dei vari testi ed autori che aiutano il lettore a risalire alle fonti.</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>I popoli del mare, una volta completata la rivoluzione, con la sconfitta e la de-strutturazione dei grandi regni dell’Asia Minore, ritornarono in gran parte nelle loro terre d’origine, così fu anche per i Siculi i cui marinai-guerrieri-pirati ritornarono stabilmente in Sicilia, nel Meridione d’Italia, nell’Adriatico, sulle coste dalmate, nell’Epiro (Albania). I Shardana ritornarono in Sardegna, mentre i Thursa(Etruschi) lasciarono le coste della Licia e si trasferirono nell’odierna Toscana ed alto Lazio.</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>Siamo intorno al 1000 ac, e da qui inizia un’altra storia che vedrà il contrapporsi in Sicilia tra i discendenti degli antichi Siculi (i Sicani) e questi nuovi Siculi con una cultura cosiddetta orientaleggiante, tecnologie più avanzate, anche nelle costruzioni, ed una lingua più moderna di quella dei discendenti dei loro antenati Sicani.</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>Di questo scontro non abbiamo documentazione storica, se non fumosi accenni di qualche storico vissuto molti secoli dopo, attingendo insicure notizie dalla tradizione orale popolare, spesso intrisa da elementi fantastici e leggendari, propri dell’età cosiddetta leggendaria. Sta il fatto che i Sicani si attestarono al centro della Sicilia, da Enna verso occidente, spesso sulle alture ben difendibili. Ci rimangono le sepolture, i manufatti, la descrizione a posteriori di alcuni riti religiosi, quello verso la Dea Madre, storie agganciate al Mito come quella su Dedalo, Cocalo e Minosse, Orione, Scilla e Cariddi, alcuni luoghi di osservazione astronomica, e quello che è più importante i toponimi in zona sicana da cui etimologicamente si può giungere al significato, per cui rimando ad una recente pubblicazione sull’argomento di Enrico Caltagirone “SIKANIA”- dai Miti alla Storia edizioni EtaBeta 2020.<br />In conclusione l’azione dei Popoli del Mare è stata una vera e propria rivoluzione, da allora, nell’immaginario collettivo e nel racconto mitologico, le Colonne d’Ercole furono spostate dallo Stretto di Messina a quello di Gibilterra;</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>la civiltà dunque si espanse dal Medio Oriente al Mediterraneo occidentale, prese vita la Grecia delle libere Poleis, sulle ceneri degli antichi regni micenei. Nuove realtà sorsero in Oriente come i Fenici che divennero il fulcro commerciale dell’area mediterranea, insediandosi anche in Sicilia con pacifiche stazioni commerciali marittime e nel Meridione d’Italia; sorsero le città stato degli Etruschi. Qualche secolo dopo compare inoltre l’alfabeto consonantico-vocalico nelle varie forme Siculo, Italico, Etrusco e naturalmente Greco, incentivando la scrittura, la poesia e la letteratura.</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>Un mondo era cambiato e Claudio D’Angelo in questo suo libro ne segue l’itinerario storico fin oggi conosciuto, aggiungendo intuizioni ed ipotesi interessanti. Un libro da leggere e da consultare e che dà stimoli nuovi per la conoscenza delle origini della nostra civiltà occidentale.</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><i>By Antonio Cattino© ottobre 2021</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="color: #cc0000; font-size: medium;">Il libro <Gli SHEKELESH e La Rivoluzione dei popoli del Mare>, di Claudio D’Angelo- si può ordinare su Amazon </span><span style="color: #cc0000; font-size: large;">–</span><span style="color: #cc0000; font-size: large;"> IBS – presso la Casa Editrice ETABETA-ps (Monza Brianza) -</span><span style="color: #cc0000; font-size: large;">mail </span><i style="color: #cc0000; font-size: large;"><supporto@etabeta-ps.com></i><span style="color: #cc0000; font-size: large;"> o contattando direttamente Claudio D’Angelo sulla chat di Messanger.</span></p><div><br /></div>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-3398574392736354302021-09-12T06:11:00.005+02:002021-09-12T19:18:04.512+02:00 Antonio Cattino: quattro mie poesie
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvDY-HEwXFXpEqt8iCw9GW0-UGYCGV1D0MCS5GgNl_jSRENIOAVipkm-hTEH1vAkF5GI173hipf11YpjcRq516xiBBCVOQgXQkQAygm0p_h8qjqRLFvUim4hglwGjMEXhQZJ4APDpC9uPx/s336/248488_1759534993597_1395696165_31604999_4038869_n%255B1%255D+io.jpg" style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto; padding: 1em 0px; text-align: center;"><img alt="" border="0" data-original-height="312" data-original-width="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvDY-HEwXFXpEqt8iCw9GW0-UGYCGV1D0MCS5GgNl_jSRENIOAVipkm-hTEH1vAkF5GI173hipf11YpjcRq516xiBBCVOQgXQkQAygm0p_h8qjqRLFvUim4hglwGjMEXhQZJ4APDpC9uPx/s400/248488_1759534993597_1395696165_31604999_4038869_n%255B1%255D+io.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Antonio Cattino</td></tr></tbody></table>
<span style="font-size: medium;">
<br /><br />FESTA FINALE<br /><br />Quando lascerò queste contrade<br />che al mare si affacciano ridenti,
<br />onde aprire il velo dell'ignoto,
<br />vorrei che voi amici della vita
<br />allegro saluto mi rendeste
<br />coi fiori colti sulle mie colline.
<br /> Non pianti né cordogli ma canzoni.
<br />scelte per feste delle estive notti.
<br />nello splendore di lucente luna
<br />che ai visi degli amanti dà chiarore,
<br />poi scritto in fondo della sala, </span><div><span style="font-size: medium;">in colorate lettere, un bandone:
<br />"Nulla lasciai di mio in questa terra,
<br />solo il ricordo delle mie idee,
<br />le mie poesie i miei pensieri,
<br />le sciolte righe che talvolta scrissi
<br />per dare senso e corpo al mio sentire,
<br />d’amor sognai e d’amor amai
<br />ogni mia premura all’amicizia diedi,
<br />mio ideale fu la convivenza
<br />scevra da ingiustizie ed egoismi.
<br />Un drappo rosso fu la mia bandiera
<br />oggi presente nel mio ri-partire". <br />Questa visione nella mente accesa
<br />nel sonno della sera poi svanì,
<br />e nel sogno la vista mi apparve
di fanciullina <br />che per man mi prese
in un fiorito prato senza fine,
<br /> e mi condusse con gaio sgambettare
<br />da una vecchina che, con un sorriso,
<br />mi chiese il desiderio più ambito,
<br />ed io dopo breve meditare:
<br />“Avere grandi ali per volare”.
<br /> Antonio Cattino © <br /><br />SOGNA L’AMORE
<br /><br />Sogna l’amore,
sognalo,
<br />e sognalo ancora,
<br />perché quando giungerà
<br />non sarà né legno né brocca:
<br />respiro d’anima sarà,
<br />gorgoglio di sangue, <br /> esaltazione di sensi e pensieri,
<br />sussurri interrotti da silenzi pensosi,
<br />lacrime e sorrisi
in sogno vissuto <br />che raggela le ore,
<br />giorni d’attesa di un’ora agognata.
<br />Attendilo con ansia l’amore,
<br />indomabile ansia,
<br />non come quando attendi il postino.
<br />Quando giungerà
consegnalo ai tuoi sogni,
<br />e fanne di esso sogno,
<br />anche quando gli parlerai
<br />con gli occhi fissi nei suoi.
<br />Ed allora sognalo,
<br />sognalo ancora;
<br />l’amore non è una stampella
<br />è respiro d’anima,
<br />vive del sogno
<br />come d’aria la vita.
<br />Antonio Cattino©
<br /><br /> DOPO IL TRAMONTO - <br /><br /> Esausti riverberi di luce
<br />disegnano graffiti d'argento,
<br />tutto s'adagia
in veli di seta sbiaditi,
<br />anche il cielo e il mare
che <br />all'incerto orizzonte
sgomenti si fondono.
<br />Lente spumose risacche
infondono <br />brevi note di vita
alla rena indolente,
<br />cristallini soffusi fragorii
depositano pensieri.
<br />Mani di brezza
accarezzano alberi
<br />che ai tuoi sogni s’inchinano
<br />e tu viaggi per stagioni novelle.
<br />Antonio Cattino©
<br /><br />SUGNU LIVARA VECCHIA. (SONO UN VECCHIO ULIVO) <br /> Poesia in lingua poetica siciliana. Con traduzione in italiano.<br /> <br />Sugnu livara vecchia, sula, sulagna,
<br />cu'n truncu chi penni nturciniatu,
<br />sutta di mia passau lu mali e lu sdiregnu,
<br />e vitti ogni sorta di piccatu.
<br /><br />Oramai nuddu ‘i mia si pigghia cura,
<br />nuddu viddanu, nudda viddanedda,
<br />c’è cu a mia s’accusta sulu pi cugghìri
<br />‘ddi quattru alivi chi la me’ frunna jetta.
<br /> Fineru li tempi di li granni festi,
<br />nta sta cuddina, quann’era ricugghiusa,
<br />quannu vinia lu tempu dâ cugghiuta
<br />o quannu si ripassava la munnata;
<br />ora mi vardu attornu scunsulata,
<br />vicinu a mia taliu na mala vista:
<br />—sdiruti mura, cu nfistanti erbi,
<br />arvuri sicchi di lu focu nniruti,
<br />viscidi serpi dî ramarri sicuti.
<br /><br />L’argentu di li pampini riappari,
<br />comu d’incantu, a ogni primavera,
<br />quasi pi mmucciari cu lu so’ splinnuri
<br />stu truncu malannatu chi li susteni.
<br />Li livari novi sunnu canziati, <br /> a sestu li gghiantarunu i viddani.
<br /> Eu nta n’armacia su’ arridduciuta,
<br />dî livareddi taliu lu cimiddìari.
<br /><br />Vitti li guerri, li sbudeddamenti,
<br />disfidi di putenti cavaleri e puru,
<br />infimi tiratini di cuteddi, <br /> pi quattru sordi passati ‘i manu.
<br /> Vitti li tradimenti e li cungiuri. <br /> Vitti l’ipocrisia, la chiù facciola,<br /> chidda ch’incanta sulu pi menz’ura,
<br />vaddannuti cu occhi traditura.
<br />Vitti lu chiantu di l’omu assirvutu,
<br />supraniatu di chiddu putenti, <br />chi gghiutti feli e mutu fatica <br />bbruciannusi la schina a lu caluri.
<br />d’un suli ardenti, chi cainu s’appreca.
<br /><br /> Vitti l’invidia chi ceca scinnia, <br /> e traballannu, jittava minzogni
<br />supra di chiddi, chi bonu vidennu,
<br />la strata facianu senza mpitugghi.
<br />E poi lu piccatu chiù nfirnali,
<br />chiddu di la vinditta fridda e scura,
<br />chi passa supra ogni bona ragiuni
<br />nfuscannu lu sennu e ogni sintiri.
<br /><br />Niscennu di la mitafura m’addunu
<br />chi intra a idda, eu m’avia spirdutu,
<br />ntra li mali di lu munnu di l’umani,
<br />chi ‘n-ogni tempu hannu statu uguali.
<br /><br />Lu gelu già sintia di la morti,
<br />quannu m’arricurdai di na sirata,
<br />a la calata rusata di lu suli, <br /> vitti l’amuri, chiddu chiù carnali:
<br />“Du’ juvini chi circavanu ricettu
<br />sutta i me’ frunni pir putirisi amari.
<br />E poi ierunu a lu chianu, a la marina,
<br />vvrazzati versu lu russu dû tramuntu
<br />cheti discurrennu e cu affettu ‘i cori
<br />si stisiru a la plaja, a li suspira dannu <br />ogni muta palora di l’amuri.”
<br /><br />Vinni la notti e, a una-a una,
<br />li stiddi cumpuneru u firmamentu.
<br />Di lu me’ truncu nturciniatu mi scurdai,
<br />nta sta malìa, sintennumi spirdutu, <br />mentri
lu zichiari di li cicali, svigghiu mi tinni,
<br />e sulu, ma chinu di l’immensu, <br /> pigghiai la me’ truscia e mi n’annai.
<br />Antonio Cattino© <br /><br />Traduzione in lingua italiana
<br /><br /> SONO UN VECCHIO ULIVO.
<br /><br /><i>Sono un vecchio ulivo, solo, solingo,/ con un tronco ricurvo e attorcigliato,/sotto di me è passato il male e la violenza/ ed ho visto ogni sorta di peccato. <br /><br /></i></span><i><span style="font-size: large;">Oramai nessuno di me si prende cura,/ nessun bracciante, nessuna villanella,/ c’è chi a me s’avvicina / solo per cogliere quelle quattro olive che la mia chioma getta.</span><span style="font-size: medium;"><br />Sono finiti i tempi delle grandi feste,/ su questa collina, quand’era rigogliosa,/quando veniva il tempo della raccolta
o quando si rinnovava la pulitura; /ora mi guardo intorno sconsolato, /vicino a me osservo una mala vista: /diruti muri con erbe infestanti, /alberi secchi dal fuoco anneriti, /viscide serpi da ramarri inseguiti.// <br /><br />L’argento delle foglie riappare, / come d’incanto, ad ogni primavera, / quasi per nascondere, col suo splendore, /questo tronco malandato che le sostiene.
<br /> Gli ulivi nuovi sono lontani,
a sesto li hanno piantati i contadini./ Io in una terrazza sono relegato, / dei nuovi ulivi guardo l’ondeggiare.
<br /><br />Ho visto guerre, massacri,/ disfide di potenti cavalieri, e pure,/ infimi duelli al coltello, /per quattro soldi cambiati di mano. /Ho visto tradimenti e congiure./ Ho visto l’ipocrisia, quella più sfacciata,/ quella che incanta solo per mezz’ora,/ guardandoti con gli occhi traditori./ Ho visto il pianto dell’uomo asservito, /nei soprusi da quello potente, /che ingoia fiele e in silenzio lavora, /bruciandosi la schiena al calore. /d’un sole rovente che caino s’ostina. <br /><br />Ho visto l’invidia, cieca discendere/ e tentennando sbottare menzogne,/ sopra coloro che bene vedendo,/ la strada facevano senza impedimenti./ E poi il peccato più infernale,
quella della vendetta fredda e oscura,/ che passa sopra ogni buona ragione, /offuscando il senno ed il sentire.
<br /><br />Uscendo dalla metafora m’accorgo/ che dentro ad essa io mi ero perso,/ fra i mali del mondo degli umani, /che in ogni tempo sono stati uguali.<br /><br />Il gelo già sentivo della morte,/ quando mi ricordai di una serata, /al rosato calar del sole, /vidi l’amore, quello più carnale:
“Due giovani cercarono la quiete/ sotto i miei rami per potersi amare./ E poi andarono al piano, alla marina,/abbracciati verso il rosso del tramonto,/ discorrendo quieti, con affetto e cuore,/ si stesero sulla spiaggia, dando ai sospiri,/ ogni muta parola dell’amore.”
<br /><br /> Venne la notte e, ad una.ad una, /le stelle composero il firmamento. /Del mio tronco attorcigliato mi scordai, /in questa magia, sentendomi sperduto, /sveglio per il frinire delle cicale/ e solo, ma colmo dell’immenso,/ presi il mio fardello e me ne andai.
<br />Antonio Cattino© </span></i></div>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-73996949254469984422021-08-08T21:03:00.000+02:002021-08-08T21:03:59.424+02:00I MITI DELLA BIBBIA al vaglio della scienza - nuovo libro di Enrico Caltagirone – Ed. EtaBeta, giugno 2021 <br /><p><br /></p><p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbI3FF_NqdMvlqrT7UrFoSz09dc2myFRyDv7rZ-aIPTOjijeKHTFXK5JfZYRtnbOXeHXpaYw4IdadHJxE45jpbOUFNhyaoNNmN3pMTKOK_v7t93CJ492KHTO7mGhbmRCXU6t4JAJQzV8US/s2048/Image+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1374" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbI3FF_NqdMvlqrT7UrFoSz09dc2myFRyDv7rZ-aIPTOjijeKHTFXK5JfZYRtnbOXeHXpaYw4IdadHJxE45jpbOUFNhyaoNNmN3pMTKOK_v7t93CJ492KHTO7mGhbmRCXU6t4JAJQzV8US/w315-h426/Image+%25282%2529.jpg" width="315" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La copertina del libro</td></tr></tbody></table><br /></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br />Questo nuovo lavoro di Enrico Caltagirone, incentrato sui Miti e le leggende contenute nel Vecchio Testamento, non vuole essere una confutazione dell’esistenza di Dio, tutt’altro. Esso è invece la spiegazione in termini puramente scientifici e razionali dei Miti e dei fenomeni che si succedono nel racconto biblico e che i redattori individuarono quali interventi della volontà divina, non avendo allora, conoscenza alcuna delle cause di tali fenomeni.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Volontà divina che si manifestava, a volte per punire l’umanità resasi empia e irriverente verso i precetti che Dio aveva dettato, è il caso della distruzione di Sodoma e Gomorra, del Diluvio Universale, con la leggenda di Noè, ma anche dei Miti e delle leggende aventi finalità salvifiche come il successo dell’Esodo degli Ebrei dall’Egitto, con l’attraversamento “miracoloso” del Mar Rosso, sotto la guida di Mosè, seguito poi dalla dettatura allo stesso Mosè dei Dieci Comandamenti sul monte Sinai, che saranno la legge fondamentale per il popolo Ebraico ed il suo rapporto con l’unico Dio.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">O ancora il ricordo struggente dell’Eden, il rigoglioso giardino incantato, dove con Adamo ed Eva l’umanità fece i sui primi passi e si macchiò del peccato originale, mangiando il frutto proibito della conoscenza.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Enrico Caltagirone ci offre quindi una lettura avvincente e coinvolgente, del percorso biblico, inquadrando storicamente ogni avvenimento, ed individuandone le fonti spesso in precedenti racconti e saghe di culture e popoli con cui gli Israeliti entrarono in contatto, ai quali si ispirarono per riproporli nella stesura della Bibbia.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: medium;">In quest’opera d’indagine e narrazione, Enrico Caltagirone si è avvalso di seri studi e ricerche, nonché della collaborazione di valenti e chiari studiosi come il prof. Francesco Torre, già docente di Geomorfologia ed archeologia subacquea dell’Università di Bologna ed anche dell’affermato ricercatore storico Claudio D’Angelo che ha indagato a fondo sulla rivoluzione dei Popoli del Mare ed il rapporto tra questi popoli con le realtà del medio oriente, cananee, ebraiche ed egizie, in particolare.</span><br /><br /></span></p><h4 style="clear: both; text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><i>L'importanza della linguistica</i></span></h4><p></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Enrico Caltagirone, profondo conoscitore di antiche lingue orientali afferma, con cognizione di causa, che la traduzione in greco della Bibbia, dall’aramaico e dall’ebraico, operata dai 70 saggi che si dettero convegno ad Alessandria d’Egitto nel III secolo (a.c.), contiene degli errori di traduzione esiziali a causa della loro limitata conoscenza di quelle antiche lingue, specie nelle vocalizzazioni, fatte a caso negli scritti in lingue semitiche consonantiche, non cogliendo spesso il valore metaforico di alcuni passi ed episodi biblici. Cosa che successe in seguito anche con le traduzioni in latino per quanto riguarda la stessa chiesa cristiana.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Risulta chiaro poi, a prescindere dagli errori di traduzione, che la Bibbia ci viene tramandata da primitivi sacerdoti ed esegeti Israeliti, coscienza civile e religiosa di un piccolo popolo tribale di pastori, arretrato e superstizioso, tenuto a freno da una legge divina vendicativa e violenta nelle espressioni, che si condensano nella massima “<i>occhio per occhio, dente per dente”.</i></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: large;">Si è dovuto attendere, conclude Enrico Caltagirone, la venuta di Gesù Cristo per dare alla nuova religione giudaico-cristiana quella spiritualità che per lunghi secoli è mancata a quella ebraica.</span></p><p><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: medium;">Antonio Cattino© agosto 2021.</span><br /><br /><br /><span style="color: red;">Il libro </span></span><span style="color: red;"><span style="font-family: verdana;">I MITI DELLA BIBBIA al vaglio della scienza - di Enrico Caltagirone – Ed. EtaBeta, giugno 2021 - </span><span style="font-family: verdana;">si può richiedere alla Casa Editrice ETABETA o presso le librerie On Line AMAZON ed IBS</span></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"> </span></p><p><br /></p>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-57118811878728903282021-07-07T12:08:00.004+02:002021-07-07T17:54:10.727+02:00JOSÈ RUSSOTTI- Secondo volume della “Antologia di Poeti Siciliani” Edita dall’Associazione ”Fogghi Mavvagnoti” (Fogli Malvagnesi) <p> <br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxSe_HZ92PU9INaE9sEUCzcbJ-tsCrvmcKKc1k7-ZhL3siz4KHjXHSbc9CA_zaO_bBpevGcvjB6whoHZX4KeW-cmnW-s3SzdvNbAC5Wbn8YQzDqZOGlOMjA9eW4gqMXtF0lZeFeVoO6eIa/s960/203830371_2639061976389196_2786707773116853033_n+secondo+volume.jpg" style="font-family: verdana; font-size: x-large; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxSe_HZ92PU9INaE9sEUCzcbJ-tsCrvmcKKc1k7-ZhL3siz4KHjXHSbc9CA_zaO_bBpevGcvjB6whoHZX4KeW-cmnW-s3SzdvNbAC5Wbn8YQzDqZOGlOMjA9eW4gqMXtF0lZeFeVoO6eIa/s16000/203830371_2639061976389196_2786707773116853033_n+secondo+volume.jpg" /></a><br /><span style="font-family: verdana; text-align: left;"><span style="font-size: large;"><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />Prende corpo e completezza la grande Antologia di poeti siciliani ideata e
diretta da Josè Russotti che fa il quadro, ad oggi, secondo suoi parametri, della estesa presenza di poeti in Sicilia, sia che
scrivano in dialetto o Lingua Madre Siciliana che in Lingua Italiana. Il
secondo volume consta di circa 380 pagine e come il primo è edito in elegante
veste tipografica, esso è presentato da una prefazione di Lorenzo Spurio e nota
conclusiva di Tommaso Romano. Questo
secondo volume in quanto contenuti, si muove nella scia del primo, per ogni
poeta vi sono le note biografiche e quelle critiche, nonché alcune poesie
scelte dall’autore, che insieme alla bibliografia danno in modo completo la
dimensione letteraria di ogni autore.</span></span></div><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-family: verdana; font-size: x-large;">Varata questa nuova fatica, Josè
Russotti, già sta lavorando per il terzo volume dell’Antologia, elemento che darà all’opera quella dimensione di monumentalità che merita la
Poesia dei Siciliani.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: large;"></span></p><div style="text-align: left;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: verdana;">Anche in apertura a questo volume vi è un gruppo iniziale di Poeti che con la
loro opera hanno conformato la storia della Poesia in Sicilia a cavallo tra i
due secoli, alcuni viventi, altri di recente scomparsi, tra cui Maria Costa, Gesualdo
Bufalino, Leonardo Sciascia, Stefano D’Arrigo, Vann’Antò e non per ultimi Salvatore
Camilleri ed Enrico Caltagirone, questi ultimi, oltre che poeti, filologi di valore di cui la
Sicilia si fregia.</span></span></div><span style="font-size: large;"><span style="font-family: verdana;"><div style="text-align: left;"><span style="font-family: verdana;">Nella sua breve introduzione l’autore Josè Russotti, spiega questo risveglio
della Poesia in Sicilia, ma più complessivamente in tutto il mondo, come fatto di resistenza ai luoghi comuni
diffusi dal bombardamento </span><span style="font-family: verdana;">mediatico in atto, proveniente dagli strati più bassi
della globalizzazione culturale ed informativa, </span><span style="font-family: verdana;">prende forma</span><span style="font-family: verdana;"> </span><span style="font-family: verdana;">quindi la religione della
“Parola Pura” scritta, per rimanere nel tempo, da spiriti liberi che sono, o
dovrebbero essere i poeti:</span></div></span></span><p></p><p class="MsoNormal"></p><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqueQByoKSBkEb3f_vdi9DP9sZsxxPAMzFlE9ZMqpjyxsm4pbjbwRWUowC20Wcgd99Dq4NLOn3q5h56qw5H-v_egCBiMYfKZ9mhi2I1bYGfVC5WB_9Z2AmIiwLm9DC4Jfn9SRhVo_ndNKr/s408/14203092_1598987653729972_4277120548954408821_n+jos%25C3%25A8+russotti.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="408" data-original-width="408" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqueQByoKSBkEb3f_vdi9DP9sZsxxPAMzFlE9ZMqpjyxsm4pbjbwRWUowC20Wcgd99Dq4NLOn3q5h56qw5H-v_egCBiMYfKZ9mhi2I1bYGfVC5WB_9Z2AmIiwLm9DC4Jfn9SRhVo_ndNKr/s320/14203092_1598987653729972_4277120548954408821_n+jos%25C3%25A8+russotti.jpg" /></a><i><br /><br /><span style="color: #2b00fe; font-size: large;">La poesia è seme che scanala nella terra,</span></i></div>
<span style="color: #2b00fe; font-size: large;"><i><div style="text-align: center;"><i>radice che non conosce confine. </i><i>È un passo</i></div></i><i><div style="text-align: center;"><i>dietro il buio o nell’alba di tutti i giorni.</i></div>
</i><i><div style="text-align: center;"><i>È
un lampo nel cielo, il vino nel bicchiere,</i></div><div style="text-align: center;"><i>la gioia stampata sulle labbra,</i></div><div style="text-align: center;"><i>l’ansia del puro.</i></div></i></span><div style="text-align: center;"><span style="color: #2b00fe; font-size: large;"><br />Josè Russotti©</span></div><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">
<br /><span style="font-size: medium;"><span style="color: #cc0000;">
P.s. Coloro che intendessero ricevere uno o i due volumi, possono mettersi in
contatto direttamente con Josè Russotti, su FB- Messanger o WhatsApp, o inviando una mail al suo
indirizzo di Posta Elettronica:</span><br />
</span></span><span style="font-size: medium;"><a href="mailto:joserussotti52@gmail.com">joserussotti52@gmail.com</a><br /></span>
<br />
scritto da Antonio Cattino<span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">©</span> Luglio 2021<o:p></o:p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br />Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-73063093378812618502021-06-02T19:55:00.002+02:002021-06-02T22:40:08.803+02:00 MARIA PIA CRISAFULLI - La vita là fuori - poesie e metapoesie - silloge poetica<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAK_rs-KYTyutxwTEoO_dKRUS0u20XEOd_VQ0YIq62Dmr5t6i2oynfqqULRW0uPDsd9Sohukno2CetKeIIgrJcmck31Z8FcGlDn2xfg_srVa_sYERGTr2c-eHHr7XRTlrE2yUnGAk2_heg/s993/La+vita+l%25C3%25A0+fuori+Mariapia+Crisafulli.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="993" data-original-width="715" height="418" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAK_rs-KYTyutxwTEoO_dKRUS0u20XEOd_VQ0YIq62Dmr5t6i2oynfqqULRW0uPDsd9Sohukno2CetKeIIgrJcmck31Z8FcGlDn2xfg_srVa_sYERGTr2c-eHHr7XRTlrE2yUnGAk2_heg/w373-h418/La+vita+l%25C3%25A0+fuori+Mariapia+Crisafulli.jpg" width="373" /></a></div><br /><p></p><br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVED-Xr8oVTF9Ol1Loue4hWqymchlwB2-MuuQFpZujiuO6StGw4eWt6wvjZ1DI48fHuTwchvc4MzjKNYq-zOTqFp5r2bbaDeT4VsTcCQqYD6EvEYQjEfVdhIfdclsjb4eZgZ998H_xMblX/s1081/24273499_1570751032963160_3912108584419065847_o+Mariapia+l.+Crisafulli.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1081" data-original-width="1079" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVED-Xr8oVTF9Ol1Loue4hWqymchlwB2-MuuQFpZujiuO6StGw4eWt6wvjZ1DI48fHuTwchvc4MzjKNYq-zOTqFp5r2bbaDeT4VsTcCQqYD6EvEYQjEfVdhIfdclsjb4eZgZ998H_xMblX/w303-h320/24273499_1570751032963160_3912108584419065847_o+Mariapia+l.+Crisafulli.jpg" width="303" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mariapia Crisafulli</td></tr></tbody></table><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><i><span style="font-size: medium;">È un brusio la vita, e questi persi</span></i></p><p><i><span style="font-size: medium;"> in essa, la perdono serenamente,</span></i></p><p><i><span style="font-size: medium;"> se il cuore ne hanno pieno: a godersi</span></i></p><p><i><span style="font-size: medium;"><br /></span></i></p><p><i><span style="font-size: medium;"> eccoli, miseri, la sera: e potente</span></i></p><p><i><span style="font-size: medium;"> in essi, inermi, per essi, il mito</span></i></p><p><i><span style="font-size: medium;"> rinasce… Ma io, con il cuore cosciente</span></i></p><p><i><span style="font-size: medium;"><br /></span></i></p><p><i><span style="font-size: medium;"> di chi soltanto nella storia ha vita,</span></i></p><p><i><span style="font-size: medium;"> potrò mai più con pura passione operare,</span></i></p><p><i><span style="font-size: medium;"> se so che la nostra storia è finita? </span></i></p><p><i><b><span style="font-size: medium;">Pier Paolo Pasolini</span></b></i></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Questi versi di Pasolini, che la poetessa Mariapia Crisafulli ha scelto di apporre, quasi come incipit, alla sua silloge poetica <i>La vita là fuori, prefazione di Franca Alaimo – Edita da MACABOR-2021,</i> sono la chiave e la via che lei seguirà per quasi tutta la silloge.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Lei, affacciata sul suo mare, limpido e trasparente, che apre lo Stretto a Sud-Est, nella cittadina jonica del messinese di Santa Teresa Riva, decide di resistere all’omologazione imposta dalla globalizzazione, al decadimento dei valori, alla sottile coercizione delle individualità, nonché allo svuotamento dei sentimenti, con la conseguente mercificazione dell’amore e dei rapporti umani.</span></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana;"> </span><span style="font-family: verdana;">Mentre Pasolini segue un filo di un ragionamento razionalista estremo, approdando </span><span style="font-family: verdana;">alla conclusione che <i>la nostra storia</i> oramai sia finita, intendendo con quest’affermazione che è finita quella Storia pervasa dagli ideali della Resistenza, e quindi prevedendo la vittoria della globalizzazione capitalistica, col conseguente instaurarsi di un pensiero unico, senza memoria e senza riferimenti culturali condivisibili, solo finalizzato al consumismo al massimo profitto; la nostra poetessa si commuove nell’osservare i volti e le storie degli uomini comuni, che popolano le stazioni, che viaggiano sui treni, mentre denuncia le guerre che insanguinano le sfortunate periferie del mondo, fomentate dai cinici detentori del nuovo potere mondiale. <br />È questa l’umanità che vive a prescindere, che forse disillusa vive la vita come dovere di vivere, ma che in seno ha sentimenti, aspirazioni e pensieri, che attendono di essere organizzati ed espressi: “</span><i style="font-family: verdana;">Ti lascio i miei volti/ rubati in stazione/ Tutto l’umano che conosco/ e possiedo sta lì…” </i><span style="font-family: verdana;">ed ancora per sottolineare l’umanità vera di quei volti,</span><i style="font-family: verdana;">“…Questo ho scoperto nei volti/ dispersi e ammassati/ tra le banchine e i sottopassi/in cui usuro le cicche”.</i></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: medium;">Ma la nostra poetessa è anche una giovane donna che vive l’amore con profonda passionalità e sensualità, condizione questa della sua Resilienza al vuoto ed agli stereotipi che vi sono al di là della finestra, una riaffermazione quindi di sé, della sua individualità, portata all’estremo sfinimento per levitare insieme al suo compagno, lei afferma, <i>come i cherubini</i>.</span></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ed allora, per esistere e resistere in questo mondo in cui impera il mordi e fuggi, l’immagine e l’apparenza, bisogna ritornare alla tradizione, prendere dal passato per costruire il futuro. I morti, dice Mariapia, non sono fatue presenze che ti vivono accanto, ma sono stratificazioni di vita che ti vivono dentro, che formano il tuo carattere e guidano le tue scelte. Noi saremmo ben poco senza queste presenze di vite altre, saremmo solo delle appendici dei televisori e degli schermi dei computers.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Infatti lei rivede col pensiero la nonna nella vecchia casa, che impasta il pane, e che le racconta storie vere o immaginarie del passato, in una affabulazione virtuosa che in ogni caso lascia nella poetessa elementi pulsanti di conoscenza, mentre nella stessa casa, ora abitata dalla zia, lei impara a cuocere il mosto. Immagini queste che ci portano echi di Guido Gozzano, ma che a Mariapia servono per affermare il concetto che bisogna partire dalle tradizioni per essere più forti e scegliere la rotta, che conduca al porto sicuro anche nella burrasca, e questo porto per Mariapia Crisafulli, è <i>il mare aperto: “...Il cambiamento non sta/ nel vento che arriva/ ma nella vela che lo raccoglie/ che insegue la rotta…”.</i></span></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: verdana;">In conclusione alla silloge la poetessa scrive della sua passione totalizzante per la Poesia, a cui dedica tutte le sue forze interiori, sottraendo, lei dice, ore ed ore alla notte ed al riposo. La Poesia quindi come ragione di vita, come dovere di lasciare la parola scritta dei propri pensieri, e di consegnarla ai lettori in un continuo scambio culturale che dia dinamicità alla vita stessa. Lei critica chi scrive poesia solo per diletto, dimenticando che la poesia nasce dal cuore e dallo spirito, che è connaturata all’indole del poeta come un marchio impresso nell’anima, la conclusione è vera e impietosa: </span><i style="font-family: verdana;">“Siamo poeti il tempo di una sigaretta. (…) Poi ognuno a casa propria”.</i></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><span style="font-size: medium;">La poetica di Mariapia Crisafulli si basa su una versificazione libera, il tono colloquiale, vicino alla prosa, realizza il suo ritmo con le assonanze delle parole. </span></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">A volte vi sono dei rimandi da una poesia all’altra, in un discorso unitario che è la silloge ed al suo interno la sezione tematica, non usa di sovente punteggiatura, ponendoci davanti ad un tipo di poesia nuova, non scevra da sperimentalismi, che si affianca alle tendenze poetiche più attuali. Ciò non toglie che la lettura sia godibile e di sicuro coinvolgimento del lettore.</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Scritto da Antonio Cattino. 2 Giugno 2021.<br /><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">L’AUTRICE</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Mariapia L. Crisafulli (Messina, 1996) vive a Santa Teresa di </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Riva, nel messinese. </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Ha pubblicato due raccolte di poesie: Un’altra notte d’emozioni</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">(Kimerik, 2012), Come un’Odissea. Appunti di viaggio (Macabor, </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">2019), opera, ancora inedita, seconda classificata al «Premio </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Casinò di Sanremo A. Semeria» 2018. E un libro di racconti: </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Odòs. Storie di Strade (Cavinato, 2017). </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Suoi testi e contributi sono stati ospitati, tra gli altri, su «Re pubblica», «Libreriamo», «Poesia Ultracontemporanea», «In Storia»; nelle antologie Il segreto delle fragole (Lietocolle), Bellezza </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">senza vanità. Poesie d’amore per gli animali e Secolo Donna 2018 –</span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Almanacco di poesia italiana (Macabor). </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Si occupa di critica letteraria collaborando a varie iniziative </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">editoriali. </span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;"></span></p><p><span style="font-family: verdana; font-size: medium;">Collabora al bimestrale di poesia «Il sarto di Ulm».</span></p><div><br /></div>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-88404231172026365032021-04-23T22:25:00.002+02:002021-04-27T07:23:02.039+02:00Salvatore Camilleri - Un Poeta che ha restituito la lingua madre ai siciliani - articolo di Alessio Patti<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjymEOhhBhQty4E6aW5Pz3iAynNcjOE-nK-tW5A2q2P9Augt0lHyWpWjkwPP7JZWGqEf9HDEmLoyguHNQjGsmDWv3E9OSQJDy3kSeVIfj3DPPmvoUbn8pb_f8sPe1zaC58ChFTNm8kELl_q/s1367/176632963_210195233874656_6946172838737902362_n+prof.+salvatore+camilleri.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1367" data-original-width="1202" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjymEOhhBhQty4E6aW5Pz3iAynNcjOE-nK-tW5A2q2P9Augt0lHyWpWjkwPP7JZWGqEf9HDEmLoyguHNQjGsmDWv3E9OSQJDy3kSeVIfj3DPPmvoUbn8pb_f8sPe1zaC58ChFTNm8kELl_q/w281-h320/176632963_210195233874656_6946172838737902362_n+prof.+salvatore+camilleri.jpg" width="281" /></a></div> Salvatore Camilleri<p></p><p><i><span style="color: #2b00fe;"><b>(A.Cattino) - Un mese fa, il 24 marzo, ha cessato di vivere il Poeta e grande studioso della Lingua Siciliana, Salvatore Camilleri. Nel rinnovare il mio cordoglio, ho chiesto all'amico Poeta e drammaturgo, nonchè translatore in Siciliano di opere classiche internazionali, Alessio Patti, che si pregia di essere stato suo discepolo ed amico, di scrivere un ricordo del Maestro, cosa che gentilmente Alessio mi ha inviato e che pubblico integralmente:</b></span></i></p><p><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: medium;"><b><br /><br />Ci ha lasciati da pochissimo</b>, <b>Salvatore Camilleri</b>, a un passo dai suoi 100 anni;
lui, il più esperto rappresentante della poesia e della lingua aulica siciliana di
questo secolo; un grande “<i>varvasapiu</i>”, forse l’ultimo di una Sicilia che non
rivedremo mai più. Respingeva categoricamente il titolo di “Prof.”, preferend</span><span style="font-size: medium;">o,
invece, quello di poeta, perché diceva che: “<i>I poeti sono coloro che creano
qualcosa. Sono essi che creano e formano la lingua dei popoli, ancor meglio dei
glottologi”.</i>
Io lo conobbi circa 35 anni fa e ne divenni subito amico e discepolo. Tra decine
di vocabolari e grammatiche, io scelsi il suo vocabolario “<b>Italiano-Siciliano</b>” e
la sua “<b>Grammatica siciliana</b>”, e ad oggi sono rimasto fedele a queste opere
straordinarie che hanno aiutato me e molti altri poeti a promulgare nel modo
rigoroso e corretto la lingua madre siciliana del nostro secolo.
Oggi si parla troppo di vernacoli e poco di lingua madre siciliana perché c’è chi
ha ancora molteplici interessi politici nel conservare soggiogati la nazione
siciliana e il suo popolo. Contro questa condizione Salvatore Camilleri iniziò
un’opera sorprendente (che io stesso porto avanti da decenni, seguendo i suoi
principi), quella di creare strumenti formativi e didattici riscrivendo nella lingua
madre dei siciliani la letteratura più riconosciuta nel mondo occidentale;
giacché, come egli ha detto “<i>la nostra lingua ha svolto e deve continuare a
svolgere un compito di arricchimento di quella italiana. […] Grazie soprattutto
agli illetterati che sono coloro che hanno creato e creano ancora oggi le
lingue.”.</i>
Il rilievo della figura di Salvatore Camilleri si è espresso nella spinta che egli ha
saputo dare al rinnovamento della Poesia Siciliana a partire dal secondo
dopoguerra. Non c’è stato, infatti, dibattito negli ultimi 80 anni sulla lingua
siciliana che non lo abbia visto protagonista. Ed egli ha dibattuto soprattutto
perché si adottasse il siciliano nelle scuole. Ma quale siciliano?
Sappiamo che il siciliano è una lingua appartenente alla famiglia delle lingue
romanze, costituita dal latino di cui è erede, con gli apporti successivi di altri
linguaggi. </span><span style="font-size: medium;"><span>Dopo i grandi ris</span><span>ultati d</span><span>ella Scuola Poetica Palermitana e il
successivo declino, si cominciò a sussurrare che “<i>la lingua (o il dialetto
siciliano) fosse di bassa cultura, solo per il popolo: io non la pensavo così. La
storia ci insegna che il nostro idioma è nato un secolo prima di quello della
lingua italiana”. </i>(Salvatore Camilleri). E alcuni reperti storici confermano la sua
affermazione, giacché la poesia volgar siciliana probabilmente è nata già avanti
il regno di Federigo II di Svevia. Infatti leggiamo in: La poesia siciliana sotto gli
Svevi; studi e ricerche.
"<i>La canzone composta nel 1205 da Giacomo di Lentino non è sicuramente il
primo saggio della gaia scienza in volgare siciliano: anzi rivela, nella sveltezza
della fattura, nella sicurezza e nel ricorso delle rime difficili, una lunga
preparazione anteriore". </i>
Poi ci fu Dante, il gran teorizzatore del volgare illustre, che ha dic</span></span></span><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">hi</span><span style="font-family: arial;">arato nel De vulg. eloqu. I, 12 : </span><span style="font-family: arial;">«<i>et primo de siciliano </i></span><span style="font-family: arial;"><i>examinemus ingenium; nam videtur sicilianum vulgare sibi famam prae aliis asciscere, eo</i></span><span style="font-family: arial;"><i> quod quicquid poetantur Itali sicilianum vocatur, et eo quod per plures doctores indigenas invenimus graviter cecinisse…</i>». </span><span style="font-family: arial;">Risulta quindi chiaro come il <b>volgar siciliano</b>
acquistasse gloria prima di tutti gli altri, non solo perché alcuni dottori dell'isola
cantarono nobilmente, ma anche perché i più gentili e colti uomini d'ogni parte
d'Italia accorsero in Sicilia; <b>onde i loro scritti volgari furon detti siciliani.</b>
Giacomo da Lentini nella sua "<i>Dolcie cominciamento</i>" descrive un amore
giovanile:</span></span></p><p><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: medium;"> <br /><i>Cantu per la più fina <br />Che sia al mio parimenti <br />D'Agri infino in Messina. <br />Ciò è la più avenenti, <br />stella rilucienti <br />che levi la maitina. </i><br /><br /> ma anche i versi di Rinaldo d'Aquino, innamorato di una bella fanciulla
messinese: <br /> <br /><i>Amorosa donna fina, <br />Stella che levi la dia<br />Sembran le vostre bellezze<br />Sovrana fior di Messina.</i><br /><br />Queste citazioni, stralci e altro materiale ancora, mostrano chiaramente come
le dichiarazioni del Prof. Salvatore Camilleri fossero tutte fondate: la lingua
siciliana fu e deve restare lingua madre del popolo siciliano. E se si sono persi
per strada il prestigio poetico e la cultura conseguente, fu soltanto per le
condizioni di miseria del popolo siciliano dominato da altri popoli. Grazie
all’opera culturale di Salvatore Camilleri possiamo dunque ben testimoniare che
egli resterà per sempre il poeta capostipite del ‘900 che <b>ha restituito la
lingua madre ai siciliani </b>attraverso le sue opere di traslazione, il suo
vocabolario e la sua grammatica siciliana. Qualcuno obietterà che sono solo dei
libri… Si, lo sono, ma il loro potere dirompente ben presto verrà fuori perché
non ha scadenza e resiste alle alte temperature. Può causare assuefazione.
Non è soggetto a prescrizione medica e può essere somministrato ai minori di
anni 16. Pertanto i libri di cotanta cultura camilliana vanno letti d’un fiato e poi
riletti lentamente acquisendone i profondi valori e le forti radici a cui i siciliani
appartengono, affinché essi non dimentichino mai più la loro lingua madre. E
non dimenticheranno nemmeno il volto di Salvatore Camilleri, giacché si dice
che i poeti non spireranno mai, oppure moriranno sol quando vedremo
ghiacciare il fuoco o ardere la neve. È un adynatom (una figura retorica) che
tutti noi auspichiamo, anche se c’è chi nega questa possibilità essendo per
natura impossibile. Eppure “il volto” dei poeti che hanno realizzato la storia
della bella Poesia, “non si cancellerà dal nostro petto, dovranno prima
pascolare i cervi nell’etere” (Virgilio). Credo che sia questa la linea di
demarcazione tra la paura di chi scrive e l’auspicio di chi legge. <br /><br />Alessio Patti
(Poeta, commediografo, scrittore e traslatore in lingua aulica siciliana</span></span></p>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-5196666081935278842021-04-21T02:50:00.010+02:002021-04-27T20:16:12.782+02:00 "Le Mie Lenzuola” – Silloge poetica e pittorica di Pietro Cosentino (In arte Picos).<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV09BhGcjvhHwKSWfSDtREUPpkmDRQGoG8XQ2eAdi6M1rxVjcm0BG2ywcIOxkg4ZN3HBRxC64sbXaDpcY021DULSkx1XV2_iJwtLj9mJh1BdcZEKPVXs6qoM0t_sFWw-ddjI1ivqOE-b3k/s403/mostraortobotanico.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="403" data-original-width="403" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV09BhGcjvhHwKSWfSDtREUPpkmDRQGoG8XQ2eAdi6M1rxVjcm0BG2ywcIOxkg4ZN3HBRxC64sbXaDpcY021DULSkx1XV2_iJwtLj9mJh1BdcZEKPVXs6qoM0t_sFWw-ddjI1ivqOE-b3k/s320/mostraortobotanico.jpg" /></a></div><br /><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8YhP7WHcPdUJkbbmjkJuhwDhbn87NdCY3YE4gGFIWGEbdlvbuR-tYGNoOCh8iqSIeRwDQE4Z38R3MxvMOqn3tYVBP3bpe1QMRe-slQzpgsYlyKIDChxOBk_8vyxq9PL-IxtJNo4KhmYvH/s2048/Image.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1637" height="447" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8YhP7WHcPdUJkbbmjkJuhwDhbn87NdCY3YE4gGFIWGEbdlvbuR-tYGNoOCh8iqSIeRwDQE4Z38R3MxvMOqn3tYVBP3bpe1QMRe-slQzpgsYlyKIDChxOBk_8vyxq9PL-IxtJNo4KhmYvH/w384-h447/Image.jpg" width="384" /></a></div><br /><br /><p></p><span style="font-size: medium;">Pietro Cosentino, è nato a Palermo nel 1941, dove è tutt’ora residente. Una vita, la sua, dedicata alla docenza universitaria di Geofisica applicata e ad altre discipline scientifiche, ma non dimenticando mai, nei suoi percorsi scientifici e di vita, di farsi accompagnare dalla cara valigetta del pittore e disegnatore, arte in cui ha espresso il meglio di sé, sicuramente il meglio della sua fantasia e creatività. Ma in vero è stato anche un buon attore, ha avuto piccole parti in alcuni film, dimostrando così la sua versatilità artistica, tanto che negli anni ’80 del secolo scorso, ha manifestato la passione del poetare, scrivendo fino ad ora circa centoventi poesie, in cui racconta gli angoli anche più segreti della sua vita e le sensazioni dell’osservare lo spazio, i posti e le persone che lo circondano e che nel tempo hanno avuto un significato per la sua esistenza. Pietro Cosentino è oggi alla sua terza silloge poetica, l’ha confezionata come un album pittorico, sono oltre quaranta poesie, accompagnate da altrettanti lavori d’acquerello e disegni a penna e carboncino, in cui la parola poetica si integra perfettamente con l’estro pittorico, ed in cui risalta il gusto di fissare i particolari, che spesso sfuggono alla vista distratta dei più, mentre sono per Pietro i punti da cui partire per sviluppare un discorso artistico. Un connubio virtuoso quindi in cui l’intera arte di PICOS ne esce esaltata. In definitiva, l’album-silloge “Le Mie Lenzuola” è una bellissima pubblicazione, edita dall’Associazione Culturale “Fogghi Mavvagnoti” (Fogli Malvagnesi) di Malvagna (ME) e Messina. </span><p><span style="font-size: medium;">In premessa la silloge è dedicata ai suoi cinque figli verso i quali Pietro nutre un amore incondizionato, essendone da loro ricambiato ed ai quattro nipoti, con un pensiero per le compagne della sua vita che con una nota di sottile malinconia, lui ricorda nella dedica: donne, confessa, che lo hanno “sopportato” e “supportato”, impareggiabilmente, durante gli ultimi sessant’anni della sua esistenza. </span></p><p><span style="font-size: medium;">Pietro scrive prevalentemente, nel dialetto siciliano di Palermo, quello colto, mentre le traduzioni in Italiano, sono delle vere e proprie poesie. </span></p><p><span style="font-size: medium;">La poetica di Pietro Cosentino è gradevole e lineare, senza artifizi e fronzoli intellettualistici: ogni verso è conseguente all’altro, i versi sono sciolti e liberi senza spigolosità o inceppi di sorta, lui ricerca il ritmo nella naturale cadenza delle parole, evidenziando i particolari della sua osservazione, rendendo così immediata l’interazione tra poeta e lettore.</span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-size: medium;">Le poesie di Picos sono tratti di vita, brandelli d’esistenza, il tutto ricordato spesso con grande sincerità e trasporto, come se uscissero dalla bocca di un bambino, perché in poesia, sottolinea, si deve sciorinare “<i>le proprie lenzuola</i>” senza infingimenti o mediazioni, raccontando la verità. Ed in lui vive ancora quel bambino, pieno di meraviglia e curiosità che scorrazzava per il giardino della villa di famiglia di Mondello o che scendeva in spiaggia per inebriarsi di mare.</span></p><p><br /></p><p>Ecco alcuni brani di sue poesie:</p><p><br /></p><p>LA PAMPINA</p><p><br /></p><p><i>Talia la pampina ca voli stari</i></p><p><i>‘ncuddata a lu ramu chi l’addivau</i></p><p><i>a cuminciari di quannu nasciu:</i></p><p><i>idda s’assista e si metti di tagghiu</i></p><p><i>quann’è ca lu ventu ciuscia chiù forti.</i></p><p><i>La pampina nun sapi, puviredda,</i></p><p><i>ca ‘u ramu stissu si putissi siccari (…)</i></p><p><br /></p><p>Ed in Italiano:</p><p>LFOGLIA</p><p><br /></p><p>Guarda la foglia che vuole stare</p><p>attaccata al ramo che l’ha nutrita</p><p>a partire da quando è nata:</p><p>lei si sistema e si mette di taglio</p><p>quando il vento soffia più forte.</p><p>La foglia non sa poverina,</p><p>che il ramo stesso potrebbe seccare (…)</p><p><br /></p><p><i> VAI CUORE MIO:</i></p><p><i><br /></i></p><p><i>Vai cuore mio</i></p><p><i>pur se ormai sei più vecchiotto</i></p><p><i>e la fatica ti pesa,</i></p><p><i>vai leggero nel vento</i></p><p><i>come quando eri fanciullo</i></p><p><i>e mi affacciavo alla vita. (…)</i></p><p><br /></p><p><span style="font-size: medium;"><span>Infine mi aggrada pubblicare per intero una sua bella poesia “</span><span><i>Sutta u marciapedi</i></span><span>”, contenuta in “Le Mie Lenzuola” in cui Pietro Cosentino esprime tutto il suo ribrezzo e la sua inappellabile condanna per un femminicidio, dimostrando, ancora una volta, il suo senso di giustizia ed il suo profondo rispetto per le donne, sempre più vittime di efferati delitti:</span></span></p><p><br /></p><p><br /></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1639" height="354" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTxtCSD34xodvuwnyByOn3-tZG7PRFEg7ZvHIbf8M5hhCWyiQ7cKASiMAIlQexx9nGKdoKCHg4DSpTDY-R_RbcPgKv6FO8QG9nrxOZ0PvdCiAvlzoxii_xI0Cd_ZMYdLFJylNPkeku4NHl/w499-h354/Image+sotto+il+marciapiedi-picos.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="499" /></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Buttato, acquarello e pastello 17x13 - di Picos.</td></tr></tbody></table><br /><p><br /></p><p>SUTTA U MARCIAPEDI (Sotto il marciapiedi)</p><p><br /></p><p><i>Jittata docu, sutta ‘u marciapedi,</i></p><p><i>cu la vesti sfardata e munciuniata</i></p><p><i>comu si fussi nu paraqua ruttu</i></p><p><i>oppuru ‘na buttigghia già bivuta.</i></p><p><i>Non ti vrigogni tu, pezzu di fangu</i></p><p><i>ca nni facisti carni di macellu?</i></p><p><i>Ora t’u dicu iu, chidda è to matri,</i></p><p><i>chidda è to soru, chidda è figghia to’.</i></p><p><i>Sulu accussì forsi po’ capiri</i></p><p><i>‘u mali ca facisti a dda criatura</i></p><p><i>senza nudda crianza né rispettu,</i></p><p><i>circannu sulu di faru sfuari</i></p><p><i>tuttu l’armali ca c’è dintra a tia.</i></p><p><i>Cu la raggia muntata e la viulenza,</i></p><p><i>tutta la furia e la priputenza</i></p><p><i>di la bestia attizzata e stuzzicata,</i></p><p><i>senza ntillettu e senza nuddu frenu,</i></p><p><i>tu ti jittasti supra dda criatura</i></p><p><i>ca nun avia né culpa né piccatu.</i></p><p><i>E ora chi tu la ricanuscisti</i></p><p><i>chianci la matri, la soru, la figghia.</i></p><p><i>Ma ora è tardi, lu tempu vulò</i></p><p><i>arristò sulu nu lenzolu jancu</i></p><p><i>e lu to’ chiantu junci finu i stiddi.</i></p><p><i>Pietro Cosentino(Picos)©</i></p><p><br /></p><p>Traduzione in Italiano:</p><p><br /></p><p>SOTTO IL MARCIAPIEDI</p><p><br /></p><p>Gettata là, sotto il marciapiedi,</p><p>con la veste strappata e sgualcita</p><p>come se fosse un ombrello rotto</p><p>oppure una bottiglia già bevuta.</p><p>Non ti vergogni tu, pezzo di fango,</p><p>che ne facesti carne da macello?</p><p>Ora ti dico io, quella è tua madre,</p><p>quella è tua sorella, quella è figlia tua.</p><p>Solo così, forse, puoi capire</p><p>il male che facesti a quella donna</p><p>senza nessuna creanza né rispetto,</p><p>cercando solo di fare sfogare</p><p>tutto l’animale che c’è dentro te.</p><p>Con la rabbia montata e la violenza,</p><p>tutta la furia e la prepotenza</p><p>della bestia eccitata e stuzzicata</p><p>senza intelletto e senza alcun freno,</p><p>ti gettasti sopra a quella donna</p><p>che non aveva né colpa né peccato.</p><p>E ora che l’hai riconosciuta</p><p>piangi la madre, la sorella, la figlia.</p><p>Ma ora è tardi, il tempo è volato</p><p>rimase solo un lenzuolo bianco</p><p>ed il tuo pianto giunge fino alle stelle.</p><p>Pietro Cosentino(Picos)©</p><p><br /></p><p>Scritto da Antonio Cattino Aprile 2021</p><p> <span style="color: red;"> </span><span style="color: #2b00fe;">PRESENTAZIONE DEL LIBRO:</span><br /><br /><span style="color: #2b00fe; font-size: medium;">Venerdì 23 aprile 2021 ore 18.30-19.30 si effettuerà la diretta della presentazione del libro di Pietro Cosentino (Picos) “Le mie lenzuola” edito da Fogghi Mavvagnoti dicembre 2020 . Dialogheranno in remoto con l’Autore la prof.ssa Maria Antonietta Spadaro storica dell’arte, il prof. Tommaso Romano critico e scrittore e la prof.ssa Maria Gloria Calì esperta in didattica del paesaggio. <br /><br />Sarà possibile seguire l’evento cliccando sulla pagina Facebook di Spazio Cultura libreria Macaione https://www.facebook.com/spazioculturalibriInfo: Spazio Cultura tf 0916257426 cell 3384656633</span></p><p><span style="color: #2b00fe; font-size: medium;">Si ricorda inoltre che Pietro Cosentino salvo nuovi DPCM e ulteriori restrizioni imposte dal Covid 19 sarà disponibile in libreria dalle 17.30 alle 19.45 per firmare copie del libro e scrivere la dedica a chi la desiderasse.</span></p><p><br /></p><p><br /></p><p class="MsoNormal"><span face=""Verdana",sans-serif" style="font-size: 12pt; line-height: 107%;"><br />
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<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p><p><br /></p>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-81455593000404623402021-03-18T08:53:00.001+01:002021-03-21T23:26:17.700+01:00Enrico Caltagirone Poeta.<p> <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGtXlTjkO-p3C4dAnkCTLBAYQ4dHHdmZif4O1MiEoT0hiIJKRH6w1fUwOfGM5C03_WnwsYiuUTPZLOQOMqEKT-bODmyUbBQ22h9E7AfgtGLNlanvS15ragEGOPebn06ctsholewm3PBC-m/s960/60490515_865535167140502_5802849709974355968_n+Enrico+Caltagirone..jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="959" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGtXlTjkO-p3C4dAnkCTLBAYQ4dHHdmZif4O1MiEoT0hiIJKRH6w1fUwOfGM5C03_WnwsYiuUTPZLOQOMqEKT-bODmyUbBQ22h9E7AfgtGLNlanvS15ragEGOPebn06ctsholewm3PBC-m/w320-h320/60490515_865535167140502_5802849709974355968_n+Enrico+Caltagirone..jpg" width="320" /></a></p><br /><p><br /></p><h1 style="text-align: left;"><span style="font-size: medium; font-weight: normal;">Conobbi Enrico Caltagirone, nel maggio 2016 in un convegno indetto dall’Archeo Club dei paesi dell’Etna, tenutosi ad Adrano sulla Storia dei Siculi e sulla loro lingua di cui Enrico era il relatore insieme a Claudio D’Angelo ricercatore storico e saggista, ed in cui presentai una Comunicazione sulla Lingua Siciliana.</span></h1><p><span style="font-size: medium;">Ho subito apprezzato le grandi qualità di studioso e di scrupoloso ricercatore di Enrico Caltagirone, la chiarezza nell’individuare il percorso millenario che fecero i Siculi dalle valli dell’antico fiume indiano Sarasvati - ora interrato e deviato – attraversando tutta l’Europa centro-meridionale, giungendo poi attraverso l’Adriatico nella penisola italiana e dunque in Sicilia.</span></p><p><span style="font-size: medium;">Lo considerai quindi per alcuni anni, e tale è, un esperto di antiche lingue orientali, in specie di Sanscrito e di proto Sanscrito, la lingua parlata dai Siculi, da cui derivano quasi tutte le antiche lingue parlate nella penisola italiana, compresi, per altri versi, l’Etrusco ma anche il Protolatino.</span></p><p><span style="font-size: medium;">Enrico Caltagirone è stato, tra l’altro, il traduttore dall’Etrusco della storia narrata nelle fasce che avvolgono il corpo di una giovane etrusca, la mummia di Zagabria, ballerina alla corte dei Faraoni d’Egitto, uccisa si pensa dal capo delle guardie per tacitare un suo atto di violenza sessuale nei confronti della giovane. Sono anche sue, di Enrico, le traduzioni delle epigrafi ed iscrizioni sicule, finora rinvenute in Sicilia ed in Italia.</span></p><p><span style="font-size: medium;">Detto questo, nulla mi avrebbe fatto pensare che dietro lo studioso ed il ricercatore linguistico, si celasse l’animo di un altrettanto bravo poeta, ma leggendo le poesie di una sua silloge, gentilmente da lui inviatami, mi sono dovuto sincerare di trovarmi davanti ad un poeta straordinario ed originale, con una poetica moderna che lo contraddistingue. Infatti Enrico Caltagirone è valutato dalla critica che ha scritto di lui, fra i più interessanti poeti italiani contemporanei.</span></p><p><span style="font-size: medium;">A tale proposito lui dice: —<i>A sedici anni sono riuscito a pubblicare un libricino di poesie, a cura della mia professoressa di liceo che mi sequestrò il diario dove scrivevo delle poesie, affascinata da quel ragazzo che scriveva versi. </i><i>Fece stampare, a mia insaputa, un libricino che intitolò - Al di là della siepe-Tipografia delle Edizioni Paoline, Catania- Correva l’anno 1963. Non finirò mai di ringraziare quella mia insegnante, la professoressa Annunziata Gianquinta Lombardo Radice, nipote del filosofo Ernesto Lombardo Radice, a cui la scuola è intitolata. </i>Seguì nel 1969 la silloge – <i>Et puis l’hiver revient</i> – per la collana – Poeti dell’Ascendentismo – diretta da Nino Ferraù, poi nel 1982 – <i>Diario del tempo inclemente,</i> per la stessa collana, con una prefazione dello stesso Nino Ferraù, che nella sua analisi, coglie - <i>il momento di passaggio dalla poetica giovanile segnata dal sogno e dalle illusioni, elementi naturali della giovinezza, non arrivano a mettere fiore:—Poesia della devastazione, della metamorfosi </i>– titola in prefazione Nino Ferraù. Superata la fase giovanile, Enrico Caltagirone s’incammina verso la sua vasta attività poetica e letteraria, scrive poesie e romanzi, egli esprime nella poesia il disagio esistenziale di vivere in una società malata, in decomposizione, senza valori, se non quei disvalori che invadono la comunicazione e che danno una visione alterata, spesso falsa della società.<br />Enrico nella sua qualità di studioso di antiche lingue indoeuropee, va a fondo nel dare il giusto senso alle parole, il giusto significato e le inserisce nel verso poetico, usando lo schema della poesia moderna: verso libero, ricerca di ritmo e musicalità proprio nell’uso della parola.</span></p><p><span style="font-size: medium;">Egli è anche un grande appassionato dell’astronomia, pertanto conosce ogni angolo dell’universo finora rilevato, stelle comete, costellazioni, pianeti che trasferisce nelle sue poesie, dando quel tocco d’universalità alla vita degli uomini sulla Terra, in un rapporto quasi filiale, che lui sente, con l’Universo e che fa parte del mistero della Creazione; tal che la poesia di Enrico Caltagirone si permea dei concetti di “Metamorfosi” e del “Divenire”, dando senso alle vicende della storia del genere umano sulla Terra.</span></p><p><span style="font-size: medium;">I punti di riferimento nella definizione della sua poesia sono stati Quasimodo, Neruda, Bonnefoy e Luzi: — <i>Questi quattro poeti</i>, dice Enrico, <i>ognuno per la sua parte, sono stati per me determinanti, sia per quanto concerne i temi che per la ”lingua”. Per la lingua in particolare, egli apprezza, la costruzione di Quasimodo di una lirica alta, le invenzioni linguistiche inimitabili e la poetica di “Acqua e Terre”.</i></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRoUVASnZlSSP2g-X_pIRnNpqttBuYyfvPiiSnt6h3FfpmQwAeO8if1W7bs5uyBWlItPUSZc3stwaou87cxjbdvPoK4opBFMm2opiyaDOmb2M3CxDfK9hygGHnLDNjV77PYs32vTs00Ahj/s2048/Image.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1383" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRoUVASnZlSSP2g-X_pIRnNpqttBuYyfvPiiSnt6h3FfpmQwAeO8if1W7bs5uyBWlItPUSZc3stwaou87cxjbdvPoK4opBFMm2opiyaDOmb2M3CxDfK9hygGHnLDNjV77PYs32vTs00Ahj/s320/Image.jpg" /></a></div><br /><p><br /></p><p><span style="font-size: medium;">Negli anni ’60/70 vi è in Erico Caltagirone un certo interesse per la poesia della contestazione e per la “Beat Generation” fenomeni che egli ha esplorato con curiosità intellettuale, pur non facendone parte, ma trovando punti di contatto con la sua poesia di denuncia del decadimento della società ed il conseguente male di vivere dell’uomo, schiacciato dalla società di massa e del consumismo, dall’inquinamento e dalla confusa convivenza nelle città, rese ormai invivibili, facendo trasparire però in tanta drammatica condizione umana, da buon siciliano, un barlume di speranza, facendo affidamento nella Poesia:— <i>C’è bisogno della poesia, afferma Enrico, poiché la parola poetica rimane nel tempo. </i>È quello il periodo in cui si appassiona per quella formidabile generazione di poeti che va da Ginsberg, a Ferlinghetti, Corso, a Bukowski, a Cummings, a Keruac, a Bob Dilan ed a Leroy Jones. Scrive pertanto un poemetto in prosa poetica diviso in strofe: </span><span style="font-size: medium;"><span><i>Controcant</i></span><span><i>o</i> in cui denuncia ad “</span><i>alta voce</i><span>” i mali della società contemporanea e delle grandi città in particolare, con lo svilimento di ogni valore di convivenza, il suo “</span><i>urlo</i><span>” lo chiama, contro il male di vivere la solitudine ed il disordine sociale e le nuove povertà ed emarginazioni. </span><span>Canto fortemente di denuncia che lui dedica ai poeti della Beat Generation.</span></span></p><p><span style="font-size: medium;">In questo quadro, Enrico Caltagirone individua metaforicamente nel “<i>vento</i>” l’energia che domina sulla vita degli uomini nel pianeta Terra, come nell’infinito Universo; il vento quindi assurge a metafora del movimento e del divenire,concetto questo a cui dedica ben tre sillogi: <i>Vento caldo (2007); Vento celeste (2009); Vento segreto (2010).</i></span></p><p><span style="font-size: medium;">L’ultima fatica letteraria di Enrico Caltagirone è stata l’<i>Opera Omnia</i> pubblicata da Etabeta nel gennaio del 2019, questo libro non è una semplice sommatoria della sua produzione poetica, ma una raccolta di poesie scelte per ogni sua pubblicazione, corredate da giudizi critici di livello, accompagnando piacevolmente il lettore nella lettura delle poesie. In conclusione, la poesia di Enrico è una poesia alta e colta, per nulla criptica, l’autore non è un poeta che si guarda l’ombelico, tutt’altro, essa manda dei precisi messaggi, avverte l’uomo che bisogna riprendere a pensare, a farsi contaminare dalla cultura vera, sia quella delle Arti e del Sapere, sia quella della Conoscenza, rifuggendo da certa informazione ossessiva, spesso ispirata e manovrata dai poteri dominanti, pena il generale imbarbarimento.</span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-size: medium;">Vi è anche in Enrico Caltagirone la parte del sentimento e del ricordo in particolare: l’ amore ed il ricordo per i genitori, per le persone care, per la sua compagna, il ricordo per gli amori vissuti e quelli agognati ma anche per la sua cittadina lontana, Centuripe, la Sicilia col suo mare e la sua lussureggiante vegetazione, ma specialmente per la madre, tutti temi ed elementi che Enrico affronta con una fine poetica ed un lirismo riguardevoli:</span></p><p><br /></p><p><span style="font-size: medium;">alla madre, dall’ode a lei dedicata - <i>Troppe Lacrime</i></span></p><p><br /></p><p>(…)</p><p><i><span face=""Verdana",sans-serif" style="font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">Fiorisce
un fiore nell’elisio della memoria dove siedi in <br />
conclave solenne, bocche ripetono antiche melopee, e tu<br />
attendi con gli occhi spenti che si compia il tempo.<br />
</span></i><i><span face=""Verdana",sans-serif" style="font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"><br />Sull’onda
dei ricordi stridono gli uccelli e tu nel vento<br /></span></i><i><span face=""Verdana",sans-serif" style="font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">dispieghi i tuoi capelli e il mare senza posa inonda <br />la </span></i><i><span face=""Verdana",sans-serif" style="font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">tua stanza e dice vieni, vieni, che nulla della nostra vita<br /></span></i><i><span face=""Verdana",sans-serif" style="font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">avanza.</span></i></p><p><i><span face=""Verdana",sans-serif" style="font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">Fiorisce un fiore, mamma, e l’alba torna ancora, e dunque<br />
leva i tuoi occhi al blu del cielo, indossa la tua veste e<br />
vieni, vieni, insieme canteremo il canto dell’aurora</span></i><span face=""Verdana",sans-serif" style="font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">. (…)<br />
<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span></p><p><br /></p><p><span style="font-size: medium;">ed al padre da <i>Il vento della notte</i>, in <i>Vento Celeste</i></span></p><p><br /></p><p>(…)</p><p><span style="font-family: verdana;"><i><br /></i></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>Mi sono specchiato negli occhi di mio padre; come</i></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>in un labirinto abbiamo camminato. Silenziosamente </i></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>se n’è andato un mattino di novembre, senza gemiti</i></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>e preghiere.</i></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i><br /></i></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>Gira la banderuola, persa nel suo universo, oscilla</i></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>su ondivaghi pilastri, enumera nel vento enormità</i></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>di lacrime: ora la mia casa è una tenda dell’esodo</i></span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>piantata nel deserto.</i></span></p><div><br /></div><p>Infatti il grande umanista ed uno dei capifila della critica letteraria in Italia, recentemente scomparso, Giorgio Barberi Squarotti,scrivendo della Poesia di Enrico Caltagirone in prefazione alla silloge Fiume del tempo (2015), dice:—<i>il valore della Poesia di Enrico è altissimo,coerente e raffinatamente inventivo, sapiente e musicale, uguale nella sostanza, variata nelle immagini e nelle evocazioni, per l’intento di fissare le forme in tutti i possibili punti di vista, per il privilegio della Poesia di essere sempre diversa (…)</i></p><p>Mentre il poeta Lucio Zaniboni in prefazione alla silloge Oltre i confini della notte scrive:—<i>Un tessuto lirico di tutto rilievo, in Oltre i confini della notte (2004), è la padronanza del verso connotato Enrico Caltagirone, tra i poeti che sanno modulare il canto fuori dai giochi verbali, ed i facili echi.La sua Poesia vibra autonomamente scrutando e valicando i confini della notte(…) (…) sono convinto che – continua Zaniboni – quest’opera sia da ritenere considerevole nel panorama poetico contemporaneo.</i></p><p><br /></p><p><span style="font-family: verdana;">Leggiamo due poesia di Enrico Caltagirone</span></p><p><br /></p><p><br /></p><p style="text-align: center;"><b>Il colore del vuoto</b></p><p style="text-align: center;"><br />(Nel tempo dell’energia oscura)</p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;"> <i>Ho camminato nelle città memorabili,</i></p><p style="text-align: center;"><i>nella luce violenta che generava un giorno</i></p><p style="text-align: center;"><i>all’altro uguale, lasciando alle spalle mille</i></p><p style="text-align: center;"><i>problemi senza soluzione. E il conto esatto</i></p><p style="text-align: center;"><i>degli anni, i fiori accesi della primavera,</i></p><p style="text-align: center;"><i>i colli verdi e le montagne azzurre.</i></p><p style="text-align: center;"><i>*<br />Tutto procedeva come doveva lungo</i></p><p style="text-align: center;"><i>i sentieri delle città effimere. Le ombre</i></p><p style="text-align: center;"><i>tenacemente invadevano le sere, furtivi</i></p><p style="text-align: center;"><i>arabeschi nell’amplesso di anonimi</i></p><p style="text-align: center;"><i>individui. Nell’ombra e nell’indifferenza</i></p><p style="text-align: center;"><i>la folla s’aggrumava intorno a colate lascive,</i></p><p style="text-align: center;"><i>a proclami idioti d’incorreggibili dementi.</i></p><p style="text-align: center;"><i>*</i></p><p style="text-align: center;"><i>In quel recinto di fiori macerati tutto</i></p><p style="text-align: center;"><i>sembrava inarrivabile e immortale, ma</i></p><p style="text-align: center;"><i>il destino tesse una tela di ore ineluttabile,</i></p><p style="text-align: center;"><i>un transito di vento e di memorie. Il buio</i></p><p style="text-align: center;"><i>è un vuoto caduto dal cielo, la strategia</i></p><p style="text-align: center;"><i>efferata dell’energia oscura, sillabe</i></p><p style="text-align: center;"><i>ingannevoli nel gioco del vaticinio,</i></p><p style="text-align: center;"><i>un luogo perduto di nomi e di ricordi.</i></p><p style="text-align: center;"><i>*</i></p><p style="text-align: center;"><i>Conquistato il tempo, ciò che resta</i></p><p style="text-align: center;"><i>si diluisce precocemente, il tempo</i></p><p style="text-align: center;"><i>imbianca il nostro avvenire, il vento</i></p><p style="text-align: center;"><i>gonfia i draghi dell’inverno</i></p><p style="text-align: center;"><i>e appende stracci ai rami del silenzio.</i></p><p style="text-align: center;"><i>La folla avanza appesa a un indicibile</i></p><p style="text-align: center;"><i>fermento e ha negli occhi il vuoto</i></p><p style="text-align: center;"><i>e sulle labbra un gemito di vento.</i></p><p style="text-align: center;"><i>*</i></p><p style="text-align: center;"><i>Ignoto è il giorno e il divenire oscuro,</i></p><p style="text-align: center;"><i>e camminarci dentro, tra le ombre</i></p><p style="text-align: center;"><i>che proliferano, è un fiume incessante</i></p><p style="text-align: center;"><i>preda di vuoti carsici. Nella città, tra</i></p><p style="text-align: center;"><i>passanti silenziosi, ai limiti conosciuti</i></p><p style="text-align: center;"><i>della luminosità, si confonde la notte,</i></p><p style="text-align: center;"><i>e inquieta cresce la febbre delle ombre,</i></p><p style="text-align: center;"><i>il vento spalanca le porte dell’aurora,</i></p><p style="text-align: center;"><i>da ogni lato il vuoto trabocca.</i></p><p style="text-align: center;"><i>*<br />Tu non sai la pena di camminare</i></p><p style="text-align: center;"><i>ai margini del vuoto. Si sovrappone</i></p><p style="text-align: center;"><i>un giorno all’altro, gli anni si sedimentano</i></p><p style="text-align: center;"><i>con grazia, tutto diventa pietra.</i></p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;">Enrico Caltagirone©</p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;"> </p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;">Configurazione di futuro</p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;"><i>Mi configuro un futuro senza compromissioni,</i></p><p style="text-align: center;"><i>considerando gli anni dispersi nella mappa</i></p><p style="text-align: center;"><i>del possibile tra ciò che il sentimento consente,</i></p><p style="text-align: center;"><i>voci, respiri, equinozi in precessione, pioggia</i></p><p style="text-align: center;"><i>di meteoriti da Orione.</i></p><p style="text-align: center;"><i><br /></i></p><p style="text-align: center;"><i>Colpito dal vento della vita è così vulnerabile</i></p><p style="text-align: center;"><i>il cuore, così contratto, sommerso dall’onda</i></p><p style="text-align: center;"><i>degli insetti invasori, da segrete fraudolenze,</i></p><p style="text-align: center;"><i>da latenti disperazioni.</i></p><p style="text-align: center;"><i><br /></i></p><p style="text-align: center;"><i>È certo che seguendo la corrente sono stato</i></p><p style="text-align: center;"><i>intrappolato nel fiume indefinito del tempo, nel</i></p><p style="text-align: center;"><i>mare di un vasto chiacchiericcio, di sproloqui</i></p><p style="text-align: center;"><i>disarmanti, di giri di parole.</i></p><p style="text-align: center;"><i><br /></i></p><p style="text-align: center;"><i>Ciò ha comportato un rapido mutamento</i></p><p style="text-align: center;"><i>d’orizzonte, una perpetua ricerca del reale,</i></p><p style="text-align: center;"><i>ma t’accorgi presto che tutto ascende, che</i></p><p style="text-align: center;"><i>tutto cade, che nella tua mano tesa, la morte </i></p><p style="text-align: center;"><i>d’incanto rifiorisce.</i></p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;">Enrico Caltagirone© da Vento Celeste 2009</p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;"><br /></p><p style="text-align: center;">Hanno scritto di Enrico Caltagirone:</p><p style="text-align: justify;">Giorgio Barberi Squarotti, Lucio Zaniboni, Nino Ferraù, Pietro Civitareale, Nucci Mula, Giorgio Bertella Editore, Angelo Lippo, Rosetta Di Bella, Vito Barbagallo, Gabriella Masoni, Sebastiano Tusa, Santi Lo Giudice, Antonio Cattino, Claudio D’Angelo, Nino Barone ed altri.</p><p style="text-align: center;">Si sono interessati alla sua attività;</p><p style="text-align: left;">Cinzia Sciuto, Giuseppe Gerbino, Nino Pracanica, Giuseppe Mistretta, Josè Russotti, Lia Savarino e tanti altri.</p><p style="text-align: left;"><br /></p><p style="text-align: left;">Biografia</p><p style="text-align: left;">Enrico Caltagirone, nato il 21.11.1944 a Centuripe, EN, residente a Macherio, periferia di Monza.</p><p style="text-align: left;">Diploma Magistrale all’Istituto Lombardo Radice di Catania.</p><p style="text-align: left;">Laurea in Pedagogia all’Università di Magistero di Catania col prof. Gino Raya.</p><p style="text-align: left;">Corso post laurea di Filologia Romanza col prof. Andrea Zanzotto, grande poeta, all’Università di Parma.</p><p style="text-align: left;">Laurea in Lingua e Letteratura Sanscrita all’Accademia di lingue orientali di Milano (Accademia Alessandrina) col prof. Renato Turra.</p><p style="text-align: left;">Collaboratore (prof. di seconda fascia) all’Università Cattolica di Milano, alla facoltà di etruscologia, della prof.ssa Aigner.</p><p style="text-align: left;">Stage di etruscologia all’Università di Tubinga col prof. Rix.</p><p style="text-align: left;">Bibliografia</p><p style="text-align: left;">Poesia:</p><p style="text-align: left;">Al di là della siepe, Ed. Paoline, 1963;</p><p style="text-align: left;">Et puis l’hiver revient, Ed. A.L.A., 1969;</p><p style="text-align: left;">Diario del tempo inclemente, Ed. A.L.A., 1982;</p><p style="text-align: left;">Frammenti e tormenti, Ed. Montedit, 1999;</p><p style="text-align: left;">Oltre i confini della notte, MARNA, 2004;</p><p style="text-align: left;">Musicanti sul filo, MARNA, 2005;</p><p style="text-align: left;">Vento caldo, MARNA, 2007;</p><p style="text-align: left;">Vento celeste, MARNA, 2009;</p><p style="text-align: left;">Vento segreto, MARNA, 2010;</p><p style="text-align: left;">Kronosphaera, MARNA, 2011;</p><p style="text-align: left;">The dream is all, MARNA, 2012;</p><p style="text-align: left;">Fiume del tempo, ETA BETA, 2015;</p><p style="text-align: left;">Opera omnia, ETA BETA, 2019.</p><p style="text-align: left;">Saggistica:</p><p style="text-align: left;">Un grido dal passato, MARNA, 2001;</p><p style="text-align: left;">La lingua dei Siculi, MARNA, 2003;</p><p style="text-align: left;">La lingua degli Etruschi, MARNA, 2009;</p><p style="text-align: left;">Origine e lingua dei Siculi, ETA BETA, 2018;</p><p style="text-align: left;">Gli Etruschi, un grido dal passato, ETA BETA, 2018;</p><p style="text-align: left;">Dalla Lingua d’Oc alla Lingua Siciliana, ETA BETA, 2019.</p><p style="text-align: left;">Narrativa:</p><p style="text-align: left;">Alla ricerca della Grande Madre, MARNA, 1998;</p><p style="text-align: left;">La fragile luce dell’Eden, ETA BETA, 2016.<br /><br /><b>Scritto da Antonio Cattino<span style="text-align: center;">© Marzo 2021.<br /><br /><br /></span></b></p><p style="text-align: left;"><br /></p><p style="text-align: left;"><br /></p>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-25019338350681879362021-01-21T00:04:00.008+01:002021-02-05T08:53:12.549+01:00Una conversazione con JOSE' RUSSOTTI sulla sua - ANTOLOGIA dei POETI SICILIANI - 2020-2021 in due volumi<p> <br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYtnJCmGzaCGlkMcgWQn6MMvwoNLdkFJSULMcYZYgGjcJQtaWKegrDGbMF4tPVYmJkmTGdLerzoYU-R-aKzuGzwzpENE0D7Pv9Y7D1UqFyJaz8vGkpmAQ3sN4TD0RqehQ_R59WLDS1Bwno/s945/121453823_3662190937148495_2043415295955441704_n+Antologia+di+Poeti++Siciliani.jpg" style="font-family: verdana; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="945" data-original-width="670" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYtnJCmGzaCGlkMcgWQn6MMvwoNLdkFJSULMcYZYgGjcJQtaWKegrDGbMF4tPVYmJkmTGdLerzoYU-R-aKzuGzwzpENE0D7Pv9Y7D1UqFyJaz8vGkpmAQ3sN4TD0RqehQ_R59WLDS1Bwno/s16000/121453823_3662190937148495_2043415295955441704_n+Antologia+di+Poeti++Siciliani.jpg" /></a></p><p><span style="font-family: verdana;"><br /></span></p><p><span style="font-family: verdana;">Ho incontrato Josè Russotti, poeta, pittore, grafico pubblicitario, autore teatrale e paroliere, una vita artistica a tutto tondo fatta di traguardi e ripartenze. </span></p><p><span style="font-family: verdana;">Lui mi ha gentilmente consegnato una copia delle ultime sue produzioni, forse la più prediletta: il primo volume dell’ANTOLOGIA DEI POETI SICILIANI con sottotitolo Vent’anni dopo il 2000 - edito dall’Associazine Fogghi Mavvagnoti di cui Josè è coordinatore ed animatore. Subito iniziamo una discussione su quest’opera in cui benevolmente mi ha voluto inserire, dicendomi con la forza espressiva che gli è propria: “ <i>Vedi caro Antonio che questa non è solo una normale antologia di poeti ma è un percorso nella poesia siciliana contemporanea, i profili dei poeti che ho inserito sono le tappe di questo percorso, le mie note di presentazione e le note critiche che vari commentatori e recensori hanno stilato, disegnano un quadro essenziale dello stato di salute della Poesia in Sicilia.”</i> Certamente nella tua opera preparatoria avrai dimenticato qualche poeta meritevole di essere inserito”, aggiungo io, ma vedremo se recupererai nel secondo volume.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Josè Russotti dice anche: </span><i style="font-family: verdana;">“La Sicilia è una grande fucina di poeti e di poesia, vi è una rinascita poetica nella nostra Regione, ma molto contraddittoria: un proliferare di reading, di concorsi, e di pubblicazioni, in sostanza <autopubblicazioni> che non sono il frutto di una seria selezione, spesso le case editrici accolgono tutti, bravi e meno bravi, poeti e scrittori, tutti rimangono felici e contenti.” </i></p><p><span style="font-family: verdana;">Tutto ciò non aiuta ad una crescita della qualità, dico io, la proliferazione dei concorsi poetici, l’amplificazione sui social- net, determinano spesso un appiattimento verso il basso della qualità poetica. </span></p><p><span style="font-family: verdana;"><i>“Questa Antologia vuole mettere un punto in questa situazione, fare emergere chi la poesia la fa sul serio”, prosegue Josè “ed è proprio per questo motivo che non organizzerò più alcun concorso, dopo le tre edizioni del Concorso <Fogghi Mavvagnoti> di Malvagna e quella collegata, dedicata alla poesia in lingua italiana coordinata dal prof. Pietro Cosentino di Palermo, e le due edizioni del Premio intitolato a Maria Costa di Gesso-Messina, mi hanno visto impegnato in questi ultimi anni per la buona riuscita di questi eventi, come del resto è stato.”<br /></i><i>"Troppi concorsi quindi”</i> dice Josè Russotti,<i>”meglio fare dell’altro per promuovere la poesia e la cultura.”</i></span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-WyZiXfFB3sZVHMV8gw-pvMNw3MLTwlPCJQtHgfxSFsQkvX0BluBRWsgEYG5Osbiwo3Mjlm_tOq2jEsxh5ihp4gkV-tNGmD-ABULciMQKuLJSJj0-pMkQ7VrxZvZeN7dcbYxfhPGLrlHp/s100/29386678_1823627574599311_7957350204959621120_n.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="100" data-original-width="100" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-WyZiXfFB3sZVHMV8gw-pvMNw3MLTwlPCJQtHgfxSFsQkvX0BluBRWsgEYG5Osbiwo3Mjlm_tOq2jEsxh5ihp4gkV-tNGmD-ABULciMQKuLJSJj0-pMkQ7VrxZvZeN7dcbYxfhPGLrlHp/w320-h320/29386678_1823627574599311_7957350204959621120_n.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Josè Russotti</td></tr></tbody></table><br /><span style="font-family: verdana;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Ma chi è Josè Russotti? Josè è un poeta con una forte caratterizzazione personale, la sua è una poesia originale, dura nei toni e dai concetti non banali, egli scrive di sovente nel dialetto siciliano di Malvagna, ma anche in lingua italiana, trasferendo nelle sue poesie tutte le sfumature lessicali e fonetiche del suo dialetto, talvolta costruendo sorprendenti metafore e similitudini.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">La sua poesia sa della durezza del basalto lavico creato dai fuochi perenni dell’Etna, ma anche della fluidità e cristallinità delle acque del fiume Alcantara, l’antico Assinos, che scorre a valle di Malvagna.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">I temi della poesia di Josè spaziano dal suo rapporto con la Sicilia -Terra Madre - spesso problematico ma sempre filiale, a quello degli affetti e la dedizione alla famiglia, al ricordo particolarmente nostalgico del padre, morto prematuramente dopo essere ritornato dall’Argentina, Paese dove era emigrato con la moglie e dove Josè stesso era nato.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">La morte del padre che segnò in senso melanconico la sua infanzia e la sua prima giovinezza, </span><span style="font-family: verdana;">gettò i semi del suo essere poeta. E poi al ricordo della madre a cui dedica liriche struggenti fino all’ultimo drammatico commiato che lei gli rivolge dal letto di morte.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Josè Russotti scrive anche poesia sociale, infatti ricorda le lotte dei contadini poveri per la terra e la dignità del lavoro, denuncia l’abbandono della terra e lo spopolamento dei piccoli comuni agricoli </span><span style="font-family: verdana;">siciliani come Malvagna, la drammatica solitudine degli anziani che sono rimasti nel paese. Esordisce ufficialmente come poeta nel 1999, ottenendo una menzione d’onore al concorso letterario Vann’Antò-Saitta con la poesia <U scontru> con giuria presieduta dal compianto professore Giuseppe Cavarra. Sono seguite poi altre affermazioni importanti, raggiungendo il podio non solo come poeta, ma anche come autore teatrale, ha pubblicato un CD di canzoni di cui è paroliere. La sua produzione spazia dalla poesia alla pittura, nonché alla promozione artistica e culturale, campo in cui ha coordinato insieme ad altri, la nascita e l’impianto del Museo di arti </span><span style="font-family: verdana;">visive contemporanee della Valle dell’Alcantara: -Lanz’Art - con sede a Malvagna, prendendo nome dalla famiglia Lanza che nel 1626 fondò il borgo di Malvagna, invitando a trasferirvisi le popolazioni del fondovalle, in massima parte di Moio Alcantara, minacciate dalla malaria.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Il museo prese avvio da una folta ed importante donazione di opere della pittrice Elsa Emmy, una delle ultime discendenti della famiglia Lanza.</span></p><p><span style="font-family: verdana;">Con la sua opera poetica Josè Russotti ha avuto il merito di recuperare il dialetto di Malvagna,e di codificarlo attraverso le sue poesie ed i suoi scritti, lasciando questo patrimonio linguistico </span><span style="font-family: verdana;">alle nuove generazioni di Malvagna e della media Valle dell’Alcantara.</span></p><p></p><p><span style="font-family: verdana;">Dopo questo doveroso ma succinto quadro biografico, rivolgo a Josè Russotti l’invito a fare alcune considerazione sull’Antologia dei Poeti Siciliani, e sulla sua futura attività dopo che sarà sconfittala pandemia da Coronavus19: </span><i style="font-family: verdana;">“ Il mio intento è stato quello di creare un dossier dei poeti siciliani contemporanei, un Vademecum degli autori di rapida ed essenziale consultazione, dove accanto ad un profilo autobiografico è proposta anche qualche lirica significativa dell’opera di ciascuno.Il poeta Mario Tamburello scrive tra l’altro nella sua recensione al libro: —…Una bella raccolta e, come ogni opera bella, inevitabilmente incompiuta, perché accanto ai <Grandi> ed ai già selezionati voci nuove sono da scoprire nello scenario letterario di Sicilia.— </i><i style="font-family: verdana;">Infatti parliamo di poesia vera che in Sicilia, come già detto, sta vivendo una stagione di ripresa, purtroppo guastata nell’immagine dalla poesia improvvisata che si spaccia per poesia, che viene condivisa sui social e che in buona parte è improponibile. Nelle sue note conclusive il Prof. Tommaso Romano sottolinea l'importanza di una catalogazione dei nuovi fermenti letterari e poetici in Sicilia, per dare visibilità ad una poesia siciliana innovativa e non stereotipata in luoghi comuni desueti.<br /> Ma più complessivamente qualcosa si muove. Nelle librerie si vedono raccolte di poeti contemporanei, vedo che si moltiplicano i reading di poesia, che le persone vanno ad ascoltare i poeti che declamano i loro versi. Comunque sia chiaro un concetto: poeti si nasce, è una condizione dello spirito e dell’anima. Essere poeta non significa mettere uno sull’altro versi, trovare parole roboanti o costruire astrusità discorsive. Essere poeta significa trasferire emozioni a chi legge, fare sentire quel componimento come il proprio. Né, per chi scrive in Siciliano basti consultare Dizionari come il Pitrè o altri – si è poeti se si è poeta dentro e si vive la vita da poeta.”.</i></p><p><span style="font-family: verdana;">Riguardo al suo futuro di organizzatore ed animatore culturale, una volta, speriamo presto, sarà superata la pandemia del Covid19, Josè risponde:</span></p><p><i><span style="font-family: verdana;">“ La pandemia mi ha fatto capire che in giro esistono troppi premi e concorsi di poesia. Dopo l’esperienza maturata coi concorsi che ho organizzato, onorevolmente credo, preferisco fare dell’altro, magari l’editore. Già ho in catalogo coi loghi dei <Fogghi Mavvagnoti> diverse pubblicazioni di autori interessanti: LE MIE LENZUOLA di Pietro Cosentino; FIORI di HIBSCUS di Concetta Mangiameli; il piccante e godibilissimo lessico popolare per dei racconti d’amore dello scrittore trapanese Francesco Giacalone; ho scritto, tra l’altro un monologo da brivido sul periodo del Covid19 e se il nuovo sindaco di Malvagna mi concederà il patrocinio, ho in mente di istituire a Malvagna un Premio che già ha un titolo:<Premio Cuba Bizantina>, con cui annualmente saranno insigniti un gruppo di autorevoli personalità di spicco, provenienti dal mondo culturale, artistico, politico, socio-economico ed imprenditoriale, e scientifico siciliano.”.</span></i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHpC53l-ViCDSG8KNmJmr8w7h5IdYEFc_RR6ZiYaR_C92W3MmFoGbKiVh_1-aQ8vGlPPRBQF9q0RczphTRcimxqUGa_Y-lLpjQW7IhyqfZHALw7f5FmiZaoi9GT6leIEQ2GNEssLzi1cVL/s1384/134312419_2525860291042699_4933959909516102807_o+Malvagna+mia.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1384" data-original-width="984" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHpC53l-ViCDSG8KNmJmr8w7h5IdYEFc_RR6ZiYaR_C92W3MmFoGbKiVh_1-aQ8vGlPPRBQF9q0RczphTRcimxqUGa_Y-lLpjQW7IhyqfZHALw7f5FmiZaoi9GT6leIEQ2GNEssLzi1cVL/s320/134312419_2525860291042699_4933959909516102807_o+Malvagna+mia.jpg" /></a></div><br /><span style="font-family: verdana;"><br /><br />Nel solco di questo nuovo percorso editoriale, ecco comparire una chicca: <MALVAGNA mia>, </span><span style="font-family: verdana;">si tratta di un libro fotografico con fotografie contemporanee, ma soprattutto d’archivio, di personaggi, angoli, ambienti, storia e storie, di Malvagna con oltre 400 scatti tutti rigorosamente in bianco e nero, in oltre 130 pagine. Questo libro rappresenta un ulteriore lascito che Josè Russotti ha creato per il paese degli avi, il suo paese: Malvagna.</span><p></p><p>Scritto da Antonio Cattino© Gennaio 2021.</p><p><br /></p><p><br /><br /><br /><br /></p>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-50265116497266726462020-07-28T04:00:00.001+02:002020-07-28T09:07:00.783+02:00Motivazione per il 1° premio a “LU SULI e LA LUNA”- Canti e Puisii Siciliani-Silloge di Antonio Cattino - Scritta da Laura Caponetti – Giurata del Concorso nazionale di Poesia Città di Chiaromonte Gulfi (RG)<div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5ZMxqwIbMOp1pWe2oiXniT7Qt0kUhk8SDcLdEjETSjZftaqtCI8O88vE-0OImXMXS5DMF4yH96poMnoc4QZDkHK5NuWhaKgpelq0JR-5-MtmRbMYjJPg9Ij1N-Ociv3WAYF7n_eljupuK/s2048/Image+Lu+Suli+e+La+Luna.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1390" height="625" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5ZMxqwIbMOp1pWe2oiXniT7Qt0kUhk8SDcLdEjETSjZftaqtCI8O88vE-0OImXMXS5DMF4yH96poMnoc4QZDkHK5NuWhaKgpelq0JR-5-MtmRbMYjJPg9Ij1N-Ociv3WAYF7n_eljupuK/w424-h625/Image+Lu+Suli+e+La+Luna.jpg" width="424" /></a></div><font size="5"><br /></font></div><div><font size="5"><br /></font></div><div><font color="#2b00fe" size="5"><i>Quando ti trovi a dover giudicare una poesia o, come in questo caso, un intero libro in lingua sicula, sai già che dovrai destreggiarti tra ginestre, venti di scirocco, odi ai genitori defunti, odi ad animali domestici e tra tanti luoghi comuni che sembrano ispirare particolarmente i poeti dell'isola. <br />Ma, se sono qui a leggervi queste righe significa che, a mio parere, il libro di Antonio Cattino si è distinto in più di un modo. In primis perché il libro pur essendo abitato da personaggi della storia e del mito non ne intacca l'eco; in secundis perché pur essendo calato nel paesaggio caro all'autore, non lo descrive intingendo la penna nella melassa e, infine, pur parlando d'amore non lo riduce a discorsi leziosi. <br />La penna di Cattino è decisa, ferma nelle intenzioni, sia quando nella prima parte del libro prende un indirizzo di matrice politica, sia quando nella seconda parte si apre e ci fa capire che c'è dell'altro in lui oltre all'uomo impegnato nella salvaguardia dei diritti e nelle lotte sociali. <br />Se dovessi stilare un elenco direi che protagonisti di queste pagine sono innanzitutto Messina e poi lo stretto, Scilla e Cariddi, Colapesce, le sirene, la calura che confonde i sensi, la malinconia, Mongibello, l'araba fenice. Come se ci presentasse parenti e antenati, Cattino ci fa passare dal mito del ragazzo che sorregge la Sicilia, fino ai morti ammazzati dalla mafia, dalla leggiadria delle sirene, fino alle pozze di sangue. Il tutto in una lingua che credo si avvicini a quella anelata dall'autore, cioè un dialetto letterario che sia comprensibile anche dalle nuove generazioni; Cattino infatti abbandona gli arcaismi, vuole farsi capire e ci riesce e questo credo, dovrebbe essere l'unico obiettivo per chiunque si ponga dinanzi alla pagina bianca. Un'altra cosa che ho ampiamente apprezzato è stata l'introduzione di una sorta di metapoesia, cioè una poesia sulla poesia stessa. </i></font></div><div><font color="#2b00fe" size="5"><i>Prendiamo per esempio LA ME' SIRA, in questi versi il poeta attende la musa, se ella arriva la pagina si riempirà, se invece non lo fa questa rimarrà bianca e il poeta l'attenderà invano: “La puisia cumpagna è di la me' sira di la me' vita e di li me' pensera, di li spiranzi e di me' chimeri...” In un'altra che s'intitola proprio LA PUISIA Cattino dice: “La puisia è un locu di pinzeri, è sogno, è ambasciata di lu cori...” Capiamo così che la poesia è per Cattino un luogo fisico, una compagna, è il posto a tavola accanto al suo, è il passeggero in macchina, è nell'archetto degli occhiali quando li tira su, è quel bottone della camicia che sta per cadere e allora corre a casa prima di perderlo. <br />E' per tutto questo che oggi premiamo il libro LU SULI E LA LUNA DI ANTONIO CATTINO, perché abbiamo bisogno di uomini che non sanno vivere senza poesia.</i></font></div><div><font color="#2b00fe" size="5"><i><br />Laura Caponetti</i></font><font color="#2b00fe" size="5"><i>-25 luglio 2020</i></font></div></div><div><br /></div>Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-85980563387477559832020-07-11T00:48:00.000+02:002020-07-14T03:04:54.823+02:00Il tempo del Corona Virus-19 vissuto con la Poesia di Antonio Cattino.- Con una recensione del prof. Giuseppe Rando.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: center;">
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgegWuX0kOxJirla8cJIWtUwaeYnt3I9_VhvjR9qJXnBuh1r2O5Qnx0DLPfVAXZ2rY_Iwyr2gLigB1w5GKFBk-V23sta5xygmkP0kxlL3btRnJDjZA98y8frc07C3Sro7XqrxBIA91u1Jfl/s1600/240_F_329528666_HrpNjfdRbSGplLaAFWOMG3s94GN62Vb9+mascherine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="240" data-original-width="360" height="425" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgegWuX0kOxJirla8cJIWtUwaeYnt3I9_VhvjR9qJXnBuh1r2O5Qnx0DLPfVAXZ2rY_Iwyr2gLigB1w5GKFBk-V23sta5xygmkP0kxlL3btRnJDjZA98y8frc07C3Sro7XqrxBIA91u1Jfl/s640/240_F_329528666_HrpNjfdRbSGplLaAFWOMG3s94GN62Vb9+mascherine.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.8px; text-align: center;"> Dal Web-solo a fini culturali, non commerciali.</span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14pt;"><br /></span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;">Questo periodo dominato dalla pandemia da Corona Virus 19, in cui </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18.6667px;">dallo scorso gennaio </span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18.6667px;">ci siamo ritrovati ed immersi, nostro malgrado, ha segnato profondamente la vita di ognuno di noi: il confinamento che ne è seguito, ci ha messo in rapporto con il nostro "io interiore", ma soprattutto ci ha fatto riflettere sulla fragilità della vita umana e sulla sua finibilità. Io personalmente ho trascorso un periodo di solitudine attiva, leggendo e scrivendo poesie e qualche racconto, ma anche cercando di dare ordine alla casa in cu vivo, sistemando le carte, tenendo rapporti telefonici con gli amici. In questa “plaquette” per il Corona Virus vi sono quattro poesie, scritte in lingua italiana, ne rimangono altre scritte in Siciliano, che daranno corpo ad un’altra pagina del Blog. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;">In pratica ho tenuto una sorta di diario del “lockdown” di cui le poesie rappresentano le stazioni più significative e nelle quali, credo, tanti dei miei amici si riconosceranno. </span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;">Queste poesie le ho fatte leggere al prof. Giuseppe Rando, italianista e critico letterario, e lui gentilmente mi ha scritto un parere che mi rende felice e mi onora: </span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><i>— Antonio Cattino non è un esteta, ma un poeta autentico che fa della poesia – dei modi, dei ritmi della poesia – lo strumento espressivo privilegiato per dare vita a sentimenti, sogni e bisogni (anche sociali) suoi e della migliore generazione postbellica.</i></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><i><br /></i></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><i>In questa plaquette di quattro liriche, fissa con immagini di nitida, realistica, dolente bellezza le sensazioni e i pensieri che lo hanno accompagnato nei tempi del Coronavirus, con una, tuttavia indomita, prospettiva di rinascita.</i></span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><i>- Giuseppe Rando -</i></span></span></div>
<div>
<br /></div>
</div>
<span style="line-height: 107%;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18.6667px;"><br /></span></div>
<!--[if !supportLineBreakNewLine]-->
<!--[endif]--></div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18.6667px;"><br /></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"></span><br /></b></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>SILENZIO PROFONDO (Primo risveglio de “Io sto in casa”)</b></span></span></div>
</div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>
</b></span></div>
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<b><br /></b></div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Mi sveglia un silenzio profondo,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>profondo come l’abisso del mare,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
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<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;">glaciale, se pur un </span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18.6667px;">timido sole</span></b></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>guadagni le strade e le case.</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Silenzio a volte squarciato </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>da sirene piangenti</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>che gridano il loro dolore</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>e poi il silenzio riprende.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>La mia vicina, </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>dal balcone di fronte,</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>mentre appende i suoi panni,</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>mi sbircia traverso</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>poi si rintana </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>serrandosi dentro.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Scende il fruttaio</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>col viso bendato</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>i guanti calzati:</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>— igiene lo vuole…</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Cammina verso il suo chiosco</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>con lento avanzare.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Le auto restano ferme</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>coperte di brillii di rugiade,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>nessuno viene a spostarle,</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>riposano in pace.</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>In volo radente i gabbiani</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>irrompono con lunghi stridii,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>discorrono, si scambiano sberleffi,</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>non hanno rumori d’intorno,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>vanno ai luoghi del pasto,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>lasciano il mare.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Tre passi fa la vecchina,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>si ferma procede, si ferma,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>erge lo scarno suo collo,</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>guardandosi intorno,</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>scuote la testa attonita,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>mi guarda e bisbiglia</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>con sommesso stupore:</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>— non è più la vita.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Antonio Cattino© 13/ marzo/ 2020</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 14.0pt; line-height: 107%;"><b><br /></b></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Silenzioso solitario isolamento in epoca di corona virus-19</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Mi alzo rotolando le ossa</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>da un lato all’altro del letto,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>scatarro tossisco maledico!</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Non è il CoronaVirus ma il vizio.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>In bagno controllo il mio peso:</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>sessantaquattro chili,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Peso forma!</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Mi viene in mente una mia ex</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>di cui ero perdutamente innamorato:</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>— Mi sei leggero! </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Mah… Continuo a non capire le donne.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Entro nella sala-studio,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>la illumino con la luce del giorno</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>meravigliato mi guardo in giro</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>non trovo più il disordine</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>che per anni mi aveva accompagnato,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>la polvere è sparita, vetri e metalli </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>sono passabili… e va-hi!</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>L’isolamento ha avuto i suoi frutti</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>sono diventato ordinato!</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>— In questa casa ci vorrebbe</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>la mano di una donna!</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Mi disse una,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>la guardai di sbieco </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>- quando se ne andò</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>la salutai col calore </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>dell’ultima volta</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>e non la vidi più.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Sorbisco il caffè, </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>accendo la radio, </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>fumo la prima bionda</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>della giornata, </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>tossisco, faccio la prova respiro;</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>lo trattengo bene (10 secondi)</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>la radio dà il bollettino</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>positivi ricoverati-guariti terapizzati</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>defunti, anziani, per lo più </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>con altri problemi, </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>di morti anziani senza problemi </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>non ce ne sono:</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>che gioia!</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Questo Corona virus-19</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>sta diventando una livella!</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Ci sta facendo diventare più umani</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>e più solidali, spero solo che questi </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>sentimenti entrino nel cuore e </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>si fissino lì,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>dandoci nuova aurea,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>un nuovo DNA;</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>vederci in fila normativamente</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>distanziata, in silenzio e curvi,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>in atteggiamenti pensosi,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>ci fa bene, </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>lo vedremo dopo,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Intanto rimaniamo in casa</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>e la sera guardiamo le stelle</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>ognuno di noi ne ha una, </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>fatti siamo entrambi </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>della stessa pasta.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18.6667px;"><b>Antonio ©21/04/2020</b></span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"></span><br /></b></div>
<div style="font-family: arial, sans-serif; font-size: 18.6667px; text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
</div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>
</b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"></span><br /></b></div>
<div style="text-align: center;">
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18.6667px;"><b>E poi i mesti trasporti notturni deì morti in solitudine:</b></span></div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b></b></span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></b></span></div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>
<span style="font-size: 18.6667px;"></span></b></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b><span style="font-size: 18.6667px;">FARFALLE INCOLORI</span></b></span></div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b><span style="font-size: 18.6667px;">
</span></b></span></div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>
</b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Cieche farfalle incolori</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>ascendono lentamente</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>da lievi ali sospinte,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>trasmigrano ordinate</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>verso i tristi forni dell’oblio.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Non un saluto, né un pianto.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>né un fiore;</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>svaniscono in maledetta solitudine.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Ed io pensieroso e commosso,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>mentre ignare le rose</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>continuano a sbocciare,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b> rimango con i miei perché.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18.6667px;"><b>Antonio Cattino© 20/05/2020</b></span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"></span><br /></b></div>
<div style="font-family: arial, sans-serif; font-size: 18.6667px; text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
</div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>
</b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif;"></span><br /></b></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></span></div>
</div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>
</b></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></span></div>
</div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b>
<span style="font-size: 18.6667px;"></span></b></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b><span style="font-size: 18.6667px;">RINASCENZA</span></b></span></div>
</div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><b><span style="font-size: 18.6667px;">
</span></b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Si torna a sciamare per le strade</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>al caldo sole dopo le clausure;</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>i fiori ignari riprendono a sbocciare</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>colorano le piazze ed i balconi,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>spargendo nell’aria i consueti odori.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Ma io rimango fermo a contemplare</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>il battito leggero delle onde</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>d’un mare che mi riporta col pensiero</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>negli angoli più belli dei miei sogni:</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>altro non posso fare se non sperare</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>che il male che tanta morte ha seminato</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>ritorni nei suoi ambiti, si diradi;</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>che l’umanità ritrovi il senso della pace,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>sotterri arco e frecce e costruisca </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>granai in ogni luogo ed ad ogni uomo</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>dia la dignità dell’esistenza.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>In questo tempo strano, a volte grigio,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>nuovi pensieri abbiamo coltivato,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>finitezza della vita forse abbiam compreso,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>come il potere bieco che l’uomo schiaccia,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>concependo di durare oltre la vita. </b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>L’amore è l’eterno luogo, il bel mistero</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>che aleggia su ogni attimo vitale,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>nel moto d’infiniti astri, come nell’uomo,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>sulla natura intera, sull’esistenza.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>L’uomo, la Terra e la Creazione,</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>hanno la loro essenza nell’Amore.</b></span></span></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b><br /></b></span></span></div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><b>Antonio Cattino© 27/05/ 2020</b></span></span></div>
</div>
</div>
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<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></span></div>
</div>
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<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></span></div>
</div>
</div>
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</div>
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<div style="text-align: center;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOoLdpA2kS0Y-i2h7GCy0ddtSOoLc9OL14ddl_1EhaQAtBd43Rqz3mlrfOwK18joZUrlnbvbWR2CfGuKGJgG15dz0wgUJ7bKM0s_lsUiQRcWoMQO6bt98O6JgdBA67sUd4sHk2blAROPQq/s1600/amore-coronavirus-mascherine-466x340.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="466" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOoLdpA2kS0Y-i2h7GCy0ddtSOoLc9OL14ddl_1EhaQAtBd43Rqz3mlrfOwK18joZUrlnbvbWR2CfGuKGJgG15dz0wgUJ7bKM0s_lsUiQRcWoMQO6bt98O6JgdBA67sUd4sHk2blAROPQq/s400/amore-coronavirus-mascherine-466x340.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Dal Web-solo a fini culturali, non commerciali.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 18.6667px;"><br /></span></div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"></span><br /></div>
<div style="font-family: arial, sans-serif; font-size: 18.6667px; text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"><br /></span></div>
</div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">
</span></div>
<div class="MsoNormal">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-73937526302082325772020-06-10T07:58:00.000+02:002020-07-04T07:44:05.049+02:00IL POETA LA NOTTE- Poesia di Antonio Cattino- Con un ricordo dell'amico Gino Savoja.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB7_aZOkDBfVxBRQd8r8Ag9LEvHwAcJqCt7SLCiGBsnVLrKroNL5IWoLCCVp0-1_vfFfFSa-5tfpxqzpU8tsQ0uqH8Rw6gGiOhhhvYZwIOoekfS147diP1w-Wz5CJ6XcmeEpRHwfF2gHr6/s1600/Salvador-Dali-The-Persistence-of-Memory-Surrealism-2880x1920.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhB7_aZOkDBfVxBRQd8r8Ag9LEvHwAcJqCt7SLCiGBsnVLrKroNL5IWoLCCVp0-1_vfFfFSa-5tfpxqzpU8tsQ0uqH8Rw6gGiOhhhvYZwIOoekfS147diP1w-Wz5CJ6XcmeEpRHwfF2gHr6/s640/Salvador-Dali-The-Persistence-of-Memory-Surrealism-2880x1920.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Salvador Dalì "La Persistenza dela Memoria,1931" </b>-(riproduzione non commerciale ma divulgativa e culturale).</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /><br /><br /><span style="background-color: white;"><span style="color: purple;">Questa poesia la dedico alla memoria di un caro amico, di recente deceduto per un malore improvviso e fulminante: LUIGI SAVOJA, uomo buono e gentile di grande simpatia ed innata ironia Per anni è stato preparato dirigente dei contadini della Provincia di Messina, puntiglioso difensore delle aziende agricole del messinese e convinto assertore della salvaguardia del territorio dalle aggressioni del cemento e dell'abusivismo, dal dissesto idrogeologico, dall'abbandono e dagli incendi.<br />Ciao Gino, riposa in pace nel ricordo degli amici, dei tuoi cari e di chi ti ha apprezzato.</span></span></span><br />
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">IL POETA LA NOTTE</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Rarefatte atmosfere grigio-argentate,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">pendule stelle alle nuvole appese,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">mi ritrovo con me, con le mie domande,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">con soffici pulsanti passioni inespresse</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">se non nei dolenti cunicoli della mente.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Il dolore e la pena per i fatti accaduti</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">che travalicano il quieto percorso diurno</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">di una società matura, forse morente,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">quando nei ripostigli del mondo, imperversa</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">il magma delle miserie abbandonate,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">scorrendo verso la Stella Polare </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">là dove da tempo si è spezzato l’aratro</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">e la falce è esposta nei musei </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">ed il martello fatto arrugginire</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">e mentre la cazzuola non spiana più la malta</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">sui mattoni, muore il destino ed il tempo futuro</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">diventa condanna per i più, o Europa,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">rinchiusa nelle labili certezze dell’opulenza,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">sul lavoro e sul sangue dei più poveri,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">ricerchi asserragliata il bandolo della matassa</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">dai fili consumati, consunti, aggrovigliati</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">tra terre ed acque isterilite dalla plastica </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">dove i fiumi, portatori di vita, ora solo </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">mortali miasmi adducono, quali oboli a Caronte…</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Ed i virus che sfuggono ai malefici incesti</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">e si mischiano ad uomini ed animali, irrompono </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">dagli argini, invadendo i tranquilli sogni la notte.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Mosaici terrificanti, sono le notti del poeta</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">che grida il suo dolore, oggi inascoltato,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">o non ancora compreso… (per ora… solo per ora)</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Dov’è quella civiltà e quella cultura della vita</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">che ti ha allevata nelle spumose scogliere </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">delle Tremiti e nei campi di battaglia </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">di Guernica e Madrid o sulle valli padane</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">irrorate di sangue di giovani vite che liberi</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">- scelsero la libertà-non per odio - ma per amore?</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">No non saranno gli anni a fermare </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">le mie deboli ed ultime forze, dal gelido </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">diaframma che mi separa dalla morte,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">cercherò un lume ancora, una fiammella</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">da alzare al cielo, nelle notti insonni e tormentose</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">e solo quando la notte sarà rischiarata </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">da mille e mille fiammelle, e divamperà l’incendio </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">dei cuori e dei cervelli, mi potrò licenziare </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">appagato e sereno, perché l’uomo</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">amerà in pace l’altro uomo suo vicino</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">ed il ricco ed il potente si commuoveranno davanti</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">ad un alba dai mille rosa, al germoglio degli ulivi,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">al sorriso di un bambino </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">o ad una poesia di Pablo Neruda o di Quasimodo. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Potrò andare in pace, finalmente.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-size: large;">Antonio Cattino© 7 giugno 2020</span></span></div>
Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-56109343314040343942020-03-29T10:14:00.000+02:002020-03-31T09:44:07.015+02:00A la timpa di l’Ulivetu (Terrazza di San Giovanni Decollato) Mia poesia in lingua poetica siciliana.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZA1FiiFgOlQOEMa9gL2UfzlSM8o6y1iUwCE7qA5twbCNMdQVCG7kmEGe1veI2kGXue1Z7QBQCDVxRnNvl-AtOPGulWwYTLh4nALIVdnHNg9YY6TVnZFWgfrupjCw2xKVU31gHoV0shhV4/s1600/91261555_3313310808683061_600254415856730112_n+San+Giovanni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="673" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZA1FiiFgOlQOEMa9gL2UfzlSM8o6y1iUwCE7qA5twbCNMdQVCG7kmEGe1veI2kGXue1Z7QBQCDVxRnNvl-AtOPGulWwYTLh4nALIVdnHNg9YY6TVnZFWgfrupjCw2xKVU31gHoV0shhV4/s640/91261555_3313310808683061_600254415856730112_n+San+Giovanni.jpg" width="448" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il piano di San Giovanni-Messina</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<span style="color: blue;"><br />Jò mai sapirò si fu sognu o pircantu,</span><br />
<span style="color: blue;">sacciu chi mi truvai a la codda di l’Ulivi,</span><br />
<span style="color: blue;">a notti tarda cun lu scuru chiù funnu.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Sutta un celu di stiddi mi truvai,</span><br />
<span style="color: blue;">cu San Giuvanni chi di lustru spirlucia,</span><br />
<span style="color: blue;">sutta nu Ziffiru gintili e nsistenti.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Niruvistuta un’ummira m’apparsi</span><br />
<span style="color: blue;">cu longu sajiu e na giuranna ‘n-testa</span><br />
<span style="color: blue;">e quannu s’accustau, cussì mi dissi:</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">—Jò sugnu Peppi Sciva* e appi sipultura</span><br />
<span style="color: blue;">‘nta l’antica chiesa ‘i San Giuvanni </span><br />
<span style="color: blue;">mi fannu cumpagnia i cunnannati</span><br />
<span style="color: blue;"></span><br />
<br />
<span style="color: blue;">a cu’ la jiustizia ‘i l’homini – fallaci -</span><br />
<span style="color: blue;">‘rrubbau pi sintenza la so' vita.</span><br />
<span style="color: blue;">Jò ti chiamai pirchì ti sentu caru</span><br />
<span style="color: blue;"><br />e staju suffrennu pi lu mali chi mpesta</span><br />
<span style="color: blue;">lu munnu interu e Missina pȃ so’ parti,</span><br />
<span style="color: blue;">vegnu ‘ì ddà, di l’arca d’ogni scenza</span><br />
<span style="color: blue;"><br />unni ogni cosa havi la so’ spiega,</span><br />
<span style="color: blue;">pir cui ti dicu, cu granni mia tristizza,</span><br />
<span style="color: blue;">stu mali contra a cui stati luttannu</span><br />
<span style="color: blue;"><br />è figghiu a vui e di la vostra non curanza</span><br />
<span style="color: blue;">pi li reguli chi guvernanu la Natura,</span><br />
<span style="color: blue;">l’homu nun po’ trasìri a cumannari</span><br />
<span style="color: blue;">ntra l’autri regni pi farini minnedda,</span><br />
<span style="color: blue;">rispettu e misura havi a ossirvari</span><br />
<span style="color: blue;">tinennu accura ’i nun supraniari.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Ora ti lassu amicu miu canturi</span><br />
<span style="color: blue;">Jò mi ritiru cu l’autri animeddi</span><br />
<span style="color: blue;">vai a purtari ntê cori di li genti</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">lu me’ pinzeru e l’affrevu miu</span><br />
<span style="color: blue;">pi sta cità chi muta e scantata</span><br />
<span style="color: blue;">passa li iorna a lu chiusu ritirata.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">‘I stu tempu scuru facitini trisoru,</span><br />
<span style="color: blue;">pi vui e pi li vostri cari,</span><br />
<span style="color: blue;">comu lu tempu chi ‘n-casa passati</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">po’ essiri di granni ‘nsignamentu</span><br />
<span style="color: blue;">pi megghiu canuscirivi ‘n-prufunnu,</span><br />
<span style="color: blue;">l’amuri ritruvannu pi li cosi chi vànnu.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Fermu ristai cunfusu a cogitari,</span><br />
<span style="color: blue;">trimuri mi pigghiau pi tutti l’ossa,</span><br />
<span style="color: blue;">tantu chi scuncirtatu mi svigghiai,</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">era ntô lettu me’ e na spera i suli</span><br />
<span style="color: blue;">comu spata tagghiava la scuranza</span><br />
<span style="color: blue;">e chinu di la malia di la notti,</span><br />
<span style="color: blue;">pinzusu mi n'annai pi la jurnata.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Antonio Cattino©27/03/2020</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">*Peppe Sciva è stato il martire della sfortunata sollevazione antiborbonica del 1° settembre 1847. Condannato a morte, dopo un processo militare, fu fucilato alla Piazza d’Armi della Cittadella di Messina il 2 ottobre successivo, aveva 27 anni. fu sepolto nella chiesa di San Giovanni, distrutta dal terremoto del 1908, poco distante dall’attuale tempio di San Giovanni al colle dell’Uliveto, a cura dell’antica confraternita di San Giovanni Decollato (Della buona morte), che pietosamente assisteva i condannati a morte.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Il luogo, da antico tempo, è considerato magico, sede di credenze e spiritualità popolari, dove si svolgevano riti propiziatori,</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">giuramenti e novene divinatorie notturne, come la novena di San Giovanni Decollato o quella di San Giorgio Cavaliere.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">(a.c)-</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Glossario:</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Timpa= (poggio,collinetta, terrazza)</span><br />
<span style="color: blue;">Pircantu= incantesimo</span><br />
<span style="color: blue;">Codda= collina</span><br />
<span style="color: blue;">Giuranna= letter. Ghirlanda- era la fascia legata sulla fronte a modo di ghirlanda che veniva calata sugli occhi al condannato prima della fucilazione.</span><br />
<span style="color: blue;">Mpesta= infesta, contagia</span><br />
<span style="color: blue;">Di lustru spirlucia = di chiarore brillava</span><br />
<span style="color: blue;">Farini minnedda= farne grande spreco</span><br />
<span style="color: blue;">Nun supraniari= non sottomettere (riferito agli altri regni della natura)--</span><br />
<span style="color: blue;">Afrrevu= ansia per qualcuno o qualcosa<br />Vannu= valgono- forma contratta di (valunu)</span><br />
<span style="color: blue;">Spera = raggio</span><br />
<span style="color: blue;">Malia= magia-prodigio</span><br />
<span style="color: blue;"><br />Antonio Cattino</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<br />
<br /></div>
Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-9594201237768334362020-03-19T04:55:00.001+01:002020-03-21T01:25:34.290+01:00Prof. Nino Arcoraci - endocrinologo - Coronavirus: un fatto epocale che spinge a riflettere<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0y26hJjSq3PsW6qGf6htSO9-m2YDostxcX5_T4N3QFpYHvmlTFbTj_eFi0sOrIYTWxCWaeZpbdp1mOX73SQfZDwJWCiuIjtCKC75rGprhhHSpCxAy461XCYZv6uvfkGeM8NMAmnyX8XN8/s1600/47104641_2296207967273675_8621833236797980672_nNino+Arcoraci.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="359" data-original-width="359" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0y26hJjSq3PsW6qGf6htSO9-m2YDostxcX5_T4N3QFpYHvmlTFbTj_eFi0sOrIYTWxCWaeZpbdp1mOX73SQfZDwJWCiuIjtCKC75rGprhhHSpCxAy461XCYZv6uvfkGeM8NMAmnyX8XN8/s640/47104641_2296207967273675_8621833236797980672_nNino+Arcoraci.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il prof Nino Arcoraci</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmsnWJ9I_froa5FOteAxfS3lSI91tx4OP4c75Dbc5Ajtnp-nKN9lu-0a6byqstHzJBbK9IpOcnw15LapD8ByoUWqQnI88n6mL6bbkP5UtUPfKssAyhfJBwBSy8prL9Spy5SCbE_eJKjjP6/s1600/71640608_10214923524941271_2806848809693347840_n+Nino+Arcoraci.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="540" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmsnWJ9I_froa5FOteAxfS3lSI91tx4OP4c75Dbc5Ajtnp-nKN9lu-0a6byqstHzJBbK9IpOcnw15LapD8ByoUWqQnI88n6mL6bbkP5UtUPfKssAyhfJBwBSy8prL9Spy5SCbE_eJKjjP6/s640/71640608_10214923524941271_2806848809693347840_n+Nino+Arcoraci.jpg" width="360" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il prof Arcoraci- Annmaria Tarantino(Past President Fidapa-Me) ed io</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
Nei gioni scorsi, con grande mia sorpresa e piacere, ho ricevuto, tramite E mail, una lettera dal prof Nino Arcoraci che mi onora della sua amicizia, nella quale l'insigne uomo di scienza, davanti all'esplodere ed al proliferare della drammatica infezione del Covid-19 fa alcune riflessioni sul clima drammaticamente inusuale che stiamo attraversando nel nostro paese come società e come individui, sulle paure della gente e sulle speranze, che si rincorrono, scrivendomi in premessa alla lettera:<br />
<i><b>Caro</b></i> <i><b>Sig. Antonio,</b></i><br />
<i><b>ho fatto tesoro delle sue parole.</b></i><br />
<i><b>Ho scritto una mia considerazione sul coronavirus e sul tempo che stiamo vivendo. Ho fatto anche alcue mie riflessioni. </b></i><br />
<i><b>Saluti cari e salute!<br /><br />Infatti il prof. Arcoraci aveva letto un mio post in Facebook, in cui cercavo di farmi promotore di serenità e di fiducia, davanti all'ondata di reazioni irrazionali che sono state innescate tra la gente.<br />Egli prende quindi parte del mio post e lo fa parte del suo messaggio, confidando nella speranza e nell'aiuto Divino.E' una lettera che pubblico con piacere e metto a disposizione di tutti coloro che desiderano leggere parole di serenità e di fiduciosa speranza. (A. C) </b></i><br />
<span style="color: blue;"><br /><span style="font-size: large;">Viviamo un momento difficile, per certi versi grave, in cui la paura, il terrore e il panico sono sintomatici della nostra impreparazione all’evento e della nostra fragilità. Non ci aiutano i bollettini, a volte contrastanti, spesso contrastati, e non ci aiuta la miriade di news, spesso fake news. Se queste, da un lato possono riempire lacune, alcune strappare un sorriso, dall’altro ci inchiodano in quarantena per preservare la nostra salute e, come giustamente ci viene gridato da più parti, per preservare la salute degli altri. Non tutti conosciamo a fondo il problema, non tutti siamo in grado di fornire consigli e accorgimenti per proteggere noi stessi e gli altri in modo adeguato. Seguiamo ciò che viene detto e, con il nostro libero arbitrio, interpretiamo, ohimè, in maniera personale e non sempre corretta... </span></span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">C’è chi considera quanto sta accadendo, una punizione: parafrasando l’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, vede nel coronavirus il cavallo nero dell’Apocalisse con il suo cavaliere che ha in mano una bilancia e dà un chilo di grano al prezzo della paga di una giornata e spera nell’arrivo del cavallo bianco con il suo cavaliere che tiene in mano un arco, in testa una corona ed esce da vincitore per vincere ancora…C’è chi considera il virus, un “dono” della terra, cresciuto per metterci in ginocchio, per fermare il mondo, dimezzare l’inquinamento delle grandi nazioni; un “monito” per costringerci a guardare dentro di noi, per insegnarci una nuova umanità necessaria, per capire il valore delle cose. </span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">Certamente è un momento in cui bisogna riflettere, in cui è d’obbligo la prudenza e in cui bisogna avere doti di grande umiltà. Le notizie martellanti, da un lato aggiornano, da un lato indeboliscono le nostre capacità di percezione, sono ripetitive e fanno travisare il senso del rischio. Coinvolgono e ci spingono verso una incontrollabile paura di massa, una distorta gestione del nostro “essere” nei confronti della pandemia. Paura che, come dice Edoardo Boncinelli, <i>è grande spinta e pessima consigliera</i>, che ci travolge e ci scoraggia. Che non ci fa usare la ragione. </span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">E, invece, bisogna fare appello proprio alla ragione, caricarsi di responsabilità. Confidare nell’aiuto del Signore e lasciare che il governo si prodighi - come sta facendo - per arginare la diffusione della malattia; per limitare al massimo la perdita di vite umane anche a scapito dell’economia italiana che, di per sé precaria, purtroppo, precipita. </span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">Fa bene mantenere un pizzico di ottimismo ed è carino che esso sia incoraggiato dal coro del “<i><b>ce la faremo</b></i>”, dallo sbandieramento del tricolore, dal canto dell’inno di Mameli che unisce tutti.</span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">Il mio amico <b>Antonio Cattino</b> si consola sperando che il <i>Coronavirus, al Sud, finirà con il calduccio del nostro maggio. <b>Considera</b> questo periodo un'occasione per socializzare con noi stessi, col nostro intimo e con il nostro vissuto…un periodo buono per progettare. Un'occasione per riprenderci…dal pericolo di perderci tra le maglie dell'idiozia generale, delle paure a comando e quant'altro nel vuoto spinto delle idee. Si può leggere un buon libro, <b>egli scrive</b>, si può telefonare a qualcuno e dire "come stai?" Si possono scambiare due chiacchiere…che fanno bene, che fanno guarire... almeno nello spirito. <b>Non dimentica</b> chi oggi è in difficoltà, a rischio salute, chi sta perdendo il lavoro o l'ha già perso, chi deve pagare una badante per lasciare i bambini custoditi…</i></span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;"><span style="white-space: pre;"> </span>Dimentica che noi, al Sud, ora, più di prima, siamo in pericolo: l’onda di rientro della gente che viene dal Nord…il nostro modo di essere poco igienisti, le nostre strutture sanitarie non adeguatamente attrezzate, non ci fanno sperare bene. La cronaca di tutti i giorni ne dà testimonianza. </span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;"><span style="white-space: pre;"> </span>Assumono rilievo le parole del Presidente della repubblica che </span><span style="color: blue; font-size: large;">sono il messaggio di quanto gli esperti Gli hanno preparato… l’esempio dato dal Papa.</span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;"><span style="white-space: pre;"> </span>Ci dobbiamo solo augurare, e parlo prevalentemente per noi anziani, che le misure di prevenzione siano sufficienti, che la sanità non ci abbandoni, che la carità di Dio ci sia sempre vicina. </span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;"><span style="white-space: pre;"> </span>In questo momento, davanti a una realtà incontrollabile e altamente lesiva, ci sentiamo impotenti. Razionalmente esorcizziamo l’evento drammatico, ci aggrappiamo ai vari ancoraggi clinici, sociali, psicologici, pedagogici, di fede e di carità. Ottimizziamo in modo razionale le nostre risorse. Confidiamo nella ricerca che non si arresti, nella scoperta del farmaco risolutore. Lasciamo spazio alla speranza e, per chi crede, al rifugio nella preghiera. </span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">Viviamo quindi, questi giorni di Quaresima, in una “quarantena personalizzata”, a ricordare e meditare i 40 giorni di Gesù nel deserto in solitudine. Speriamo che la Pasqua sia veramente di Resurrezione, che riepiloghi, come dice Filippo Boscia, tutti i misteri e ci proietti verso la verità che spesso non riusciamo facilmente a riconoscere. Che ci rigeneri nella Sua luce che ci induca a pregare per le vittime del contagio…per gli ammalati, per i sofferenti, per le loro famiglie…per chi non c’è più...A pregare per noi stessi, magari con questa antica preghiera irlandese che recita: Che Dio ci conceda sempre un raggio di sole per scaldarci, un raggio di luna per incontrarci, un Angelo protettore così che niente ci possa far male. Una risata che ci rallegri. Amici provvidenziali vicino a noi. E quando preghiamo che il cielo ci ascolti.</span><br />
<span style="font-size: large;"><span style="color: blue;"> <b>Nino Arcoraci*</b></span></span><br />
<br />
<i>*Primario emerito di Endocrinologia, Messina, Ospedale Piemonte</i><br />
<i>Libero docente in Patologia Speciale Medica e Metodologia Clinica (1969)</i><br />
<i>Libero professionista medico specialista in Neuroendocrinologia e Malattie del Ricambio,</i><i>Firenze 1961</i><br />
<i></i><br />
<i><br />Il prof. Nino Arcoraci annovera tra l'altro 150 pubblicazioni scientifiche.</i><br />
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
</div>
Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-68121432771509828032020-03-04T02:57:00.000+01:002020-03-04T03:16:36.836+01:00Il mio Libro di Poesie Siciliane - LU SULI E LA LUNA - visto da Giuseppe Mistretta<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhctfeA0X36-cBaawHXNzIxixE91Uf-JLtUwJ2atldYfeEMIlwsLHFU7yMCmg15RWQECh2YnX4m2r2zHxMtBUxUYZbOCxDC_i92dol5lX9m3SOG1BKIV3_YiSW7L9bE8eUNbUrR689SMsvo/s1600/Image+Lu+Suli+e+La+Luna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1086" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhctfeA0X36-cBaawHXNzIxixE91Uf-JLtUwJ2atldYfeEMIlwsLHFU7yMCmg15RWQECh2YnX4m2r2zHxMtBUxUYZbOCxDC_i92dol5lX9m3SOG1BKIV3_YiSW7L9bE8eUNbUrR689SMsvo/s640/Image+Lu+Suli+e+La+Luna.jpg" width="434" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La copertina di Lu Suli e la Luna - Canti e Puisii Siciliani</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br />
<b>Pubblico, con mia grande riconoscenza e gratitudine per l’estensore, una recensione di Giuseppe Mistretta che oltre ad essere un carissimo amico è soprattutto un Poeta, uno scrittore ed un drammaturgo siciliano che sta emergendo dalla sua Enna verso più alti e lusinghieri traguardi, che lui merita e che si confanno alla sua arte ed al suo innato talento. Una recensione questa, generosa per la mia persona - ci tengo a dire - ma che trovo ben calibrata e coerente per il mio libro di - poesie e canti siciliani - «LU SULI E LA LUNA»:</b><br />
<br />
<br />
<span style="color: blue; font-size: large;"><i>Antonio Cattino da Messina, poeta, scrittore, narratore, un vero cultore della storia e della letteratura</i></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Classe quarantotto del Novecento, messinese, Antonio Cattino è un uomo serio, imperturbabile, impegnato da sempre nella politica solo per combattere le ingiustizie sociali e gli affanni degli ultimi.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">-Il poeta è sempre tale-, terminati i versi egli non può spogliarsi delle sue visioni, della sensibilità sua Musa, no, i veri poeti (ed oggi come ieri sono pochi) sono doni sacri, materia luminosa umana che illumina la terra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Io ho la fortuna di conoscere Antonio, come poeta e come amico, ritengo la sua amicizia tra le cose più belle che mi sono accadute in questi ultimi anni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Ritengo il poeta messinese una biblioteca vivente, un intellettuale -vecchio stampo-, un autore ed un critico letterario che gratuitamente si spende per gli altri; </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Antonio legge e scrive tantissimo. Non è semplice descrivere un autore così assetato di cultura, il solco che egli da decenni ha tracciato è profondo e piuttosto articolato, si estende dalla storia alla poesia, dalla prosa ai versi in lingua Italiana, Siciliana e dialetto messinese.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Il Canzoniere - Lu Suli e La Luna-, con prefazione del critico letterario Giuseppe Rando (già ordinario di letteratura Italiana presso l'Università di Messina), è l'esempio fisico di quanta energia letteraria sia carico il poeta Antonio Cattino.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Leggendo la sua raccolta, si resta affascinati dai versi, dalla prosa, ogni scrittura presenta una puntigliosa attenzione e cura dei particolari, evidenzia storia e cultura siciliana avvolta nella filosofia degli uomini del passato e del presente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Molto suggestivo l'incipit dell'introduzione della professoressa Paola Radici Colace, (già ordinario di filologia classica presso l'Università di Messina), la quale paragona il nostro poeta ad un " Novello Bardo" della città di Messina, che ne percorre le strade raccontando pagine della sua storia cittadina, nel dialetto dei padri... "il canto si fa corale...</span><span style="color: blue; font-size: large;">"</span><span style="color: blue; font-size: large;"> infatti il poeta sembra coinvolgere nel coro, quasi a volerli rendere protagonisti viventi, antichi personaggi storici o mitologici, evocando fatti o antiche leggende, nonché gli stessi elementi naturali, i monti, lo Stretto, che prendono vita, come per ridare un'anima alla sua Messina e creare una continuità tra passato e presente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Lu Suli e La Luna, non è una banale antologia, un vezzo stilistico nato per dar sollazzo all'autore, come spesso accade, trovo piuttosto questa raccolta un elegante testamento, un meraviglioso lascito culturale, solo così ho inteso l'opera di Antonio Cattino in pieno, la chiave di lettura del Canzoniere è a tutto campo, specchio della sua luminosa personalità sia umana che artistica.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Contrariamente a quanto accade nelle brevi recensioni condivise sui social, nel caso del poeta messinese, trovo riduttivo trascrivere questa </span><span style="color: blue; font-size: large;">o quell'altra </span><span style="color: blue; font-size: large;">poesia a discapito di altre contenute nell'antologia Lu Suli e La Luna, la raccolta VA LETTA PER INTERO, con attenzione, con rispetto, senza tralasciare nessuna pagina, </span><span style="color: blue; font-size: large;">solo così si potrà apprezzare il magnifico lavoro letterario di Antonio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Trovo la prefazione di questo libro importante, perfetta, una lente d'ingrandimento che bene legge l'opera: ogni libro ne possiede una e quella del prof. Giuseppe Rando è a mio avviso, un’opera accessoria, un valore aggiunto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Ho letto due volte questa raccolta, e tanta conoscenza ne ho tratta ogni volta, cosa distingue un buon libro da uno cattivo, se non la quantità di riflessione, di conoscenza che questo ci trasmette.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">È questa rara e straordinaria caratteristica che mi ha convinto a mettere nero su bianco la validità dell'opera di Antonio Cattino, per questa ragione, mi congratulo con lui e lo ringrazio per il significativo ed importante lavoro letterario svolto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue; font-size: large;">Giuseppe Mistretta, marzo 2020</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-47659663240858696722020-03-01T07:25:00.002+01:002020-03-01T07:25:55.977+01:00Francesco De Robertis, pioniere del Neorealismo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1m_o5HD3go6Nv-Doy2HlhD-EG6xmG34H7xAO8e9Abya-TqqxYPmkGwd6tEuk9ulDJyvVxPy6BLtljDaIRf2BFw6DT5qcdaO5Fqo4y9ACgS1EqpuG89avkw8_yhUhkyQWs-mqWH69Wi8Jp/s1600/86971270_703503453519301_25460531770949632_n+De+Robertis+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="519" data-original-width="377" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1m_o5HD3go6Nv-Doy2HlhD-EG6xmG34H7xAO8e9Abya-TqqxYPmkGwd6tEuk9ulDJyvVxPy6BLtljDaIRf2BFw6DT5qcdaO5Fqo4y9ACgS1EqpuG89avkw8_yhUhkyQWs-mqWH69Wi8Jp/s1600/86971270_703503453519301_25460531770949632_n+De+Robertis+1.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
<i>Una recensione di <b>Duilio Paiano, </b>giornalista e scrittore foggiano,<b> </b>pubblicata da <b>Oceano News</b>, periodico culturale di Bari, nel suo numero di febbraio 2020, per un libro, <Il cinema di Francesco De Robertis> a cura di Massimo Causo - Edizioni dal Sud - 2018 che ripercorre carriera cinematografica di un pioniere del Neorealismo:</i><br />
<i><b>Francesco De Robertis</b>, regista cinematografico e ufficiale della Marina, originario di San Marco in Lamis, in provincia di Foggia</i><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikT4njPYDitDMEyuiwVKxc3_DH1iKnKxKyewwF_pcaWemUb05mrOtet6nNmIsb-2tDb9sm4552o-mzU8j9pGKmIllz2TGFUuk25FPX_Xwdxv_eDgQg38Ts-mjoKf5jJCLVEp-6wtbTiFwM/s1600/87482848_461961244688174_5300239876648599552_n+De+Robertis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="707" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikT4njPYDitDMEyuiwVKxc3_DH1iKnKxKyewwF_pcaWemUb05mrOtet6nNmIsb-2tDb9sm4552o-mzU8j9pGKmIllz2TGFUuk25FPX_Xwdxv_eDgQg38Ts-mjoKf5jJCLVEp-6wtbTiFwM/s320/87482848_461961244688174_5300239876648599552_n+De+Robertis.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Francesco De Robertis</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue; font-size: large;">È davvero sorprendente scoprire quanti personaggi la Puglia abbia espresso, a livello nazionale e internazionale, nei più svariati campi delle professioni e delle attività umane. Ed è altrettanto mortificante constatare che molti di essi siano rimasti nell’anonimato più assoluto o, quanto meno, in una zona d’ombra che gli ha negato la meritata ribalta e l’apprezzamento da parte del grande pubblico.</span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">Tra questi è da annoverare certamente Francesco De Robertis (San Marco in Lamis, 16 ottobre 1902 – Roma, 3 febbraio 1959) che, pur avendo frequentato l’Accademia navale intraprendendo la carriera militare come ufficiale della Marina Italiana, ha tuttavia espresso tutto il suo talento in campo cinematografico, forte di una solida preparazione tecnica e potendo contare su un’innata predisposizione alla creatività e alla gestione dell’immagine. I suoi film, quasi tutti a soggetto di carattere navale, anticipano e annunciano la grande stagione del neorealismo italiano: lo stesso Roberto Rossellini, ritenuto il padre di questa corrente cinematografica-culturale, gli fu assistente, prima di affermarsi come il genio della pellicola che tutti conosciamo. È rimasta famosa la querelle che vide i due – De Robertis e lo stesso Rossellini – protagonisti di una vicenda che fece discutere, legata alla realizzazione del film La nave bianca, dedicato alla vita a bordo di una nave ospedale. Essendosi De Robertis ammalato, subito dopo l’avvio delle riprese, i fratelli Scalera (fondatori di una società di produzione e distribuzione cinematografica) decisero di affidarne la prosecuzione temporanea ad un giovanissimo Rossellini. Al rientro operativo sul set, De Robertis, non completamente soddisfatto del lavoro fatto, apportò alcune modifiche aggiungendo anche alcuni passaggi alla narrazione della vicenda. Ne nacque una disputa circa la paternità del film che – come affermano Massimo Causo e Maria Barbara Perversi nello splendido Il cinema di Francesco De Robertis, curato dallo stesso Massimo Causo per Edizioni dal Sud – «comunque sarebbe rimasta negli annali come la prima opera diretta da Rossellini, con la supervisione di De Robertis».</span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">Le storie del regista daunio sono, come detto, prevalentemente di mare, ambientate nel periodo bellico che è anche quello in cui si estrinsecano la massima espressione artistica e la maturità di De Robertis. La peculiarità neorealistica, però, non è rappresentata soltanto dalla volontà di mandare sugli schermi scene di vita vissuta, sia pure nell’ambiente marinaresco, ma anche dal cast costituito da militari della Marina prestati alla recitazione. Quelli che saranno per il neorealismo classico attori “presi dalla strada”, per il neorealismo derobertisiano sono attori “presi dalla camerate” o, meglio ancora, dalle cuccette delle navi.</span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: blue; font-size: large;">Una eccellente carriera di regista cinematografico che ha consegnato alle teche del nostro Paese autentiche opere d’arte</span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;"><br /></span>
<span style="color: blue; font-size: large;">È singolare la vicenda umana e professionale di questo personaggio della cultura pugliese, sviluppatasi contemporaneamente servendo la Patria in divisa da ufficiale di Marina e impegnato in una eccellente carriera di regista cinematografico che ha consegnato alle teche del nostro Paese autentiche opere d’arte. In virtù della sua prima “anima” – quella di appartenente al Corpo della Marina – De Robertis ha una solida preparazione scientifica e una capacità organizzativa non comune, tuttavia non riesce a fare a meno della componente sentimentale che lo spinge sempre a valorizzare e narrare l’aspetto umano delle situazioni.</span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">Scrive Fabio Prencipe – giornalista foggiano, organizzatore di festival cinematografici e dal 2015 componente del Consiglio d’Amministrazione di Puglia Film Commission – nel già citato Il cinema di Francesco De Robertis: «L’eroismo e lo spirito di corpo, l’amore di patria e la fedeltà alla bandiera, la fede in Dio e la famiglia, sono queste le coordinate entro cui si è sempre mosso nella scrittura, fosse essa per il teatro o per il cinema, e la fedele trasposizione di questi “ideali” sono quasi sempre stati alla base del suo lavoro».</span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">Ho avuto la fortuna di assistere alla presentazione a Foggia del libro in questione e alla successiva proiezione di Uomini sul fondo (fruibile anche su Youtube, come altre opere di De Robertis) nella pregevole sede dei Cineporti del capoluogo daunio: la suggestione e la successione delle immagini, il montaggio sapiente, la recitazione spontanea, gli effetti speciali, la colonna sonora, si sono offerti come una rappresentazione corale e armonica che ha calamitato l’attenzione dei presenti e determinato un pathos che raramente è dato registrare nelle sale cinematografiche di oggi.</span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">Francesco De Robertis è stato una piacevole scoperta che ha sollecitato in me l’orgoglio di pugliese ma anche alimentato il rammarico per un “nome” rimasto sconosciuto ai più e, forse, anche a buona parte degli addetti ai lavori. Un’imperdonabile trascuratezza, perché l’uomo, il militare, il cineasta avrebbero meritato ben altra considerazione.</span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">La pubblicazione di Il cinema di Francesco De Robertis colma un vuoto e rende giustizia a un personaggio di grande spessore culturale e vivace personalità. Il merito va a Massimo Causo che ne ha curato la pubblicazione e a Ernesto G. Laura, Vito Attolini, Giuseppe Gariazzo, Franco Grattarola, Simone Starace, Davide Di Giorgio, Stefano Della Casa, Anton Giulio Mancino, Adelina Preziosi, Giovanni Memola e Fabio Prencipe che del protagonista hanno illustrato gli aspetti salienti della professione, dell’attività e della personalità.</span><br />
<span style="color: blue; font-size: large;">Di De Robertis – solo per restare nel recinto della produzione cinematografica come regista, soggettista e sceneggiatore – oltre ai già citati Uomini sul fiondo e La nave bianca, segnaliamo ancora: Mine in vista, Alfa Tau, Uomini e cieli, Marinai senza stelle, La vita semplice, La voce di Paganini, Fantasmi del mare, Il mulatto, Gli amanti di Ravello, Carica eroica, Gli artefici del sorriso, Mizar / Sabotaggio in mare, Uomini ombra, Yalis, la vergine del Roncador, La donna che venne dal mare, I ragazzi della Marina. Quest’ultimo film è datato 1958. De Robertis si era congedato dalla “sua” Marina Militare nel 1949.</span><br />
<br />
<b style="text-align: right;"><span style="font-family: "times new roman" , serif; mso-bidi-font-family: "Lucida Sans";">Scritto da Duilio
Paiano</span></b><br />
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<b><span style="font-family: "times new roman" , serif; mso-bidi-font-family: "Lucida Sans";"><o:p></o:p></span></b></div>
<div>
<i>Da <b>Oceano News- Bari</b>.</i><br />
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333;">
<strong style="box-sizing: border-box; font-family: "Helvetica Neue", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;"><br />Massimo Causo</strong><span style="font-family: "helvetica neue" , "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 14px;">, </span><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">i</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">l curatore del libro, è nato a Taranto il 15 giugno 1965, è critico cinematografico, festival programmer e docente.</span></i></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333;">
</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Proviene dall’associazionismo culturale e inizia il suo percorso nella critica cinematografica anche grazie al Premio Adelio Ferrero di Alessandria, riservato alla giovane critica cinematografica. Fa parte del gruppo “Sentieri Selvaggi” ed è collaboratore delle riviste specializzate “Filmcritica”, “Cineforum”, “Duellanti”, “Panoramiche”, “Film”, “Marla”. È redattore del bimestrale di cinema e audiovisivi nella scuola “Il Ragazzo Selvaggio”. Dal 1989 al 2014 è stato critico cinematografico del quotidiano tarantino “Corriere del Giorno”.</i></span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333;">
</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Dal 2007 è curatore della sezione Onde del Torino Film Festival. Dal 2004 al 2008 è stato membro della commissione della Settimana Internazionale della Critica per la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Dal 2001 è consulente del Festival del Cinema Europeo di Lecce. Dal 2002 al 2007 è stato consulente di “Infinity Festival” di Alba.</i></span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333;">
</div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Ha firmato alcune voci dell’Enciclopedia del Cinema Treccani e ha pubblicato monografie su autori come Amir Naderi, Kathryn Bigelow, Yilmaz Güney , Francesco De Robertis, Andrej Konchalovski, Michele Placido, Ugo Tognazzi, Maurizio Nichetti, oltre a numerosi saggi apparsi su volumi collettanei.</i></span></div>
</div>
</div>
Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-63466694727970264922020-02-26T03:01:00.000+01:002020-02-27T15:08:45.817+01:00JOSÈ RUSSOTTI – ARRERI Ô SCURU (Dietro al buio) - Poesie, Messina 23 febbraio 2020.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNX0EELQxEpFM5e5yRnpRgZDisz9YQJ_cRM62sj0hO53WZWm1jHeThpa1isRKFJHQ1ejmn21aCmxDKBc0wuE6xr6wpRje8sbiXRfb6vuQl5W-4Hnhe0y3lp3oBDTfcSZ6Ev6eIhgPdXX1s/s1600/85249689_2287209411574456_222048043971641344_o+jos%25C3%25A8+russotti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNX0EELQxEpFM5e5yRnpRgZDisz9YQJ_cRM62sj0hO53WZWm1jHeThpa1isRKFJHQ1ejmn21aCmxDKBc0wuE6xr6wpRje8sbiXRfb6vuQl5W-4Hnhe0y3lp3oBDTfcSZ6Ev6eIhgPdXX1s/s640/85249689_2287209411574456_222048043971641344_o+jos%25C3%25A8+russotti.jpg" width="480" /></a></div>
<br />
<i>Pubblico il mio intervento recensivo pronunciato alla presentazione della raccolta di poesie di Josè Russotti ARRERI Ô - SCURU (Dietro al buio), tenutasi il 23 febbraio u.s. a Messina presso l'Associazione Culturale " Le Cicalate"</i><br />
<br />
<span style="font-size: large;">Leggere le poesie di Josè Russotti nella silloge <Arreri ô Scuru> ha avuto per me il significato di passare in rassegna la vita di questo poeta ed artista, scorrendone le sue intimità più recondite, i suoi percorsi di vita, segnati spesso dalla sofferenza, ma anche da una ferrea volontà di andare avanti. Josè di cui mi onoro di essere amico, è una persona squisita e sensibile, schietto e leale, ha tutte le caratteristiche per essere un poeta, poichè pensa da poeta e vive la sua vita con quel tipico straniamento dal quotidiano e dall’ordinario che è proprio dei poeti. Credo, senza timore di smentita, che Josè sia uno dei poeti tra i più interessanti che possiamo enumerare in Sicilia.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">La sua poesia è corposa e potente, piena di metafore e forti figurazioni, una poesia fortemente ancorata ai luoghi ed alla vista totalizzante dell’Etna che sovrasta la sua Malvagna al di là del fiume che scorre nella valle dell’Alcantara e da cui il nostro Poeta prende quella forza e quella potenza narrativa, che invade la coscienza di chi lo legge o lo ascolta, fino a trascinarlo nel vivo dei suoi sentimenti e dei suoi tormenti. </span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Con questa raccolta di poesie, scritte in dialetto malvagnese, e tradotte a fronte pagina in lingua italiana, in vere e proprie poesie in italiano, scopriamo non solo il poeta ma anche l’uomo. Le due figure che come dicevo prima, in Josè si sovrappongono e si integrano a vicenda. </span><br />
<span style="font-size: large;">In lui c’è la sofferenza per un’infanzia ed un’adolescenza sottratte, fatto che segna la sua vita e conforma la sua affettività.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Testimonianza ne sono le liriche dedicate alla moglie (a Maria), amore, come lui afferma di 40 stagioni, che rinnova nei suoi versi, ma che diviene anche rifugio ed approdo per i momenti più scuri della vita.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Mi sono anche soffermato sulle poesie dedicate al padre, che morì quando lui aveva solo 11 anni, una figura che nella vita gli è tanto mancata e che lui non smette mai di cercare.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Il ricordo della madre è struggente, le liriche a lei dedicate sono di una dolcezza e di una malinconia estreme:</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Il ricordo del momento della sua morte, a cui lui assistette e ne colse l’ultimo respiro, insieme a quello delle sue ultime intense parole, sono fissati nella lirica Ô capizzu (Al capezzale): “ <i>Figghiu! Staju murennu, ora e pi sempri”</i> (“Figlio sto morendo! Ora e per sempre”) – esse sono rimaste stampate nella sua memoria, che si fanno sofferenza dell’anima quando si rammarica di non avere pronunciato mai a sua madre, quando era in vita, quelle parole di affetto e di amore filiale che avrebbe voluto pronuciare. Nella raccolta emerge dunque un senso di estrema solitudine che ora confessa alla madre nella lirica SURU (Solo):</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;"><i>Jò sugnu vivu e dannatu</i></span><br />
<span style="font-size: large;"><i>a scuntari i jorna chi mi restunu,</i></span><br />
<span style="font-size: large;"><i>suru e pessu, luntanu i tia,</i></span><br />
<span style="font-size: large;"><i>a cuntari i milli parori</i></span><br />
<span style="font-size: large;"><i>chi nun ti dissi mai.</i></span><br />
<span style="font-size: large;">(Io sono vivo e dannato/ a scontare i giorni che mi restano/ solo e perso/ lontano da te,/ a contare le mille parole che non ti dissi mai).</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Sono poi le poesie sociali, tra le altre segnalo (Ninu Bongiovanni, u putaturi) e (Putedda d’a Jnesra) - che danno la cifra sociale di Josè Russotti, evidenziando quel senso di giustizia sociale mai sopito, ma che si rinnova nel tempo.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Detto questo, devo sottolineare però, l’amore di Josè per il suo paese natale </span><span style="font-size: large;">Malvagna, di cui lui piange il progressivo spopolamento ed a cui ha dedicato, l’opera di codifica del suo antico dialetto nelle due sillogi dialettali, questa <Arreri ô Scuru> e <Fogghi Mavvagnoti> nel 2002; un lascito linguistico di cui si fa donatore per Malvagna ed i suoi giovani, che avranno modo di riscoprire la loro lingua madre, ma che più complessivamente rappresenta un contributo alla cultura siciliana.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br /></span>
<span style="font-size: large;">Antonio Cattino 23 febbraio 2020.</span><br />
<br /></div>
Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-90451324789938163382020-01-26T17:40:00.001+01:002020-01-26T17:48:32.467+01:00L' ultima silloge del Poeta Josè Russotti “ARRERI Ô SCURU ” (Dietro al buio), Ed.Controluna Roma – 2019, nella recensione di Domenico Pisana.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwIpwdGwWyTZ1dYx52VNLpqLQIFPI7TDo4bvgiC6Nmb9tbybTdC1qnwcjO_swRWYXvuashfaCsMLDTi8q5kP6s9wl_0VHgpI4ohoGU8iacymnwiRqxznaYHAZwA1ioG0kvMcUkSPST581R/s1600/24955821_1780740398888029_7397011597897143202_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="156" data-original-width="235" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwIpwdGwWyTZ1dYx52VNLpqLQIFPI7TDo4bvgiC6Nmb9tbybTdC1qnwcjO_swRWYXvuashfaCsMLDTi8q5kP6s9wl_0VHgpI4ohoGU8iacymnwiRqxznaYHAZwA1ioG0kvMcUkSPST581R/s400/24955821_1780740398888029_7397011597897143202_o.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Josè Russotti</td></tr>
</tbody></table>
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<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqnkgwoj4KJTsza0P0cUbChzbOVlxA_6l6vhihb63OlotVIc9CSAEmo7NacgmBxr0LsX6tVVLA09kCx8MWF4MXDzUmDfX8FHCw4VkhtG_7stwm3HFkbPMV07GZAgNLGLYQjIP4WVOd63Zh/s1600/78598262_2225205484441516_4924708221416898560_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="154" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqnkgwoj4KJTsza0P0cUbChzbOVlxA_6l6vhihb63OlotVIc9CSAEmo7NacgmBxr0LsX6tVVLA09kCx8MWF4MXDzUmDfX8FHCw4VkhtG_7stwm3HFkbPMV07GZAgNLGLYQjIP4WVOd63Zh/s400/78598262_2225205484441516_4924708221416898560_n.jpg" width="307" /></a></div>
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<span style="color: purple;">I<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">N PUNTA DI LIBRO. </span></span><br />
<span style="background-color: white; color: purple; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">“Arreri ô scuru”, la poesia di José Russotti</span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgakS5BUqzhrz8F78sDRP_yc3MQqDoLFm-hX0Sx8nS8mAijE6Ro60LFlp8CiFNufaeuGyHQw0p08QdYMGEuJGCIcUriv46Kze21CqxwcV61EQj4I5CCIDzgC0Cqb8fFLyKSR-FFOaIgzI0y/s1600/83146333_2264513513844046_5011774686044880896_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="600" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgakS5BUqzhrz8F78sDRP_yc3MQqDoLFm-hX0Sx8nS8mAijE6Ro60LFlp8CiFNufaeuGyHQw0p08QdYMGEuJGCIcUriv46Kze21CqxwcV61EQj4I5CCIDzgC0Cqb8fFLyKSR-FFOaIgzI0y/s200/83146333_2264513513844046_5011774686044880896_n.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il prof. Domenico Pisana</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L’itinerario poetico di José Russotti si muove dentro l’ethos e il “sole e tutto il mare intorno” della terra siciliana, con una efficacia semantica di forte rilievo. La sua silloge Arreri ô scuru (Dietro al buio), Controluna 2019, raccoglie poesie in vernacolo siciliano e lingua italiana, connotandosi come “sospensione del tempo” e fissando sulla pagina le dimensioni del cuore del poeta che fa memoria di luoghi, figure, persone, oggetti, paesaggi, nonché di sorrisi e di lacrime, di bene e di male. L’autore, nato in Argentina, vive ed opera tra Messina e Malvagna ed ha già alle spalle pubblicazioni poetiche; in questa nuova raccolta i suoi versi hanno il sapore di un sincero scavo interiore che si fa dono e che la sua anima traduce in canto poetico di autenticità e di vita.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sì, perché Russotti è uno che crede nella poesia, tant’è che la evoca nelle sue valenze metaforiche, simboliche, visive ed uditive, utilizzando immagini significative ed espressive, tra le quali: “lacrima”, “iàcqua” (acqua),“brazzi” (braccia),“guerra”,“gioia”,“ansia”,“simènza” (seme), “ràrica” (radice), “passu” (passo),“lampu”(lampo),“vinu” (vino), “sdilliriu” (tormento), spazio “di dummanni senza risposti”, d’affanni, di peni” (di domande senza risposte, d’affanni, di pene”):</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">…<span style="color: blue;">A puisia è simènza chi scava nt’a terra,</span></span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">ràrica chi nun canusci cunfini. È un passu</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">arrèri ô scuru o nt’a l’alba di tutti i jorna.</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È un lampu ntô celu, u vinu ntô bicchieri,</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">a gioia stampata subbra u mussu,</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">l’ansia d’u nuccenti.</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trad.: …La poesia è seme che scanala nella terra, / radice che non conosce confine. È un passo / dietro al buio o nell’alba di tutti i giorni. / È un lampo nel cielo, il vino nel bicchiere, / la gioia stampata sulle labbra, / l’ansia del puro… ( A puisia è… La poesia è…)</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Al fondo delle poesie di José Russotti vive la lucida consapevolezza di un “io” che meditando, o tuffandosi nella contemplazione, apre un varco sulla problematica esistenziale contemporanea. La metafora-immagine del titolo non solo è decodificabile dentro il discorso poetico di tutto il volumetto, ma è attivata nella rappresentazione e stigmatizzazione del reale, che i bisogni interiori dell’autore caricano di significati personali e inconsci. E così, la consapevolezza delle antinomie del reale conduce il poeta alla solitudine, ma non esclude, però, il conforto e l’orizzonte dell’utopia:</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: blue;">Jò sugnu vivu e suru!</span></span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Suru e vivu, cu ll’occhi ‘n chiantu.</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Suru, ntô cori d’un sirenziu chi spaja…</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Suru, intra ì ma pinzèri di lanna. A nùra e suru!…</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trad.: Io sono vivo e solo! / Solo e vivo, con gli occhi in pianto. / Solo, nel cuore di un silenzio che dilaga… / Solo, dentro i miei pensieri di latta. Nudo e solo! (Suru - Solo)</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il corpus poetico di questa silloge poggia certamente su una dicotomia di slanci creativi che si armonizzano ed integrano nell’unità del cammino della vita nei suoi chiaroscuri; José Russotti offre, infatti, ai suoi lettori “l’habitat della sua interiorità” di uomo, di figlio , di padre all’interno di una “poetica degli affetti” che non è intimismo psicologico né sentimentalismo edulcorato, ma profonda bellezza dell’animo umano che si fa lezione universale con una “semplicità non calcolata” – direbbe Carlo Bo.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dai versi trasudano le radici identitarie, storiche, culturali, umane, sociali e religiose dell’autore, il quale – “dietro al buio” ove si scontrano “U scrusciu di tacchi intra i stanzi scuri”(Il rumore dei tacchi dentro le stanze buie), “a negghia chi cala a l’ampruvisa” (la nebbia che scende improvvisa), “bucchi ‘ntuppati” (l’omertà), “duluri cunzatu nto tempu” ( il dolore condito nel tempo), “fummi scurusi ch’i brazzi avetti chi galleggiunu / a mmenzu a nostra fridda ‘nniffirenza” (sagome scure con le braccia aperte che galleggiano / in mezzo alla nostra fredda indifferenza) – , cerca di scorgere sempre un raggio di luce riflesso ora nell’alba, ora nel paesaggio dell’anima, ora in uno sguardo d’amore e d’amicizia, ora “subbra lacrimi di prèjera” (sopra lacrime di preghiera) ora “nello specchio incrinato dei ricordi”, ora nel volto di una persona cara:</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">“ A luci di sempri sta n’intra a to’ tariata. Canta,</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">si vuoi cantari, commu cantu di tuttura n’ammurata”</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trad.: La luce di sempre sta dentro il tuo sguardo. Canta, / se vuoi cantare, come canto di tortora innamorata. (A luci di sempre – La luce di sempre)</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quel che emerge da questo libro è, sicuramente, un pathos lirico-narrativo lineare, che si snoda senza alcuna rielaborazione artificiosa sul piano del linguaggio; il lettore, in tal modo, viene proiettato dentro le tematiche memoriali e gli affetti del poeta, il quale fissa lo sguardo su persone che hanno rappresentato un esempio e un valore a vari livelli: Senzio Mazza, Linda, Mariacatena, Desirée Mariottini, Elyza, Peppino Impastato, ed ancora la moglie, la madre, il padre, tutte figure simbolo di una relazione umana sincera e di un’esistenza serena e sofferta nel contempo, come, ad esempio, nel caso delle poesie dedicate a Desirée Mariottini e a Peppino Impastato:</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Di peddi e sangu</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">a nùra ti lassànu,</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">nuggiata subbra ‘a rrina,</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">nt’a to’ tènnira ità offisa…</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Di russu virgogna ora è u ma’ duluri!</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trad.: Di pelle e sangue / nuda ti lasciarono, piegata sulla sabbia, / nella tua tenera età(…) Di rosso vergogna adesso è il mio dolore! (A Desirée Mariottini)</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">…a ma’ uci nun si rassegna</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">o to’ cantu di l’ùttima vota</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trad.: …la mia voce non si rassegna / al tuo canto dell’ultima volta. (‘Nfin ‘a quannu – Fino a quando)</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non sfugge di certo, nella lettura di questa silloge, l’epigrafe d’apertura ove il poeta scrive che “Non c’è un solo verso o una sola parola che non siano dedicate a te, moglie, mia, e ai nostri figli Seba e Very e alla “piccola” Elyza”. Si tratta, in fondo, di una dichiarazione di “poetica degli affetti”, la quale, spesso, non sembra godere di interesse presso i critici, quando in realtà il tema degli affetti è uno dei più vasti della poesia del Novecento.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">José Russotti è un poeta che crede nei sentimenti e negli affetti in una società che sembra renderci quasi tutti artificiali, di plastica, impermeabili, spesso anche all’interno delle relazioni familiari; ragion per cui fa approdare sulla pagina anche l’aspetto più quotidiano e intimo dell’amore di un padre per il proprio figlio o di uno sposo per la propria moglie, consapevole com’è che anche la più semplice quotidianità è di per sé intrinsecamente poetica; nei suoi versi, infatti, poesia ed affettività diventano quasi un’unica sostanza, come del resto scaturisce dalla lezione della poesia del ‘900 se pensiamo, ad esempio, a Umberto Saba che popola il suo Canzoniere di personaggi quotidiani e di persone amate, in primo luogo sua moglie Lina, la donna “dal rosso scialle” cui il poeta dedica numerosi componimenti, e poi la figlia Linuccia; se pensiamo, ancora, a Montale, Quasimodo, Ungaretti, Luzi, dove il tema degli affetti familiari ha una sua consistenza e rilevanza.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il volume di Russotti sembra, allora, dispiegarsi quasi come una sorta di “specchio personale” delle proprietà elaborative, sia a livello creativo, sia sul piano delle dinamiche metaforiche con le quali il poeta, da una parte, apre un solfeggio di tenere attenzioni nei riguardi del prossimo, dall’altra riverbera sentimenti e risentimenti con versi che toccano un livello inconsueto per lo spirito riflessivo-etico che traluce dalla sua partecipazione vitale ai problemi del tempo, ai mali del contesto sociale contemporaneo.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Con Dietro al buio, Josè Russotti mostra di non credere all’arte e alla poesia disancorati dal sovrasensibile; i suoi versi piacciono per quello che riescono a trasmettere al lettore, perché reinventano il reale, trasfigurano la quotidianità a filo d’anima, essenzializzando, in una prosodia caratterizzata da variazioni continue di toni e scelte formali, il sentire comune dell’uomo, nonché la tensione meditativa della vita che ora è inquietudine ora è angoscia, e facendo altresì emergere, da un lato, il pianto, il dolore, il male e tante negatività come “a merda di tutti i cristiani!” (la merda di tutta l’umanità), “còppuri scuri” (coppole scure), “…a storia d’un paisi chi mmori! (…la storia di un paese che muore, il riferimento è alla sua Malvagna), “brazzi siccumati nta llaria / chi si strìnciunu e s’inturciunìunu / intra un vacanti di iàcqua e di ventu (braccia rinsecchite in aria / che si stringono, s’attorcigliano / dentro un vuoto d’acqua e di vento), “timpesta e sciuri magghiati / subbra lacrimi di préjera (tempesta e fiori appassiti / sopra lacrime di preghiera.) e tuttavia, dall’altra, il sorriso, l’amore e il bene contemplati nelle figure di donne come Maria e Very:</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">…Quannu scutu i stiddi luntani,</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">subbra un iazzu di piddu e fènu.</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quannu a negghia si cunfunni c’a negghia</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">e sentu a to’ uci ‘i dda banna chiamari,</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">intra stu mancanti i nenti</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">iàpru ‘u cori e mi lassu iri…</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trad.: Quando ascolto le stelle lontane / sopra un giaciglio di pula e fieno. / Quando la nebbia si confonde con la nebbia / e sento la tua voce di là chiamare, / dentro questo vuoto di nulla / apro il cuore e mi lascio andare. (Arreri ô scuru – Dietro al buio)</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">…Ntô scuru cchiù scuru d’a notti</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">vidi ciuri di gerani ô baccuni</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">e canti di sireni ‘nnamurati,</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">picchì i to’ occhi</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">sanu ddamuri i stiddi!</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trad.: Nel buio incerto della notte / vedi fiori di gerani al balcone e canti di sirene innamorate, / perché i tuoi occhi / sanno accendere le stelle.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Una poesia dunque, quella di Russotti, che si incarna nella vita storica, ne scruta le contraddizioni e le anomalie, l’ordine e il disordine morale, con un senso di malessere e un tormento profondo che, però, diviene dinamica interiore, fuoco per la purificazione dell’anima, pressante bisogno di voltare pagina al fine di trovare quel “quid” di bellezza, di speranza e di novità dietro al buio e all’incertezza della vita.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Una silloge poetica, Arreri ô scuru, senza sovrastrutture letterarie, con testi talvolta semplici, ma scaturiti da un temperamento artistico sicuramente di rilevante spessore. E proprio la poesia che dà il titolo al libro rispecchia lo spessore di questa raccolta, che è da leggere attentamente e da meditare, essendo costantemente guidata da un codice sempre nuovo dell’attenzione verso la realtà dell’uomo di oggi sotto ogni possibile versante esistenziale: antinomie e armonie, memorie e idealità, luci e tenebre, spazio e tempo, estetica e linguaggio. E con la consapevolezza – come scrive Russotti nella lirica A puisia è…(La poesia è…) – che</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">…<span style="color: blue;">Resta suru u dubbiu d’a motti, quannu veni,</span></span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">e…a mariditta pinna chi mai si cheta.</span><br />
<span style="color: blue; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Trad.: Resta solo il dubbio della morte, quando arriva, / e… la maledetta penna che mai si placa.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per concludere, ci piace osservare come il vernacolo siciliano di José Russotti sia vivo, colorito, parli la lingua della sua gente malvagnese, rifletta i luoghi della sua terra, riproducendo l’atmosfera di una civiltà ancora capace di offrire al mondo contemporaneo la purezza di alcuni sentimenti e la bellezza di valori che sono rimasti indelebili nel tempo. I suoi versi ci offrono un percorso poetico, dove l’ambiente stesso è vita, dove gli affetti, le amicizie, i rimpianti, il dolore, la speranza e l’attesa sono gli ingredienti dell’avventura umana, nella quale Russotti, con il suo vernacolo siciliano, si muove come poeta cui piace fare esperienza tra la gente con il suo canto d’amore. La poesia siciliana di Russotti, dunque, è nel contempo canto dell’anima e documento fotografico di una realtà della Sicilia, quella di Malvagna e dell’area del messinese, ove egli ha vissuto, si è formato ed ha attinto i supporti valoriali del suo cammino.</span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Domenico Pisana</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="color: purple;">Il prof. DOMENICO PISANA<i>, Poeta e scrittore, docente, giornalista e critico letterario, è nato a Modica il 2.01.1958, dove attualmente risiede, ha conseguito il Magistero in Scienze Religiose presso la facoltà di Teologia dell' l'Università Santa Croce di Roma, conseguendo poi altri importanti titoli accademici in Teologia. Insegna Religione nei Licei Statali, è presidente del < Caffè Letterario di Modica >.</i></span></span></div>
</div>
Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-35972462717432467892020-01-03T12:14:00.001+01:002020-01-05T18:59:38.419+01:00Una bella recensione del prof. Giuseppe Rando sull'ulltima pubblicazione di Maria Costa: "Abbiru Maistru"-(Albero Maestro)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht88znEP1bG3SUCOzdN8g3qMtcmD6nYnnWYYOF1dJj-T0OP9Fm4w8Zfd-YNntCw7Ik_pczKEm1kBD2SdBAvbG35njEN7-BaHh6ht8aqZihb1Z2xZdwbqqDeJ7ECsCP9cgc4BzRMEhNNVCe/s1600/15055774_128424657639996_4615880342880603455_n+pippo+rando.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="426" data-original-width="640" height="425" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht88znEP1bG3SUCOzdN8g3qMtcmD6nYnnWYYOF1dJj-T0OP9Fm4w8Zfd-YNntCw7Ik_pczKEm1kBD2SdBAvbG35njEN7-BaHh6ht8aqZihb1Z2xZdwbqqDeJ7ECsCP9cgc4BzRMEhNNVCe/s640/15055774_128424657639996_4615880342880603455_n+pippo+rando.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Maria Costa con Giuseppe Rando: erano vicini di casa al villaggio Paradiso.</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ricevo dal prof. Giuseppe Rando e pubblico con piacere:<br />
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ABIRU MAISTRU, l'ultima raccolta di Maria Costa<br />
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<div style="text-align: justify;">
Con questo titolo è uscito, per i tipi del Pungitopo (Gioiosa Marea, 2013), l'ultimo libro di Maria Costa: una silloge di undici poesie e dieci racconti redatti ex novo dalla poetessa messinese recentemente scomparsa o tirati fuori, all'epoca, dal suo inesauribile serbatoio di componimenti dialettali più o meno recenti (che attendono di essere pubblicati).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nella sezione poetica del libro, si ammira la vena sociale della Costa che rimpiange, da un lato, sulle corde dell’elegia, l’Albero Maestro, «onuratu da vecchia Missina» prima dell’«era du cimentu» (Abiru Maistru) o esorta il Mar Mediterraneo, contaminato dal progresso (presunto), a «non dispirari», nonostante che questo nostro mondo «vessu l’abissu cchiù s’allatia» (Miditirraniu Miditirraniu), ma assume, dall’altro, i toni forti della satira pungente per contestare, nell’ottica straniata dei pesci e di Colapesce, il progetto del ponte sullo Stretto (U sfrattu: no o ponti). È palpabile in ogni componimento il miracolo di una lingua dai mille timbri, divenuta, nelle mani di Maria Costa, uno strumento duttilissimo, per dar fiato, sommessamente, al dolore («Sacciu chi cianci lagrimi amari») e alla più disinibita, aggressiva, mascolina parlata: «Chi vai dicennu, pezzu di minchiuni?».</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Altrettanto felici, nitidi e inconfondibili, sono i ritratti poetici di personaggi messinesi (L’antinatu da lantenna, Lillu Missina) e di personaggi siciliani, più o meno noti, fatti sfilare in coppie di settenari a rima baciata, sopra una incalzante, funambolica passerella (Sicilia). La lirica dedicata a Lillo Messina, anarchica, sciolta da vincoli metrici prestabiliti e tuttavia scandita da un crescente ritmo musicale, è una sinfonia di oggetti marinareschi e di colori forti, in gara con quelli altrettanto realistici e accesi dei quadri del pittore messinese: «E du frastagghiati costi, / ciccasti fotti culuri / pi tili ‘mbrumati di sali. / ‘E chiaranzani ‘ndurati, l’oru zicchinu, pi strisciari / affreschi di cubaltu, / giuvin sicanu».</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ritornano anche nella silloge, con uguale pathos solidale, pacifista, antibellico, la storia minore (Rudia 26 marzu 1941) e la storia maiuscola (Don Giuvanni d’Austria): la poetessa di Case Basse, rimemorando il racconto del padre (in Don Giuvanni d’Austria) o ricorrendo alla sua memoria personale (in Rudia 26 marzu 1941), canta, nei modi dolenti della sua epica popolare, la morte di un giovane pescatore messinese, Joè, i cui «viddi anni» s’erano fermati «’nte bagliuri disonesti di la guerra» e la carneficina di turchi e cristiani nella battaglia di Lepanto: «Di sangu nni scurria a tutti i banni / dopu cinc’ùri mmulati p diu Gianu, ma a vintun’ura a riali i don Giuvanni / lenta ‘nchianava u stemma cristianu!».</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma palpita, in tre intense liriche (Sigesta, Quattru figghi du mari, Deci tabbuti d’acqua), il materno, solidale cordoglio per la morte di giovani pescatori messinesi, travolti dall’incuria degli uomini o dalla potenza omicida del mare. E si ripete il miracolo di una lingua negletta, che, modellata da Maria Costa, sa ancora toccare le fibre più profonde del cuore: «E s’ascuraru quattru ranni luci / c’aviuni ‘nte vini mari e mari / ma u chiantu amaru cu cci u pò stutari / e matri ffritti appisi ‘nta la cruci?».</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe_OzIlWSLIp3eZ0rp9zFSj_ly2phAuWxD2mhgsPrbr-r5pQ95K0_o3r-giuOb0O_7H29EjtZm-jxrr3qyROSCu59KOttgqIUymAhTckY4v8Br6k9dlUdVGhvmfa9W1sQR8x02v3wglSrG/s1600/images+luntru.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="184" data-original-width="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe_OzIlWSLIp3eZ0rp9zFSj_ly2phAuWxD2mhgsPrbr-r5pQ95K0_o3r-giuOb0O_7H29EjtZm-jxrr3qyROSCu59KOttgqIUymAhTckY4v8Br6k9dlUdVGhvmfa9W1sQR8x02v3wglSrG/s1600/images+luntru.jpg" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.giusepperando.it/" ping="/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://www.giusepperando.it/&ved=2ahUKEwjWraXYpOfmAhWQjKQKHfMTAN0QFjAAegQIBxAB" style="background-color: white; color: #660099; cursor: pointer; font-family: arial, sans-serif; font-size: small; text-align: left;"></a></div>
<div style="text-align: justify;">
I racconti della seconda sezione – da Feri e feruni a ‘Gnaziu Buttitta – sono degni di essere accolti in una ideale antologia della migliore narrativa siciliana. E ad uno ad uno vanno assaporati: per la forza espressiva, per la varietà del lessico, per la ricchezza dei contenuti, per i vertici poetici che il narratore popolare, eterodiegetico (ineffabile Maria Costa!) attinge con incredibile naturalezza. I personaggi restano, tutti, impressi nella mente e nell’immaginario del lettore: Sabbaturi, «un beddu figghiu, giuvinazzu, brunnu, fotti e simpaticuni», finito in Inghilterra per lavorare e ingannato da don Vicenzu, «un sdepruvatu pustinu», che gli ruba i soldi inviati, con grandi sacrifici, alla vecchia madre (Feri e firuni); Mariuzza, «un buttuni ‘i rosa», rapita dai Turchi e infine restituita, con qualche capello bianco, al marito, Micu, che l’attese per quindici anni (Mariuzza e li Tucchi); l’amore giovanile, finito tragicamente, in tempo di guerra, tra «u suddatu Ermannu», tedesco, capitato a Messina, «‘ntà ciumara di pecurara», e Carulina, una bellezza nostrana «cu du trizzi ‘cudduriati, fimmati chi firruzzi e ‘na bucca scumicusa chiuttostu cannusa e tritrigna» (‘U surdatu Ermannu); Petru “Ricchiazzi”, il marinaio del Ringo che assiste a una spassosissima gara di lestofanti (Petru “Ricchiazzi”); il padre di Maria, uomo «mintali», che «vintuttinu» assistette al terremoto di Messina, rievocandolo cinquant’anni dopo (1908: Terra cà trimato, trimirà); la furbizia di quattro messinesi, che, per sfamarsi, durante la seconda guerra mondiale, senza darla a vedere, rubano la carne destinata al cane del capitano Tumbulus (Tranzitu Campu n° 3. Azzo Orraitti); Matteu, l’ultimo di «na ‘mbracata ‘i figghi» di Donna Sara Cafeu, che, nel 1909, alla visita del militare, si dichiara, giustamente, cercatore d’oro: da un anno, cerca e trova sulla spiaggia del Ringo i gioielli che il maremoto ha portato via dalle case e che lo scirocco restituisce «a lavari supra a ribba» (Un ciccaturi d’oru); Mastro Giorgio, un calabrese proprietario di un bozzetto, la «Scappa dura», con cui fa contrabbando di carne bovina, nel primo Novecento, sulle acque dello Stretto (Un carricu ‘i boi).<br />
<br />
Ma su tutto, dappertutto s’impone la lingua: la lingua siciliana (messinese) in tutta la sua sonora, cromatica, ancestrale bellezza.<br />
<br />
Attestano, infine, la contiguità, quasi parentale, di Maria Costa ai grandi della cultura siciliana il diario poetico Un ghionnu d’abrili i l’annu 2010, scritto a caldo, con animo filiale, dopo la visita, a Vizzini, della casa natale di Giovanni Verga, e una sorta di “lettera aperta” (‘Gnaziu Buttitta), commossa, partecipe, fraterna, indirizzata al grande poeta palermitano. Sono testi che scavalcano i confini tradizionali della prosa e della poesia: poesie, invero, in forma di prose.<br /><br />by Giuseppe Rando<br /><<span style="color: #006621; font-size: 16px; text-align: left;">www.giusepperando.it>.</span></div>
</div>
Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1667765679146511206.post-2138666262172536942019-12-26T01:05:00.000+01:002019-12-26T01:05:26.174+01:00"Il nido nel rosaio" - Nuova silloge poetica di Maria Grazia Genovese.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifIJJTX9Tzo2nvJMvlkyzw3Ex2182wVP7TnMlYkfHMkdmsNpbjH33EQ1cTTem23m1EiZ5fxlgIG49Hv_a9yoGhUeALI8hPCen29PCRU9agN0NHkubybdbTYxVvAqu7QkUFIyoal3LUr4JU/s1600/79863801_1393820817444228_1461182989751812096_o+maria+grazia+genovese.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="718" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifIJJTX9Tzo2nvJMvlkyzw3Ex2182wVP7TnMlYkfHMkdmsNpbjH33EQ1cTTem23m1EiZ5fxlgIG49Hv_a9yoGhUeALI8hPCen29PCRU9agN0NHkubybdbTYxVvAqu7QkUFIyoal3LUr4JU/s640/79863801_1393820817444228_1461182989751812096_o+maria+grazia+genovese.jpg" width="478" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Maria Grazia Genovese</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtcNLaSg8M52O19XuVOM7p_uu36q0UfXUfRSFpwLFNaOmo-51liR9RlTPjA-quioEL2MeUwtp8dTsjX7Tvw5JwPCqnBsN4Zxiy3VOOK7-dNA8Wzli-w5JrajXIFkSlTDPH2w-phyo2wxUY/s1600/79675678_1393829347443375_1877034986209542144_oil+nido+nel+rosaio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="672" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtcNLaSg8M52O19XuVOM7p_uu36q0UfXUfRSFpwLFNaOmo-51liR9RlTPjA-quioEL2MeUwtp8dTsjX7Tvw5JwPCqnBsN4Zxiy3VOOK7-dNA8Wzli-w5JrajXIFkSlTDPH2w-phyo2wxUY/s400/79675678_1393829347443375_1877034986209542144_oil+nido+nel+rosaio.jpg" width="280" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La locandina dell'Evento<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: small;">Venerdì 20 Dicembre 2019, presso la sala lettura della Biblioteca Regionale Universitaria "G.Longo" di Messina si è svolto l'evento di presentazione della silloge poetica di Maria Grazia Genovese "Il nido nel rosaio". Il volume è la quarta pubblicazione della collana poetica "Florilegio" alla quale afferiscono i poeti del Cenacolo ed è a cura della stessa Genovese. L’iniziativa si è pregiata del patrocinio della FIDAPA sez. di Messina, dell’AMMI sez. di Messina e dello stesso CENACOLO CULTURALE HORTUS ANIMAE. La manifestazione si è aperta con i saluti istituzionali e l’introduzione della dott.ssa Tommasa Siragusa, Direttrice della Biblioteca regionale, che fungeva anche da moderatore. Hanno porto altri saluti istituzionali: -il Vescovo Ausiliare della diocesi di Messina, Lipari e S. Lucia del Mela, mons. Cesare Di Pietro; - la Prof.ssa Rosa Maria Trischitta, Presidente della FIDAPA sez. di Messina; - la Dott.ssa Rosellina Zamblera Crisafulli, Presidente dell’AMMI sez. di Messina; - la Dott.ssa Angela Puleio, Direttrice dell’Archivio di Stato di Messina. Hanno apportato personali contributi critici i recensori del testo: - il Ch.mo Prof. Giuseppe Rando, già ordinario di Letteratura Italiana dell'Università di Messina; - la dott.ssa Lucia Di Pietro, Responsabile della Biblioteca dell’Archivio di Stato di Messina; - il poeta Antonio Cattino, vice-presidente del Cenacolo Culturale Hortus Animae. Ha tratto le conclusioni la Ch.ma Prof.ssa Paola Radici Colace, già ordinario di Filologia Classica dell’Università di Messina. Nell’intervallo fra una e l’altra recensione, l’autrice si è prodotta in brevi letture poetiche tratte dal testo presentato. La risposta del pubblico all’intero evento è stata calorosa ed entusiastica. La manifestazione si colloca nell'ambito della rassegna culturale "Donna sacra di Sicilia" per la quale è stata allestita un'esposizione a tema, a tutt’oggi visitabile.</span></div>
</td></tr>
</tbody></table>
<i><b>La lirica che apre e dà il titolo alla silloge:</b></i><br />
<b><br /><span style="color: blue;">IL NIDO NEL ROSAIO </span></b><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;"><b>I </b>Ho trovato un nido nel rosaio</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">abbandonato e intatto.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Dello scirocco le lunghe sferzate aveva resistito.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Volati son già via i passerini.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;"><b>II</b> Ora sento sull’albero di fronte di frullio d’ali, un tramestio:</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">una coppia di passeri agguerrita contro una gazza ladra difende la covata.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Fugge il malfattore.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;"> Resiste il nido, seppur di paglia fragile.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;"><b>III</b> Ho potato il rosaio. Non ho toccato il nido.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Fragile, paglia, ricordo.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Fortemente abbrancicato.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">(Maria Grazia Genovese)</span><br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i>RIFLESSIONI critiche di Antonio Cattino</i></b></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Leggere le poesie di Maria Grazia Genovese per me significa entrare in un mondo immateriale ed onirico fatto di simboli, figurazioni fantastiche, arcani richiami al mistero: nascita, vita, amore-morte, dissolvenze nell’ambito di verità nascoste e impenetrabili.</i></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Infatti il ciclo della vita, in questa silloge, ma più complessivamente nella poesia di Maria Grazia, è il percorso obbligato dell’uomo, un percorso che fin dall’inizio è lotta, fin dal parto, per sopravvivere e poi via via per conquistarsi un posto nella vita. Ciò diventa palpabile nella poesia: “Il nido nel rosaio”, che dà inizio e titolo all’opera, in cui la fragilità del nido, seppur battuto dal forte e distruttivo scirocco, resiste, consentendo un riparo alla crescita dei passerini che prendono il volo per esplorare il mondo, mentre fa da contraltare la lotta agguerrita dei passeri, nell’albero di fronte, tesa a difendere la covata nel nido minacciato dalla gazza ladra, così da farla desistere e fuggire.</i></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Tutta la raccolta è pervasa dall’afflato con la Natura, sia nella celebrazione delle albe, incipit di vita, che delle sere, quando, dopo il tramonto, col calare delle penombre e dell’oscurità, prendono vita i sogni con i loro portati di ricordi, rimembranze, di persone o luoghi che hanno marcato la vita vissuta della poetessa, o in cui si rinverdiscono le speculazioni sulla vita e la morte, che rimane l’unica certezza della vita, ineludibile e sempre incombente sugli esseri viventi, siano essi entità animate che alberi o piante.</i></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Della vita rimane il ricordo di chi sopravvive, negli stessi odori che riaffiorano</i></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>delle persone care (Ciclamino d’estate).</i></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Mentre l’aspirazione alla solitudine al momento della morte è palese e pregnante nella lirica “ Danse macabre”, per schermare e celare l’estremo decadimento del corpo e della mente e la lunga conseguente agonia: “Dovremmo esiliarci/ percorrere il sentiero/ bordato di siepi e sparire, svanire”.</i></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>In tutta la silloge emerge la marcata scelta naturalistica di Maria Grazia Genovese, il suo sentirsi parte della Natura, intesa come unico contenitore e palcoscenico di Vita. In essa vi sono i travagli dell’animo umano, le disillusioni della vita: l’uomo e la donna sono soli nel mondo, ognuno però è teso alla ricerca di solidarietà, vicinanza ed amore. Gli animali e le piante non sono per lei elementi scollegati dalla vita umana, ma si completano a vicenda, tutti capaci d’amore, come nell’episodio narrato nella poesia “Risveglio, in autunno” quando la gatta Diavolina abbandona per un frangente la vita ferina ed accede, ricambiandole, alle affettuose attenzioni della poetessa.</i></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Maria Grazia ci concede anche finissime allusività fantasmatiche, come nella lirica “Il fantasma” con l’apparizione aurorale del fantasma di un amore, nel vedo non vedo delle trasparenze incerte che precedono l’alba, ma al primo raggio del sole nascente, il fantasma sparisce, si dissolve, e lei rimarrà pervasa dalla felicità di averlo potuto riconoscere, pur nella perdurante solitudine che permane nell’animo.</i></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Alla fine, nella lirica di chiusura “ Epilogo”, la vecchia casa diventa una polverosa tomba, in cui tutto è pervaso di abbandono, colma di polverosi oggetti ed in cui i legni dei portali sono fragili simulacri di sé stessi, corrosi e tarlati. La poetessa, che la abitò, la lascia per sempre recandone con sé le chiavi, rendendola inaccessibile e sigillando così, simbolicamente, il mistero la propria anima.</i></span><br />
<i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Questa silloge rappresenta un’ulteriore conferma della poetica di Maria Grazia Genovese, intima e fortemente pervasa da simbolismi, in cui il ritmo e la musicalità sono elementi fortemente caratterizzanti. Una poetica fine e colta, nelle cui figurazioni trovano posto sovente il Mito e la Favola.</span></i><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Un sentire forte nella sua poesia, non solo in questa raccolta, è il sentimento della solitudine, determinato forse dalla convinzione che la conoscenza profonda, pure fra simili, è impossibile: “Ognuno è solo sul cuor della terra…”</i></span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Argomenti profondi motivano la lettura di questo nuovo libro di poesie della collana Florilegio che accomuna nella scrittura gli amici poeti del Cenacolo Culturale Hortus Animae.</i><br /><b><i>La lirica che chiude la silloge:</i></b></span><br />
<br />
<b><span style="color: blue;">EPILOGO </span></b><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">Chi cerchi? Non vedi </span><br />
<span style="color: blue;">che chiusa è la porta? </span><br />
<span style="color: blue;">Son tutti morti. </span><br />
<span style="color: blue;">Non vedi gli scalini </span><br />
<span style="color: blue;">impolverati, le assi </span><br />
<span style="color: blue;">pericolantidei portali? </span><br />
<span style="color: blue;">Marcio il legno si frantuma</span><br />
<span style="color: blue;">al tocco delle dita. </span><br />
<span style="color: blue;">Ed è persa la chiave.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">“Mi perdonerete - aveva detto, </span><br />
<span style="color: blue;">ultime parole - se non mi unisco a voi </span><br />
<span style="color: blue;">in questa notte di stelle. </span><br />
<span style="color: blue;">Troppo lontani ardono i fuochi </span><br />
<span style="color: blue;">dei falò e non mi sento d’unirmi </span><br />
<span style="color: blue;">alle danze. </span><br />
<span style="color: blue;">Me ne starò da sola </span><br />
<span style="color: blue;">a contemplare, fra gli astri, </span><br />
<span style="color: blue;">sconosciute vie.”</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">E girò le spalle. </span><br />
<span style="color: blue;">E portò con sé la chiave.</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<span style="color: blue;">(Maria Grazia Genovese)</span><br />
<span style="color: blue;"><br /></span>
<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-mruVSDJY9pTACN10FhuL4gaYEtIsB7r1vaO7q2i7Xgu4y0Z_2U-_m9GXrGmgCIlrw_OcVmHUcJy5eckTCC41TB3T1qrHaem44U6CHF5mPLaxKXzTrLFVpHM1wbz1z-oH3Ffyah4pWmAm/s1600/80413935_1393823094110667_3744601742784856064_o+un+momento+della+presentazione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-mruVSDJY9pTACN10FhuL4gaYEtIsB7r1vaO7q2i7Xgu4y0Z_2U-_m9GXrGmgCIlrw_OcVmHUcJy5eckTCC41TB3T1qrHaem44U6CHF5mPLaxKXzTrLFVpHM1wbz1z-oH3Ffyah4pWmAm/s640/80413935_1393823094110667_3744601742784856064_o+un+momento+della+presentazione.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Da sinistra: l'Autrice- la prof. Paola Colace- l'avv. Tosi Siragusa - Io- il prof. Giuseppe Rando</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkzXR4wcMi1WZaQIhYWYEUwLEULTbhsqOScNjvMRybv1EBmVHvw2xd79FRYv_zd06xSFOVAOlV6K9teOGtHaEBsWxRaTJoF1mc5SUCqmCzna7uLPiML-v__FPsBuRhvCIsT6jM9rgfWioS/s1600/79811837_2861624020563547_7628595880362246144_o+donna+sacra+di+sicilia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="672" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkzXR4wcMi1WZaQIhYWYEUwLEULTbhsqOScNjvMRybv1EBmVHvw2xd79FRYv_zd06xSFOVAOlV6K9teOGtHaEBsWxRaTJoF1mc5SUCqmCzna7uLPiML-v__FPsBuRhvCIsT6jM9rgfWioS/s1600/79811837_2861624020563547_7628595880362246144_o+donna+sacra+di+sicilia.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il manifesto della manifestazione in corso della Biblioteca Regionale Universitaria "Giacomo Longo" di Messina.</td></tr>
</tbody></table>
<br /><br /><br /><br /><br />Pubblicato il 26 Dicembre 2019 da Antonio Cattino©<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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Antonio Cattinohttp://www.blogger.com/profile/07833808762677638030noreply@blogger.com0